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venerdì, Aprile 19, 2024

Non ci resta che pregare

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Ciò che ho letto ieri e l’altroieri sul nostro Giornale mi rattrista fortemente. La situazione di Don Giovanni Trofa e Don Nello Pascale, a prescindere dalle accuse e dalle prove che l’hanno scaturita, tuttora a noi sconosciute, rappresenta un autentico macigno per la nostra Comunità cattolica, già tutt’altro che povera di episodi e lotte intestine che l’hanno sempre più indebolita nel corso del tempo.

davide-188x80Il fatto stesso che il Vescovo Lagnese abbia chiesto preghiera e silenzio ai propri sacerdoti, in modo da evitare contraccolpi mediatici su una vicenda già fin troppo triste di per sé, ottenendo invece di tutta risposta un contatto a dir poco tempestivo con il nostro Direttore che gli consentisse lo scoop da una fonte quanto mai diretta, è la testimonianza lampante di uno stato di assoluta insubordinazione che alberga in una parte del clero di casa nostra. Un fenomeno che si ripete nel tempo, se consideriamo quanto accadde nell’ultima parte del mandato del nostro compianto Padre Filippo Strofaldi e che abbiamo puntualmente raccontato dalle nostre colonne.

Anche i più insensibili, pur auspicando che chi e se ha sbagliato paghi (apprezzando così il nuovo corso dettato da Papa Francesco in termini di “tolleranza zero”), converranno sul fatto che sia l’immagine di tutta la Chiesa ischitana ad uscirne danneggiata, non solo quella dei due protagonisti, messi oggi nelle condizioni (seppure in modo totalmente diverso) di pagare a caro prezzo le proprie presunte colpe. E uso il termine “presunte”, perché a tutt’oggi nulla è dato sapere di quanto sia realmente accaduto per provocare conclusioni così drastiche a danno dei due prelati.

Proprio rispetto a queste ultime nasce il mio timore principale, per quella che potrebbe essere una possibile reazione a catena che scopra tanti –forse troppi- altarini finora sottaciuti. Da una parte, sarebbe bene fare una volta e per tutte chiarezza, ove mai esistessero altre situazioni censurabili che potrebbero venire fuori; dall’altra, come si farebbe fronte ad altri provvedimenti analoghi, sia in relazione al già eccessivo stato di inquietudine imperante tra i fedeli, sia per la ben nota penuria di “operai nella messe”, che metterà certamente il Vescovo Pietro nelle condizioni di dover bruciare le tappe di qualche sacerdote più giovane da porre in sostituzione dei due destituiti, oppure “pescare” qualcuno fuori dai confini dell’Isola?

Quanto sta accadendo oggi nella Chiesa di Ischia, se vogliamo, non è né più né meno dello specchio fedele di un contesto logorato dall’inciviltà, dall’egoismo, dall’ignoranza, dalla litigiosità, dall’intolleranza, dalla cattiveria gratuita, dalla grettezza, dalla chiusura mentale dell’ischitano-tipo, laddove la condizione di insularità tende ad aggravare, anziché mitigare, l’incidenza negativa di tali autentici bubboni sociali, spesso accettando il contributo di ingiustificabili quanto deplorevoli deliri d’onnipotenza. E’ pur legittimo rilevare che non siamo certamente il primo paese d’Italia a vivere un dramma diocesano del genere, ma è altrettanto vero che come in tutti i piccoli centri che si credono, a torto, il centro del mondo, solo quando è il nostro backyard a venir colpito, ci si preoccupa in qualche modo di tutto ciò che ne può conseguire. O almeno, resta una nostra preoccupazione fin quando, a conti fatti, magari ci si rende conto che il tutto è passato e ciò che ci appartiene direttamente non ne è rimasto danneggiato. Per poi voltar pagina, impietosamente.

L’altroieri, su Facebook, ho scritto lapidariamente: “Comunque sia, io prego per loro!” Proprio così, io ho pregato e pregherò per Giovanni e Nello, più di quanto non abbia già fatto altre volte, da tempo. Lo farò perché è giusto così; perché al di là di quanto sapevi o immaginavi, è impossibile non compenetrarsi nel disagio e nel dolore di due uomini i quali, da un giorno all’altro, si troveranno a dover dare un senso alla loro vita e, soprattutto, a capire dove e come poterlo fare nel migliore dei modi. Si dice che per Don Nello la riduzione allo stato laicale sia stata una sua scelta, mentre per Don Giovanni si sarebbe giunti ad un provvedimento finale del Tribunale Ecclesiastico. Comunque sia, in entrambi i casi (ribadisco, a quanto pare molto diversi tra loro), bisognerà ricominciare daccapo. E il difficile –inutile ergersi a maestri- sta proprio lì!

Prego anche per tutti coloro i quali gravitano nell’orbita del mondo cattolico nostrano, non solo i Ministri che, come ha scritto Papa Francesco nella preghiera del Giubileo della Misericordia, il Signore volle “anch’essi rivestiti di debolezza per sentire giusta compassione per quelli che sono nel l’ignoranza e nell’errore”. Ho timore, infatti, dopo questa spiacevole vicenda, che a più d’uno stiano tremando i polsi pensando ad un eventuale, sventurato “prossimo turno”.

E prego anche per noi tutti, per quelli che ci credono veramente, quelli che fanno di tutto per rispettare, tra mille difficoltà, l’umile cane per il Sommo Padrone e mantenere saldi nel proprio cuore quei dettami di fede pronti a scricchiolare non solo per la fragilità della nostra condizione, ma anche per quegli episodi che molto spesso ci assalgono e che, sovente, producono in ciascuno di noi effetti peggiori delle più irresistibili e deleterie tentazioni.

Io prego, perché sono sempre più convinto che uscire da questo tremendo cul-de-sac sia sempre meno alla portata di Te, Chiesa tutta di Ischia: non ci resta che pregare!

1 COMMENT

  1. Ringrazio Davide per aver riportato il mio pensiero come quello di tanti altri nel suo articolo e aggiungo che tutti gli altri prelati compreso S.E. Lagnese potessero riportare la loro mente a leggere quel passo di Vangelo quando pronti a lapidare la donna trovata in fragranza di adulterio Gesù disse÷Chi di Voi è senza peccato scagli la pietra . E disse alla donna va e non peccare più. Dove è il vostro perdono cari confratelli di don Giovanni Trofa e don Nello Pascale? Quale Gesù dite a noi popolo di Dio ci portate a conoscere? Caro Davide io conosco in me la Fede che mi hanno trasmesso i miei e Dio sa quanto è grande ed io pur di conservarla da oggi starò lontano da tali poteri occulti.Grazie per lo spazio concessomi.

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