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venerdì, Marzo 29, 2024

Recuperato dalla Polizia un fucile da caccia tra gli scogli di Citara

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Paolo Mosè | E’ stata dichiarata una vera e propria caccia ai bracconieri nelle ultime settimane. Sono scesi in forze gli agenti della Polizia di Stato del commissariato d’Ischia coordinati dal vice questore Alberto Mannelli, che con il supporto dei volontari del Servizio Antibracconaggio del Wwf Italia, stanno pattugliando le zone a rischio, dove si annidano quei cacciatori che non riescono a fare a meno di una battuta di caccia anche nei giorni di massima chiusura. E proprio nella giornata di lunedì scorso i poliziotti con gli uomini del Wwf hanno ispezionato il territorio del comune di Forio ed in particolare soffermando la propria attenzione in località “Becco dell’Aquila” che si trova nel bel mezzo del tratto stradale che porta sulla spiaggia di Citara o, nel senso inverso, alla chiesa del Soccorso.
Il fucile è stato nascosto con molta cura tra gli scogli. Un luogo inusuale, dato che queste armi vengono posizionate in tutt’altra parte ed in prossimità di dove il cacciatore di frodo ama mettere in pratica le sue gesta, alla ricerca di qualche volatile da abbattere. I poliziotti hanno sequestrato l’arma, che risulta essere una doppietta calibro 12 perfettamente funzionante, e si presume che non sia stata cancellata la matricola. Poco distante la manina ignota ha nascosto le relative cartucce. Tutto pronto per essere utilizzato al momento propizio.
Come mai questa scelta? Se lo sono chiesto gli uomini del vice questore Mannelli e gli stessi volontari del Wwf Italia, giunti in rinforzo ai colleghi ischitani proprio per allargare il più possibile il raggio d’azione dei controlli. Un’azione preventiva necessaria per invogliare i cacciatori che non rispettano i termini di apertura e chiusura dell’attività venatoria a rimanere a casa alle prime luci dell’alba. E di attendere con pazienza che vi sia il permesso a cacciare nei tempi e nei modi stabiliti dal Regolamento regionale. C’è invece chi non riesce proprio a fare a meno di imbracciare la “scoppetta” e rischia, ma lo fa cercando di adottare tutte quelle precauzioni per non farsi sorprendere in flagranza di reato. Pochi giorni fa, infatti, abbiamo raccontato di altri sequestri di armi e di cartucce. Perlopiù nascoste all’interno di cavità che sono molteplici nelle parti alte dell’isola. Mischiandosi alla vegetazione, che rende più difficile il ritrovamento. E’ una tecnica collaudata che viene adottata sistematicamente da taluni cacciatori. I quali si recano nelle zone alte collinari senza trasportare nulla di illegale e dirigendosi verso il nascondiglio ove hanno riposto fucili e cartucce. Una volta recuperati, si piazzano in luoghi “strategici” in attesa della selvaggina. Puntando il mirino del fucile verso l’alto nella speranza di incrociare il volatile da abbattere. Non sempre riuscendovi, per la penuria di animali, ma la loro pazienza è legata alla migrazione di alcune specie che passano sull’isola, a volte si fermano per poi proseguire il viaggio. E se riescono ad abbattere qualche animale, ritornano nel nascondiglio per disfarsi delle armi e munizioni, che sarebbero la prova provata di aver violato la legge. Stesso discorso per ciò che viene abbattuto. E anche qui adottano degli stratagemmi per evitare di incrociare i tutori dell’ordine o le guardie venatorie che si muovono in lungo e in largo nel territorio ove si presume vi sia la presenza dei cacciatori. E chi abbatte illegalmente un uccello, si fa precedere da un altro cacciatore, amico o familiare, che ha il compito di avvertirlo della presenza delle guardie. Utilizzando i telefoni cellulari. Per disfarsi della cacciagione. O meglio nasconderla in un posto sicuro per poi ritornare più tardi per recuperarla.
Tra i cacciatori e i volontari delle varie associazioni ambientaliste vi è un vero e proprio scontro che si acuisce proprio in questi mesi, quando vi è una particolare affluenza di volatili. E per combattere questo fenomeno vengono utilizzati diversi sistemi. A volte anche forzando un po’ la mano e gli scontri tra le parti contendenti molte volte finiscono in un’aula di giustizia. Con denunce legate, perlopiù, ad una possibile violenza e resistenza a pubblico ufficiale, in quanto i volontari delle associazioni si ritengono a tutti gli effetti pubblici ufficiali. E questo è un aspetto che viene affrontato sistematicamente dinanzi ai giudici. Per una difesa che disconosce tale qualifica e vi sono orientamenti diversi tra i vari giudicanti. Si è anche arrivati allo scontro fisico, al contestare i verbali che sono elementi di discussione – soprattutto nel passato – che hanno ingenerato un approfondimento del caso. Ecco perché si è deciso di modificare la strategia di controllo delle zone ove si manifesta la presenza di cacciatori abusivi. Non più solo volontari delle varie associazioni, ma accompagnati sistematicamente da agenti della Polizia di Stato o da militari dell’Arma dei Carabinieri. In modo tale che una volta fermato il presunto violatore di legge, questi si disponga nel rispettare le richieste che provengono da un pubblico ufficiale a tutti gli effetti.

