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venerdì, Marzo 29, 2024

Operaio colpito da scarica elettrica sul cantiere, indagine archiviata

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Paolo Mosè | Poco più di un anno fa successe un episodio particolare a Forio, mentre si stavano realizzando dei lavori in uno stabilimento balneare da parte di una ditta, allorquando uno degli operai rimase colpito da una scarica elettrica che gli causò danni fisici di lieve entità. Tant’è che i sanitari del “Rizzoli”, ove venne trasportato, ne evidenziarono la guarigione entro sette giorni. Di quella vicenda se ne sono occupati i carabinieri della Stazione di Forio, il personale dell’Asl Napoli 2 Nord del Servizio di prevenzione e sicurezza ambiente di lavoro, nonché il Locamare di Forio. Ne seguirono una serie di sequestri, di sommarie informazioni di alcuni testimoni e i provvedimenti di sequestro preventivo vennero ritenuti indispensabili dal giudice per le indagini preliminari. A distanza di un anno esatto dalla loro iscrizione nel registro degli indagati, il pubblico ministero Federica D’Amodio ha chiesto l’archiviazione nei confronti di Luigi Costigliola, Raffaele Buono, Barbara Itri e Antuono Romano, accolta dal giudice per le indagini preliminari Roberta Attena dopo diversi mesi di valutazione degli accertamenti eseguiti dalla polizia giudiziaria. Questo è il riassunto di una vicenda che però si è sviluppata e ha avuto una certa risonanza su ciò che accadde proprio nell’agosto dell’anno scorso, allorquando i carabinieri si interessarono del caso dopo che si era consumato l’incidente sul lavoro e che necessitava tutta una serie di verifiche. In quanto dalle prime notizie giunte si riteneva che un operaio era rimasto folgorato e che era stato necessario l’urgente ricovero presso il nosocomio di Lacco Ameno. Mentre si stava realizzando una pedana di circa 300 metri quadrati su degli scogli. Stando agli accertamenti che ne seguirono, venne accertato altresì che non erano state predisposte tutte quelle norme di sicurezza atte a garantire l’incolumità degli operai e che non era stato realizzato preventivamente un quadro elettrico che avesse il compito di interrompere immediatamente l’energia elettrica nel caso di dispersione o quant’altro. Né era stato richiesto all’Enel di predisporre questo sistema a garanzia di chi in quel momento operava su una struttura non certamente agile quale può essere un tratto di scogliera.

L’INTERVENTO DEI CARABINIERI. I carabinieri della Stazione di Forio, nel trasmettere la comunicazione notizia di reato nei confronti dei quattro indagati ora archiviati, informavano contestualmente gli altri organismi interessati ad approfondire le cause di questo evento. Spiegando che «Verso le ore 11:45 di ieri 04.08.2017. lo scrivente unitamente a personale dipendente interveniva in Forio (NA) alla via Provinciale Lacco – Loc. Chiaia per un segnalato infortunio sul lavoro. Sul posto si accertava che presso il cantiere in allestimento, di pertinenza della ditta Venere S.r.l. ed in carico alla ditta esecutrice Mediterranea S.n.c. di Romano Antuono, era rimasto folgorato un operaio che era stato trasportato presso il p.s. dell’ospedale “A. Rizzoli di Lacco Ameno. Da informazioni assunte si apprendeva che il giovane operaio era intento ad effettuare delle saldature sulle travi di sostegno sottostanti la pedana di mq. 300,00 circa in fase di allestimento e si rilevava che, tra gli scogli, vi era effettivamente una saldatrice ad elettrodi marca Teenoweld modello ES7000 matr. 00330216412- Veniva pertanto richiesto l’ausilio di personale specialistico dell’ASL che, all’esito dell’accertamento, rilevava gravi carenze al cantiere in materia di sicurezza del lavoro, ed in particolare in ordine all’impianto elettrico, risultato sprovvisto di quadro elettrico provvisto di salvavita, e pertanto con apparecchiature alimentate direttamente da contatore Enel, nonché in ordine alla viabilità di cantiere. Presso il predetto presidio sanitario si appurava che il sedicente operaio, identificato in Balan Petrus Ciprian, risultava aver riportato lesioni da elettrocuzione ed effetti non mortali da corrente elettrica – traumatismo interno di organi non specificati o mal definiti senza menzione di ferita – e dimesso con prognosi di gg 7 s.c. come da referto. Nella circostanza lo stesso riferiva di essere un dipendente della ditta Maspit Costruzione S.r.l. e che mentre stava effettuando il rinforzo della base delle travi della struttura mediante la saldatura di staffe, inavvertitamente poggiava la mano su una trave rimanendo folgorato. Inoltre, lo stesso precisava che stava effettuando l’intervento da solo e di aver provveduto personalmente a collegare la saldatrice, dichiarata di proprietà della ditta Maspit, all’impianto elettrico con una prolunga».

