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giovedì, Marzo 28, 2024

Pillole di 4ward: il Napoli, Rimborsopoli e Berlusconi premier

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La Coppa “minore” – Maurizio Sarri lo aveva fatto capire a chiarissime lettere in conferenza stampa, ieri mattina: l’Europa League non è l’obiettivo del Napoli e la squadra non possiede un organico in grado di disputare più di una competizione con la stessa intensità ed allo stesso livello.

L’1-3 di ieri contro il Lipsia è lo specchio fedele del pensiero del suo allenatore, fatto proprio sia dai titolari che dai subentrati nella ripresa. Diawara è senza dubbio la bruttissima copia di quel giovane talento che abbiamo ammirato lo scorso anno, Rog mostra tanta buona volontà ma non riesce a reggere autonomamente l’incombenza del ruolo e Ounas, autore di una bella quanto inutile marcatura, non va oltre tanta buona volontà che lo lascia comunque in una condizione ancora insufficiente per essere considerato una seconda linea che si rispetti. L’impressione è stata quella di chi gioca al piccolo trotto, senza sforzarsi oltre misura; non si potrebbe dire diversamente, specialmente dopo aver visto finanche Koulibaly risparmiarsi sui suoi abituali quanto perentori recuperi e senza spingere con costanza ed efficacia alla sua maniera. A questo punto, dopo essere usciti dalla Champions League e a un passo dall’eliminazione anche in Europa League, è giusto e logico concordare con l’interpretazione estremamente realistica del tecnico azzurro, senza per questo dimenticare che ancora una volta la politica prudente (per essere buoni) della società in materia di gestione della rosa ci ha messo in condizioni di non onorare adeguatamente l’ottava presenza consecutiva nelle coppe europee, unico obiettivo centrato lo scorso anno. Il 22 si tornerà in Germania per onorare l’impegno ma, ovviamente, a testa bassa e senza alcuna pretesa, neppure quella di rimediare alla figuraccia casalinga dell’andata. Perché, a questo punto, se serve un miracolo, è opportuno conservarcelo per tentare di riconquistare il tricolore dopo trent’anni. Ha ragione il Mister, un po’ meno il Presidente!

Rimborsopoli e il M5S: fu vero scandalo? – Il rumore dei circa ottocentomila euro di mancati rimborsi dalle indennità di alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle è, di per sé, una tempesta in un bicchier d’acqua, uno di quegli argomenti che, se scaturito da un partito “tradizionale”, non sarebbe mai assurto agli onori delle cronache. E invece, nell’ambito dei duri e puri grillini (o forse ormai ex tali), quelli pronti a gridare “onestà onestà” a tutto spiano, quelli che avevano intenzione di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e che invece, a poche settimane dalle elezioni, a stento sono riusciti a splittare un semplice foglio di Excel per capire chi fossero gli eletti inadempienti, preferendo fare ricorso alla filiale del Banco di Napoli di Montecitorio per verificarne i bonifici, diventa inevitabile divertirsi a pungolarli attendendone le reazioni. Il candidato premier Luigi Di Maio arranca, tentando di tener testa agli attacchi dei suoi competitor –Renzi in particolare- ma apparendo in palese imbarazzo: si dichiara deluso dai traditori e garantisce che per loro non ci sarà più spazio (ma quello di Montecitorio e Palazzo Madama, purtroppo per lui, almeno a quelli del “bloccato” non glielo toglierà nessuno), ricordando che in ogni caso sono stati gli unici della storia d’Italia a restituire ben ventitré milioni di euro, ma non riuscendo in alcun modo a distogliere l’attenzione dei media da quegli otto traditori che l’hanno fatta franca. Otto, ben otto eletti, che hanno dimostrato la normale, per così dire, vulnerabilità di un personale politico selezionato in modo tutt’altro che infallibile e che ha fatto assurgere al ruolo di legislatori nient’altro che persone altrettanto normali; non supereroi, ma semplicemente uomini e donne come tanti altri, con le loro naturali debolezze e preda di quella condizione di fallace umanità che, in alcuni casi, emerge con forza prendendo il sopravvento anche rispetto agli impegni morali con chi ti ha offerto l’occasione della vita per “sistemarti” o, addirittura, trovare un lavoro molto ben retribuito. Ciò detto, prendere atto che il Movimento Cinque Stelle sia assimilabile a qualsiasi altra formazione politica presente nel panorama politico italiano è l’unico dato di fatto che viene fuori da tutto questo casino a cui stiamo assistendo. Va ricordato che anche in casa grillina, come in tutti gli altri partiti, ci sono state numerose “porcate” in fase di composizione delle liste; per cui, non prima di aver ricordato a chi pensa di “cambiare in meglio” votandoli che, come diceva Croce, “il vero politico onesto è il politico capace”, indipendentemente dal populismo scaturente dal parziale rimborso delle indennità, chiudo questa seconda pillola di 4WARD augurando a tutti i simpatizzanti M5S un cordialissimo “Benvenuti nella normalità!

Berlusconi: elezioni con sorpresa? – E se il candidato premier che Silvio Berlusconi, l’altro ieri a “Porta a Porta”, dopo aver firmato il nuovo Patto con gli Italiani, ha quasi garantito di annunciare prima del voto, fosse proprio… lui stesso? Sì, un nome a sorpresa, il migliore di tutti in assoluto. Come potersi aspettare una valutazione diversa… salvo compiere un giro d’orizzonte e rendersi conto di un dato di fatto inequivocabile: nessuno, ma proprio nessuno dei possibili candidati premier selezionabili nell’ambito del personale politico di centrodestra, con tutta la generosità possibile, potrebbe essere definito “il migliore in assoluto”. Un’espressione, quella utilizzata dal Presidente di Forza Italia, che lascia presagire un’inevitabile sorpresa; e parlandone in quei termini, non v’è dubbio a mio giudizio che di qui a breve la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo potrebbe consentire al “Berlusca” di comunicare in tempo utile per il voto che sarà proprio lui il futuro premier, il rappresentante ideale per l’intera coalizione, quello che neppure un più che improbabile primato della Lega rispetto a Forza Italia riuscirebbe a mettere in discussione. Silvio continua a spaccare, consentendo al centrodestra di attestarsi stabilmente in una proiezione dal 37/38% pieno e, con la Campania che al momento risulta in recupero vincente in tutti i collegi meno che due, potrebbe ritrovarsi con la maggioranza utile a governare in entrambi i rami del Parlamento. Gli Italiani, a quanto pare, continuano a credere in lui nonostante la sua incandidabilità; la sua presenza in tv riscuote ascolti da urlo (nella precitata puntata del programma di Bruno Vespa, ha guadagnato il primato toccando quasi 1.400.000 spettatori in seconda serata, con il 14,5% di share e distanziando ampiamente “L’Isola dei Famosi” a quota 600.000). Immaginate cosa potrebbe succedere a quel 16/17% di Forza Italia se l’elettore-tipo di centrodestra sapesse di poter riavere Berlusconi a Palazzo Chigi? Sarà pure un volo pindarico, un salto nell’imponderabile, ma… quella sì che sarebbe una sorpresa. Buona per alcuni, pessima per altri. Intanto, al 4 marzo mancano sedici giorni.

1 COMMENT

  1. Povera Italia. Memoria zero, corrono sempre dietro al famoso “Salvatore della Patria” salvo poi trovarsi con il sedere per terra. Ma contenti loro…

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