7 COMMENTS

  1. … l’unica cosa certa è che qualche imbecille vestito da bracconiere si è perso assieme al suo fucile…cosa c’entrano i cacciatori e gli uccelli inesistenti non è affatto chiaro…

  2. Ah ecco…. e come vanno definiti questi personaggi ?
    Il bracconiere perché spara, mette trappole ecc. per cacciare, o per sfizio???

  3. Articolo molto chiaro e dettagliato, infatti fa capire chiaramente la gravità del fatto.
    Oltre al bracconaggio esiste un serio e reale pericolo, quello che chiunque possa trovare e usare un arma lasciata incustodita.

  4. Sono d’accordo con “riflettore”, è evidente il problema di grave pericolo che può rappresentare un’arma lasciata incustodita, non a caso, noi cacciatori siano molto attenti nel tenere le armi custodite come suggerisce la legge per evitare di cadere nell’ omessa custodia… però, il riflettore non sa che se da un lato le forze dell’ordine fanno il loro integerrimo lavoro, c’è chi in questi “fuori tema” ci “sguazza e ci marcia”… ovunque venga ritrovato un fucile con relative cartucce, non significa affatto che la cosa abbia a che vedere con la caccia, si tratta di persone malate che vanno perseguite a norma di legge senza alcun dubbio… ciò non toglie che soggetti incompetenti, possano approfittarne per accrescescere la loro pochezza sociale e culturale. Se questa gente non ha un lavoro, non è affatto detto che i cacciatori debbano impegnarsi affinché si ritrovino uno stipendio mensile.

  5. Cacciatore a vita mi spiace ma hai “cambiato strada” rimani sull’ episodio e discutiamo su questo.
    Questo ritrovamento è cosa grave e seria e non può essere sottovalutato, il fucile non è stato messo la per farlo riposare e custodirlo in attesa della prossima stagione venatoria, ma è stato messo lì per cacciare e farlo quando ciò non è consentito.
    Tutto il resto mi spiace, ma al momento non conta, ma conta (come già detto)che quel fucile lasciato li poteva essere trovato e utilizzato in qualsiasi modo da chiunque e per fortuna è stato trovato come dici tu da chi fa il suo “integerrimo lavoro o da chi è senza lavoro”.

    • visto il luogo inusuale puo darsi che sia stato lasciato li apposta… chi va a caccia sotto il becco dell’aquila???? cosa sparano? Pesci???MAH!!! Tanto come i rapaci impallinati gufi e civette che guarda caso TROVANO SOLO I SOLITI NOTI…………….non mi meraviglio più di niente!!

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