LE INDAGINI. I carabinieri, come abbiamo detto poc’anzi, eseguirono un’attività d’indagine a largo respiro, non tralasciando alcun particolare. Chiedendo spiegazioni a tutti coloro che direttamente avevano preso parte alla realizzazione della pedana ed in particolare ai legali rappresentanti delle società che si stavano occupando della realizzazione: «Escussi il sig. Itri Claudio, in atti generalizzato, presente sul luogo dell’evento e qualificatosi responsabile della ditta Maspit, lo stesso riferiva, tuttavia, che la ditta aveva ricevuto l’incarico da parte del sig. Costigliola Luigi per la messa in sicurezza della costruenda pedana e di essersi recato in loco in mattinata unitamente al predetto Balan ed al cugino di questi, sig. Pinta Marian, per la consegna di una scala metallica prefabbricata nonché per una ricognizione sui lavori da farsi. Difatti, dopo aver consegnato la scala, che a dire dell’Itri veniva installata da personale della ditta esecutrice, il Pinta e il Balan definiti collaboratori della ditta, sarebbero scesi sotto l’intelaiatura per il controllo della struttura e dopo poco avrebbero udito delle urla. Escusso il Pinta Marian, in atti generalizzato, lo stesso sostanzialmente confermava quanto dichiarato dal predetto Itri, adducendo che il cugino era rimasto folgorato raccogliendo una prolunga che era stata lasciata sulla scogliera». Al fine di far luce su ciò che era accaduto, come mai l’operaio era rimasto attinto da una scarica elettrica e conoscere se avessero predisposto dei sistemi di sicurezza atti ad impedire che si verificasse l’incidente sul lavoro.

