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venerdì, Marzo 29, 2024

Processo Erg, Senese e D’Ambrosio sconfessano il grande accusatore

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Sentiti dal tribunale l’ex assessore e l’ex sindaco di Casamicciola negano di aver intrattenuto rapporti con Antonio Barulli

Con l’esame degli imputati il processo per la realizzazione del distributore Erg di Casamicciola volge velocemente a conclusione. Al massimo a marzo i giudici si riuniranno in camera di consiglio per emettere la sentenza su alcuni amministratori del comune di Casamicciola, tecnici privati che progettarono e diressero i lavori per l’impianto che sarebbe dovuto nascere adiacente all’eliporto e nei confronti di un alto dirigente della compagnia petrolifera genovese. Imputati di una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione, ma anche per violazione alle norme urbanistiche e paesistiche. Un processo che ruota principalmente sulle dichiarazioni rese dall’imprenditore Antonio Barulli, sentito a lungo nel suo esame. In cui ha cercato di mostrarsi vittima di un raggiro, spiegando al tribunale che era sua intenzione costruire con la propria società il distributore e riferendo di aver ricevuto rassicurazioni che sarebbe stato il preferito. Per poi ritrovarsi – come si è lamentato – escluso da ogni possibilità con la scelta della Erg. Chiamando in causa l’Amministrazione comunale che all’epoca si era occupata e aveva approvato tutti gli atti necessari per realizzare l’impianto. Confermando di aver avuto contatti diretti ed incontrato l’allora sindaco di Casamicciola Vincenzo D’Ambrosio e chiamando in causa anche l’allora assessore Stanislao Senese, nipote di colui che gestisce tuttora l’impianto della Erg ancora situato in prossimità di Piazza Marina. Entrambi sono stati sentiti e all’unisono hanno smentito le dichiarazioni del Barulli. Di non aver mai avuto con lui rapporti istituzionali legati all’impianto di carburante. Il Senese andando al di là, riferendo al collegio di non averlo mai conosciuto e di non essersi mai occupato delle problematiche burocratiche legate all’ottenimento delle autorizzazioni per il distributore.

Lo stesso Senese, nel rispondere alle domande del pubblico ministero Raffaello Falcone, ha ricordato che «si era iniziato a parlare e a programmare la traslazione del distributore nel 2002, quando io ero ancora studente alla Facoltà di ingegneria, di cui io sapevo poco o nulla, seppur i titolari del distributore della Erg sono miei parenti. E tutto iniziò allorquando alla carica di sindaco era stato eletto Giosi Ferrandino ed io il Barulli non l’ho mai conosciuto. Anzi, posso ribadire e confermare che il Barulli l’ho visto per la prima volta solo in quest’aula di giustizia. Mai prima. Durante i primi anni del 2000 io comunque frequentavo poco Casamicciola, vivendo per la maggior parte della settimana a Napoli, per seguire l’università. Nel maggio del 2007 ho deciso di candidarmi a Casamicciola e venni nominato assessore con delega ai lavori pubblici. Deleghe che non avevano niente a che fare con le autorizzazioni di competenza del Comune per il rilascio dei pareri. Dopo essere venuto a conoscenza che era partita un’indagine per il distributore Erg e dopo aver appreso che ciò era partito da una denuncia del Barulli, mi sono documentato. Per conoscere l’iter amministrativo seguito e chi fossero i soggetti interessati alla gestione dell’impianto. Ho scoperto che il Barulli nel 1998 ha cercato di presentare delle richieste per ottenere delle autorizzazioni che non sono state mai concesse dal Comune di Casamicciola. A fronte di tutto questo il Barulli presentò dei ricorsi alla magistratura amministrativa, venendo smentito dal Tar Campania».

Una ricostruzione che snocciola un lungo periodo temporale, partendo da molto lontano fino ad arrivare ai giorni che interessano il processo e a chiarimento ad una domanda posta dal suo difensore di fiducia, avv. Cristiano Rossetti, ha confermato che «il sindaco D’Ambrosio non mi ha mai parlato o fatto cenno di problemi legati al distributore di carburante. Voglio ribadire che mio zio gestisce l’impianto dal lontano 1972 ininterrottamente. Quello che dice il Barulli è falso come riportato nella denuncia nei miei confronti. Non capisco i motivi che indussero il Barulli a chiamarmi in causa in questa vicenda. Non trovo risposte anche se di continuo mi interrogo su una questione che non mi ha mai visto protagonista. Né ho elementi per farlo. Di fronte a una persona del genere che denuncia cose false, è meglio stare alla larga, è un pericoloso».

Aggiungendo ad una richiesta di delucidazione della pubblica accusa, che «il Barulli durante la sua testimonianza ha ammesso candidamente di essere stato soccombente nei ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato che hanno confermato le azioni del Comune di Casamicciola. Voglio precisare che la pratica Erg, quella che stiamo oggi discutendo in questo processo, iniziò il suo percorso nel 2005 quando io non ero in amministrazione, per la delocalizzazione dell’impianto».

Anche l’ex sindaco di Casamicciola, Vincenzo D’Ambrosio, ha detto la sua su queste accuse e soprattutto soffermandosi sulla contestazione del cosiddetto “voto di scambio” che gli viene contestato nel decreto che dispone il giudizio: «Si giunse alla convergenza sul mio nome per la carica di sindaco di Casamicciola solo un mese prima della presentazione delle liste. Come accade di solito durante le campagne elettorali, si susseguono incontri per ricevere i consensi. E’ un’attività normale che si è basta esclusivamente sui programmi e sulle scelte nell’interesse esclusivo dell’intera comunità. Essendo Casamicciola un piccolo comune, è indiscutibile che io conoscessi Senese, il titolare e gestore del distributore».

Con il suo compagno di processo, ha spiegato che «Stanislao Senese l’ho conosciuto bene solo nel 2007, quando si decise di percorrere insieme la campagna elettorale. Con lui non ho mai parlato della Erg, né con gli altri componenti della famiglia Senese».

Sul grande accusatore ha rimarcato che «Antonio Barulli l’ho conosciuto prima dell’udienza in tribunale. Conobbi invece casualmente Corrado Barulli in una pizzeria e chiesi ad uno che stava insieme a me chi fosse quella persona che si era avvicinata per salutarmi non avendolo mai visto prima. Collegai quella persona quando in comune si presentarono gli uomini della Guardia di Finanza per eseguire una perquisizione e solo allora la situazione mi divenne molto più chiara».

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