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venerdì, Aprile 19, 2024

Nuova Ischia, il crepuscolo di una idea fra arbitri, errori (di mercato) e poca abitudine a vincere

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Checché se ne dica, al “Vezzuto-Marasco” la Nuova Ischia ha visto chiudersi un suo primo ciclo. Partita con dichiarati intenti di primeggiare nel girone B, o comunque di raggiungere l’Eccellenza al termine della stagione, la squadra gialloblu si è più volte sgonfiata – soprattutto nel girone di ritorno – scoppiando all’ultima vera curva della corsa. Cosa è successo? Tante cose, o sarebbe meglio dire di tutto. Se solo si pensa a come era messa la compagine ischitana 5 mesi fa, subentra una grande tristezza. Chiuso il girone d’andata da indiscussa protagonista del lotto, ovvero forte del titolo di Campione d’inverno e con Arcobelli in vetta alla classifica dei marcatori, la Nuova Ischia pareva veleggiare – con tutto il vento dietro la sua poppa – verso il più bello ed atteso ritorno nella massima categoria regionale.
Bacoli Sibilla e Mons Prochyta sembravano belle comparse pronte a giocarsi il tutto per tutto solo per approcciare i play off col massimo vantaggio sulle altre concorrenti. La troppa tranquillità, quindi, potrebbe aver indotto la società gialloblu ad organizzarsi già in vista della stagione futura, e forse a strafare sul mercato, attraverso il quale è riuscita ad assicurarsi almeno due mostri sacri delle categorie dilettantistiche campane: i fratelli Saurino. Ma, ovviamente non per colpa dei due ex Real Forio (non è giusto buttare la croce sui pochi), al ritorno in campo dopo la sosta natalizia le cose sono andate in maniera opposta rispetto a come avevano proceduto solo fino a 20 giorni prima.

ARBITRI – Chissà cosa sarebbe successo se il signor Luca Chianese di Napoli avesse concesso ai gialloblu quel calcio di rigore, apparso a tutti nettissimo e confermato beffardamente nel dopo gara anche dalla stessa timida giacchetta nera, agli sgoccioli della partita che i gialloblu hanno chiuso 0-0 al “Mazzella” contro il Rione Terra. Era la prima giornata del girone di ritorno e in quel momento (pare) sono cominciati tutti i guai. Ne è passata di acqua sotto il ponte che collega Ischia al Castello Aragonese e ne sono passate anche di altre decisioni arbitrali infelici che hanno condizionato la seconda parte di campionato della Nuova Ischia.
Si, perché anche – almeno – nelle successive 2 gare (quelle perse a Bacoli e con la Puteolana) i fischi dei direttori di gara sono andati a sfavore degli isolani. Due espulsioni, di Gianluca Saurino (non sarà l’ultima) e Camorani (dopo un incredibile scambio di persona) aggravano il bilancio e, insieme al successivo pari casalingo col San Giuseppe, costano la testa della classifica. La Nuova Ischia non la toccherà più. Nel mentre, una brutta polemica coi sibillini, dovuta ad una squalifica non ridotta in appello al sibillino Mazzeo prima dello scontro diretto del “Chiovato” ha esasperato gli animi in vetta e (forse) distolto per un attimo la squadra di mister Isidoro dall’obiettivo gara.
Sulle successive espulsioni comminate a Gianluca Saurino, non sempre meritate, si è detto e ridetto, ma forse i problemi creati dal bomber autore di 12 gol in Eccellenza fino a fine novembre sono stati più di natura tattica. Fatto sta, che la Nuova Ischia usciva da un mercato faraonico per la categoria. Un mercato che ha tolto certezze e serenità alla squadra.

CALCIATORI NON VINCENTI – “Purtroppo mi son reso conto di una cosa che mi servirà in futuro come esperienza. Purtroppo in certi momenti della stagione, in partite importanti come questa che abbiamo affrontato contro il Mons Prochyta, avessimo avuto qualche giocatore abituato a vincere, avremmo sicuramente ottenuto risultati diversi. I calciatori abituati a vincere sono quei calciatori che hanno già vinto qualche campionato. Ne serviva qualcuno in più in rosa. Purtroppo se ci sono giocatori che in tutti gli anni vincono un campionato ed altri che arrivano sempre secondi o terzi o si salvano, un motivo ci sarà”, ha detto solo poche ore dopo la sconfitta a Monte di Procida il tecnico isolano Isidoro Di Meglio. Sarà, ma è anche vero che la società gialloblu gli ha messo a disposizione una specie di Ferrari che, sugli spesso duri e fangosi sterrati che si trovano in Promozione, ha fatto fatica a raggiungere la massima velocità. Anzi, non è mai arrivata a toccarla. Però, la Nuova Ischia non ha perso l’Eccellenza sul campo del Mons Prochyta domenica pomeriggio. Infatti per evitare le non vittorie contro Rione Terra, Puteolana, San Giuseppe, Oratorio Don Guanella, Massa Lubrense e Santa Maria la Carità, molte delle quali arrivate in grigi pomeriggi al “Mazzella”, non sarebbero serviti dei fuoriclasse. E’ proprio negli 11 punti persi contro queste compagini che, oltre ad esserci il distacco poi avuto dalla prima in classifica Bacoli Sibilla, vanno ricercati anche il perché ed il per come il secondo posto e tutti i vantaggi che ha portato nei play off sia andato al Mons Prochyta. Che, come i sibillini, non aveva così tanti calciatori capaci di fare la differenza. Sicuramente non più della Nuova Ischia, che annovera vari calciatori che hanno vinto almeno un campionato, da Mennella a Camorani, a Cuomo, Chiariello e Di Spigna. Va detto, che la squadra gialloblu ha ceduto il prosieguo nel cammino verso l’Eccellenza ad una squadra, quella montese, contro cui in 3 gare stagionali non ha mai perso entro i 90 minuti e che quindi non gli è affatto superiore. Il campo parla chiaro.
Una parte di verità nel discorso di mister Isidoro però c’è: ai calciatori della Nuova Ischia sono mancati gli attributi, è mancata la cattiveria che impone la voglia di raggiungere un obiettivo. Solo in rare occasioni i ragazzi isolani hanno saputo soffrire e non perdere la testa – parliamo del girone di ritorno, che è la parte più difficile del campionato – e solo in rari casi hanno dimostrato che la bambagia in cui li ha tenuti la società finora forse era meritata. Si, perché tutto si può dire alla società gialloblu, ma non che non sia stata presente – a tutti i livelli – al fianco dei suoi tesserati, compreso l’allenatore. Quindi, è vero che l’anello debole della catena ischitana è stata la sua rosa, anche se la stessa è stata gestita da un mister solo alla sua seconda esperienza in panchina ad un certo livello.