IL SEQUESTRO DEL CANTIERE. Ciò valse a definire meglio le ulteriori indagini di polizia e ad individuare i soggetti che si dovessero sobbarcare la responsabilità di custode giudiziario, in quanto si procedette al sequestro di tutta l’area, come accade di solito in questi casi. Attestando, altresì, della presenza del responsabile del servizio di prevenzione e sicurezza dell’ambiente di lavoro della Asl Napoli 2. Attestando particolari molto significativi: «“La ditta Mediterranea S.n.c. di Romano Antuono con sede a Casamicciola Terme, risultava esecutrice dei lavori di realizzazione di una pedana lignea su struttura in travi a doppio T metallici di mq. 300,00. A seguito della folgorazione dell’operaio Balan Petrus Ciprian, di fatto domiciliato a Forio, occorso alle precedenti ore 11:00 circa, si apprendeva che l’operaio risultava appartenente alla ditta Maspit con sede a Barano d’Ischia, la quale non risultava titolare di autorizzazioni ad effettuare lavori presso la suddetta area di cantiere. Inoltre, tra gli scogli e le travi della struttura portante sottostante la pedana, si rinveniva una saldatrice marca Tecnoweld. Quest’ultima veniva sottoposta a sequestro in quanto, interpellato Itri Claudio, dichiaratosi capo cantiere della ditta Maspit, questi riferiva che non era di pertinenza della stessa ditta. Inoltre, si rilevava la violazione degli artt. 81 e 108 D.Lgs 81/08, ovvero l’irregolarità dell’impianto elettrico e delle vie di cantiere, per le quali l’A.S.L. disponeva prescrizioni a parte”. Considerato l’obbligo imposto dalla Legge agli Ufficiali di P.G. di curare che le cose e le tracce pertinenti al reato sia conservato e che lo stato delle cose e dei luoghi non venga mutato prima dell’intervento di P.M., considerato che la libera disponibilità dell’opera edilizia rende ipotizzabile una prosecuzione dei lavori aggravando o protraendo il reato e dovendo quindi comprovare l’avvenuta commissione del reato e contestualmente evitare che il reato sia portato ad ulteriori conseguenze, abbiamo proceduto al sequestro delle menzionate opere edili nonché delle attrezzature e materiale sopra elencato costituenti corpo del reato mediante l’apposizione in loco numero 1 cartelli recanti la scritta “Legione Carabinieri Campania – Stazione di Forio – Cantiere sequestrato”. Si da atto che la persona a carico della quale è stato operato il sequestro, spontaneamente dichiara quanto segue: “La ditta Maspit, nella persona di Itri Claudio, era stata da me chiamata per un sopralluogo finalizzato all’ultimazione della struttura. Io non ero presente al momento dell’evento e, per quanto a mia conoscenza, la ditta Maspit, doveva effettuare un semplice sopralluogo accompagnato da due operai. Voglio precisare che verso le precedenti ore 09:00 odierne, la suddetta ditta mi ha effettivamente recapitato una scala metallica prefabbricata presso il cantiere che ho provveduto ad installare da solo dopodichè mi allontanavo. Voglio infine precisare che la saldatrice rinvenuta non fa parte del materiale in dotazione al mio cantiere”».

IL PROVVEDIMENTO DEL GIP. In quella stessa circostanza veniva nominato custode giudiziario del cantiere sequestrato il Costigliola, come emerge dal verbale di sequestro. Come prescrive il codice, il pubblico ministero di turno chiedeva al giudice per le indagini preliminari la convalida del sequestro preventivo di urgenza che era stato operato nelle ore precedenti dai carabinieri intervenuti e chiedeva di fatto il decreto di sequestro preventivo. A stretto giro il giudice per le indagini preliminari Roberta Attena firmava l’ordinanza di convalida di sequestro preventivo osservando: «Sussiste il “fumus” del reato ipotizzato desumibile dalla c.n.r. della Stazione CC di Forio del 05-08-2017 e dagli atti ad essa allegati (segnatamente, dal verbale di sequestro, dal verbale di ispezione del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ASL Napoli 2 Nord, dal referto medico delle lesioni riportate da Balan Petrus Ciprian e dai verbali di sommarie informazioni). Da tali atti emerge, infatti, che presso il predetto cantiere in allestimento per la realizzazione di una pedana in legno su profilati in ferro a doppia T in data 04-08-2017 rimaneva folgorato un operaio, poi identificato in Balan Petrus Ciprian, dipendente della Maspit Costruzioni s.r.l., il quale, mentre stava effettuando il rinforzo della base delle travi di detta struttura mediante la saldatura di staffe, nel poggiare la mano su una trave, rimaneva folgorato (sul posto veniva, infatti, rinvenuta una saldatrice meglio descritta in atti anch’essa posta in sequestro). Trasportato all’Ospedale Rizzoli l’operaio riportava lesioni da elettrocuzione con prognosi di gg 7 (v. in dettaglio referto medico). Il personale specialistico dell’ASL Napoli 2 Nord, ispezionati i luoghi, rilevava diverse carenze del cantiere in materia di sicurezza del lavoro, in particolare, in ordine all’impianto elettrico, nonché alla viabilità di cantiere. Si osserva, inoltre, che, ricorrendo l’ipotesi di cui all’ultimo comma dell’art 590 c.p., il reato è procedibile d’ufficio. Sussiste, inoltre, il periculum in mora, ravvisandosi il rischio che la libera disponibilità del cantiere, corpo del reato (non conforme alle prescrizioni a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro) possa agevolare la reiterazione della condotta criminosa esposta ed aggravarne le conseguenze».

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