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giovedì, Marzo 28, 2024

Omicidio di Renata Czesniak, Raffaele Napolitano va ai domiciliari

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Paolo Mosè | Raffaele Napolitano è stato posto agli arresti domiciliari. Su decisione del giudice per le indagini preliminari a conclusione dell’udienza di convalida. L’indagato è stato condotto nella sua abitazione di Serrara Fontana nella tarda serata di mercoledì. E’ quello che chiedeva il suo difensore di fiducia, avv. Daniele Trofa, ravvisando che la vicenda non è affatto chiara, sussistendo vari motivi per ritenere che non avesse commesso l’omicidio preterintenzionale, così come è convinto il pubblico ministero.
Facendo proprie le conclusioni delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo e della Stazione di Barano. Hanno avuto un peso anche le dichiarazioni dello stesso indagato, che sin da subito si è dichiarato estraneo, manifestando in ogni occasione la propria innocenza. E spiegando il perché con la ricostruzione dei fatti, che evidenziavano una situazione del tutto diversa da come è stata rappresentata.
Se il giudice lo ha posto ai domiciliari, ha qualche dubbio, diversamente in questa fase difficilmente avrebbe disposto una misura meno afflittiva.
Mantenendo la detenzione in carcere come auspicato dalla procura della Repubblica per un episodio che ha un alto indice di allarme per il susseguirsi di femminicidi che si registrano ormai con troppa frequenza. La difesa aveva manifestato qualche possibilità di ottenere la detenzione in casa, anche se aveva messo nel conto ciò di cui l’attuale indagato si era reso protagonista negli anni passati e rendeva la situazione alquanto complessa e difficile. E in particolar modo quel processo che è tuttora in corso per fatti simili (per il coinvolgimento degli stessi protagonisti) di maltrattamenti in famiglia e lesioni; per il quale erano state adottate anche delle misure cautelari che solo poco tempo fa sono state revocate, anche per volontà della stessa vittima, che aveva ritirato la denuncia e una volta libero Napolitano, ella stessa aveva deciso di ritornare a convivere con lui. L’altro elemento che certamente avrà avuto un peso nella decisione del giudice è lo stato psicofisico della donna e dello stesso indagato.
Entrambi manifestamente in stato di ebbrezza per aver alzato a dismisura il gomito. Ed ancora manca allo stato l’autopsia, che è determinante per chiarire l’aspetto principale: la causa della morte. Se è stata dovuta alla caduta o se invece qualcos’altro si è manifestato e che i soccorritori giunti prontamente non sono riusciti ad individuare. Solo l’esame del consulente patologo che il pubblico ministero dovrà comunque nominare potrà chiarire ogni aspetto e rendere questa ennesima vicenda isolana più chiara, per giungere ad una definizione quantomeno la più veritiera possibile di una indagine iniziata con l’accusa di omicidio.
L’avv. Daniele Trofa sta valutando se procedere con un ricorso al tribunale del riesame, ma è una valutazione che necessita di un approfondimento anche alla luce dei rilievi della polizia giudiziaria e delle dichiarazioni rese da alcuni testimoni, che appaiono da una prima lettura contrastanti.

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