MERCATO – La confusione tattica (ma non solo) che ha portato il mercato di dicembre nella rosa gialloblu è stata tangibile. Il 4-3-3 o 4-3-1-2 adottato dalla Nuova Ischia fino a Natale è stato sottoposto a stravolgimenti così come il fragile (col senno del poi) carattere di Arcobelli. Ovviamente, più di tutto ha pesato l’arrivo in squadra di Gianluca Saurino, bomber dalle splendiode ed innate qualità tecniche ma dal carattere impossibile da domare. Nemmeno da se stesso.
Nessuno aveva pensato a quanto potesse andare ad incidere la presenza in rosa di un calciatore così difficile da gestire, soprattutto perché il tutto sembrava poter procede come una cavalcata trionfale e senza intoppi. Che invece ci sono stati. Le tante giornate di squalifica rimediate dalla punta (che ha chiuso con la quarta espulsione il suo orrendo girone di ritorno) non possono non aver comunque minato la serenità del gruppo isolano. Inoltre, i comportamenti in campo dell’ex Real Forio hanno certamente creato molte difficoltà di amministrazione ad Isidoro Di Meglio, che durante le gare (e forse non solo…) è stato più impegnato a tenere calmo il suo attaccante che a bearsi delle sue giocate.
Per non parlare di Arcobelli, completamente sparito dai radar da gennaio ed autore di sole tre reti (nessuna decisiva) in 17 gare dall’inizio dell’anno. Dopo averne fatte 15 nella sola andata. Il bomber torrese pare essere il classico “marinaio di buon tempo”, quello che alla prima increspatura del mare scappa in coperta a vomitare anche l’anima. Non è dato sapersi cosa è realmente scattato nella mente di Domenico da fine dicembre il poi: forse, dopo l’arrivo del nuovo compagno d’attacco, ha pesato il non sentirsi più la prima donna del gruppo, l’unico terminale offensivo, o forse ha pesato la difficilissima coesistenza tattica con un calciatore che rende solo se è lui la prima donna. Forse ha pesato tutto, anche i risultati negativi arrivati nel prosieguo, che lo hanno fatto scivolare più volte in panchina e, quindi, più volte nella depressione sportiva e fisica. Ad oggi, comunque, non è dato sapersi se esiste (probabilmente si) la compatibilità tecnica fra le due punte in questione: forse solo le contingenze (errori arbitrali, sfortuna e altro) hanno fatto si che i due non potessero davvero esprimere al meglio le loro indubbie qualità, sottratte purtroppo alla Nuova Ischia ed ai suoi risultati.

CICLO CHIUSO – La vittoria di un campionato, come il qualsiasi raggiungimento di un obiettivo nel calcio, non è solo fredda contabilità di investimenti o facile aggregazione di talenti e classe. Non lo è a nessun livello. La vittoria di un campionato è alchimia, è la sintesi non artificiale, ma artigianale, di anime e capacità. Alla Nuova Ischia non è riuscito nulla di tutto questo in questa stagione, o forse le è riuscito solo in parte. Per tanti motivi, bastati a far fallire un progetto e chiudere un ciclo. Chissà se, quindi, saranno messe in pratica le dure parole pronunciate dal presidente Ivano Balestriere (“se falliremo la promozione ogni calciatore dovrà andare altrove perché sicuramente cambieremo di molto l’organico. Loro avevano un obiettivo ben preciso, sapevano che la Nuova Ischia doveva fare il campionato per vincerlo. Sono stati messi in condizione di poterle fare e devono rispondere loro come calciatori e non noi come società”): noi abbiamo ragione di crederlo. Ma per farlo servirà una decisa inversione di rotta, che formi un organico mixato al meglio fra giovani dell’isola (possibilmente attaccati alla maglia e non ad altro…) e qualche calciatore di categoria che abbia voglia di mettersi in discussione e che, soprattutto, non costi un occhio dalla testa. Chi vivrà vedrà, ma la palla resterà rotonda.

1 COMMENT

  1. Rivogliamo la ss Ischia Isolaverde che giocassero al rispoli l anno prossimo hanno calcato quel terreno di gioco signori giocatori ad oggi solo solo ex calciatori se così li vogliamo chiamare. Invece di formare una nuova società bastava aiutare a non fallire. Sta bene così……

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