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venerdì, Marzo 29, 2024

Riccardo Sepe Visconti lancia sua OPA su Federalberghi

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Oggi, forse, Ischia scrive una pagina nel lento processo di cambiamento. C’è aspettativa e necessità. Qualcuno ha sottolineato che solo riconoscendo il problema possiamo affrontarlo. Abbiamo bisogno di una diagnosi e, prima ancora, di anamnesi. E il paragone con il malato non è per nulla scontato. Il malato si chiama Ischia. Sarebbe facile dire che è il medico, ma credo che siamo calati nel soggetto di “The Resident” una nuova serie TV di Fox dove sono quelli del “piano di sotto” che si prendono cura del malato contro, invece, l’inefficienza e la non voglia di quelli del “piano di sopra”.

Questa mattina Ischia sceglierà, forse e in parte, il nuovo direttivo dell’Associazione per il comune unico. Un primo “post it” da mettere in evidenza. Nel frattempo, però, viviamo il peggiore periodo degli ultimi 10 anni. Qualche mese fa abbiamo subito un danno. Serio. E oltre poche “esperienze” singole e su canali morti, il sistema Ischia non fa nulla per reagire.

La divisione sociale è quella che emerge più forte. I “piccoli piccoli” resistono perché abituati ad essere piccoli e vanno avanti, resistendo all’impatto, solo i grandi e gli strutturati. Nella fascia di mezzo abbiamo la strage di aziende, professionisti, lavoratori, famiglie. Una fascia di mezzo che fino al 21 agosto dello scorso anno rappresentava la maggioranza. E che oggi si trova a fare i conti con CAS non pagati, danni strutturali e, nel migliore dei casi, è impegnato alla ricerca di una fonte di reddito per mettere in sicurezza la propria abitazione.

Senza avventurarmi in ragionamenti che meritano maggiore spazio e maggiore energia: rapporti con le banche, con il credito, con la possibilità di fare investimenti, con la capacità di sostenerli, rapporti tra imprese e lavoratori, tra società civile e società dell’economia credo che il primo ragionamento da fare sia quello delle idee, delle caste e delle lobby. Intese in maniera larga. E’ evidente che non viviamo in buona salute. Che non abbiamo nessuna, buona notizia da condividere e che il periodo non ispira tanta allergia. Eppure, siamo impegnati in una folle corsa: cercare di uscire fuori dal guado.

Da mesi Riccardo Sepe Visconti, il direttore di Ischia City, è messo in modo una macchina che ispira cambiamento: Sepe ha lanciato (e la condivido!) la sua “OPA” sulla Federalberghi di Ischia. Si, l’associazione degli albergatori attualmente guidata da Ermando Mennella.

Altrove la lobby degli albergatori decide le sorti dei territori. Qui da noi, al massimo, il fallimento di qualche comune. Secondo voi perché Paola Mazzella non è più la responsabile dei tributi del Comune di Ischia? Siamo calati nel periodo in cui le aziende turistiche isolane ricevono “aiuti di stato” sul non pagamento delle tasse (dai comuni per becera clientela politica) e dove lo Stato cambia le regole del lavoro degli stagionali. Dobbiamo affrontare sfide ed ostacoli non semplici e c’è una forte, enorme e impellente necessità di reagire.

E gli albergatori ischitani, quelli che hanno succhiato di più alle mammella del nostro turismo e della nostra economica (insieme con i costruttori abusivi, ovviamente) devono avere un ruolo diverso da quello che hanno oggi. E una staffetta tra Riccardo Sepe Visconti ed Ermando Mennella credo sia la “svolta” e la “volta” buona per invertire questo giro della morte. Sul quale, però, nessuno di noi è voluto salire di propria volontà. Due profili molto diversi, diametralmente opposti, che hanno in comune il non essere albergatore. Una comunanza che supera anche il primo, plausibile, dubbio. Oltre il regolamento dell’associazione che, nel frattempo, però, prevede la possibilità di avere un presidente “esterno”.

I 94 soci rimasti in Federalberghi Ischia, insieme con tutti gli altri rappresentanti della categoria hanno la necessità di doversi farsi carico di un sistema che oggi, definire in ginocchio non è un semplice gioco di parole. Riccardo Sepe Visconti ha iniziato un giro di consultazioni tra i soci iscritti dell’associazione che ha il presidente impossibilitato alla ricandidatura (per più motivi) e sembra abbia intercettato oltre ad un ampio dissenso e malcontento (non solo verso Ermando), una convergenza di diversi imprenditori del turismo.

Dal canto suo, credo che Ermando continui a poter contare sul “cerchio magico dell’hashtag” ma non mi avventuro in pronostici. Oggi si apre una nuova pagina della storia recente di Ischia. E come vi ho detto in apertura, il medico chiamato a prendersi cura del malato (la classe politica) si dimostra distratto, assente, cieco al problema principale e gioca con i brufoli, le unghie incarnite e non cura le metastasi.

3 COMMENTS

  1. Effettivamente il buon Ermando ha fatto il suo tempo e per evidenti motivi di opportunità avrebbe dovuto già da tempo rassegnare le dimissioni.
    Per quanto riguarda il nuovo aspirante alla carica,devo ammettere che non sapevo che possedesse un albergo e/o familiari albergatori come invece poteva almeno annoverare Ermando all’epoca della sua elezione.
    Nelle varie località a vocazione turistica ed in generale in ogni paese emancipato,le categorie più rappresentative del volano finanziario, si fanno rappresentare da addetti ai lavori in senso stretto con spiccate attitudini imprenditoriali e/o curriculum di prestigio, sul presupposto che colui che è in grado di amministrare bene sè stesso, ha maggiori possibilità di rappresentare bene gli interessi di tutta la categoria.
    A Ischia invece alla medicina tradizionale e/o omeopatica si preferiscono gli apprendisti stregoni.
    AUGURI !!

  2. Nel segno della continuita: da un non albergatore (Mennella è solo un dipendente dell’ hotel le querce) a un non albergatore…
    Infine…entrambi prezzolati..
    Tanti auguri Ischia

  3. Questa associazione non trova pace..mai che ci sia uno del settore serio e competente e slegato da interessi politici ed economici che faccia realmente gli interessi di noi albergatori.
    Attualmente mi pare ci sia un ex albergatore ora dipendente di un albergo di ischia fortemente politicizzato…
    Con l’eventuale carica al personaggio di questo articolo potremmo forse dire addio all’associazione..
    Eppure sono tanti i colleghi seri e capaci…possibile mai che l’associazione deve essere terra di conquista degli Unni e dei Lanzichenecchi???

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