fbpx
giovedì, Aprile 25, 2024

Non accettano i nuovi turni, il ricatto dell’EAV. In 26 trasferiti tra Sorrento e Comiziano

Gli ultimi articoli

Ricattati dalla propria azienda, traditi dai propri rappresentanti sindacali e, forse, lasciati soli dalla società civile, gli operai dell’EAV BUS sono nuovamente sul piede di guerra e, questa volta, perché la propria azienda ha deciso di fare il “forte con i deboli”. Si, proprio così, forte con i deboli e, cosa ancora peggiore, con la complicità e l’avallo di chi era chiamato a difendere i diritti dei lavoratori. I veri traditori: i sindacalisti locali e regionali. Non una voce fuori dal coro, non una protesta ma, forse, solo uno squallido baratto dove da un lato ci sono state promozioni o agi aziendali e, dall’altro, il destino di padri di famiglia, di lavoratori e di uomini e di famiglie che lo scorso 21 agosto hanno subito il dolore del terremoto. Prima di leggere l’accorato appello dei lavoratori che nei prossimi giorni annulleranno la propria iscrizione alle sigle sindacali, è bene chiarire la vicenda. Lo scorso ottobre, in vista della gara per la privatizzazione del servizio l’azienda ha iniziato a preparare il terreno all’arrivo del partner privato che dovrà incassare i danari pubblici. E come? Imponendo con le buone o con le cattive turni di 8.40 ore rispetto alle attuale 6.20. Una imposizione che viene calata dall’alto con la connivenza di chi avrebbe il dovere di legarsi ai cancelli e fare le barricate. Cossì, mentre i sindacati vivono il loro “bounty” ischitano con l’ammutinamento dei lavoratori, l’azienda punisce i più deboli e firma gli ordini di servizio a partire dal prossimo 11 dicembre. 26 lavoratori ischitani, alcuni delle zone del sisma senza una case, sfollati e con le famiglie legate solo a quel reddito costretti a ruotare per “soddisfare” gli esuberi. Sono 16 quelli che devono prendere servizio a  Sorrento, 3 a Comiziano (località non servita da servizio pubblico), 3 a Torre Annunziata e altri 3 ad Agnano. Una vera e propria punizione perché, si mormora in officina, che dal prossimo gennaio ci sarà un altro scaglione di lavoratori ischitani costretti a questo trattamento all’esilio e la lavoro fuori sede. Una turnazione che durerà non meno di 25 giornate lavorative effettive. Ma questa è una guerra che non dobbiamo perdere e che dobbiamo combattere fino alla fine. Nella loro lettera/appello, i lavoratori chiedono ai sindaci dell’isola, alle associazioni, al commissario Grimaldi, al mondo politico e a quanti hanno a cuore le sorti dei servizi pubblici sul nostro territorio di intervenire quanto prima e fare chiarezza su questo “ricatto” che, nel 2017, non trova nessuna giustificazione!

 

LA LETTERA

«Il personale tutto dell’EAVBUS di Ischia, lancia un accorato appello a tutte le Amministrazioni e le associazioni e anche e soprattutto al Commissario per il terremoto Dott. Giuseppe Grimaldi al fine di scongiurare una discutibile e scellerata decisione, intrapresa dalla dirigenza Aziendale EAV, la quale a fronte di una presunta valutazione dalla quale emergerebbe, a Loro dire, un  esubero di personale, intenderebbe trasferire una parte del personale in terra ferma. Tale decisione tocca una comunità che ha già dovuto sopportare una stagione lavorativa caratterizzata da temperature a dir poco straordinariamente eccezionali,  con mezzi aziendali per la maggior parte sprovvisti di sistema di climatizzazione, stress da traffico e condizioni lavorative al limite della sicurezza, e come se non bastasse il dramma subito dal terremoto. L’intera comunità porta ancora i segni indelebili di situazioni emotive che si ripresentano continue ad ogni minimo sussulto, causando tensioni e stati di agitazione che non rappresentano certamente una condizione di tranquilla e serena esistenza. Per altro l’azienda stessa propone trasferimenti in zone difficilmente raggiungibili con mezzi pubblici, tipo Comiziano e Torre del Greco, aggravando ancora di più la condizione economica poiché il personale sarebbe costretto  a sostenere il costo dei trasferimenti a proprie spese.  Si ricorda inoltre che molti dei lavoratori hanno famiglie monoreddito, e per buona parte alcuni hanno permessi per la 104 e non ultimo famiglie con mutui da pagare. Questi trasferimenti sono un alternativa a cui appellarsi,  a fronte di una proposta aziendale assolutamente inaccettabile. Infatti l’Azienda proponeva ai lavoratori una flessibilità lavorativa allungando la prestazione di guida dalle attuali 6 ore e 40 circa a 8 ore e 20. Il tutto rimanendo inalterate tutte le percorrenze, che risultano risalenti a 34 anni fa. Un proposta che considerarla indecente è un eufemismo. Pertanto l’intero personale chiede l’intervento deciso e concreto di tutte le amministrazioni isolane e di tutte le categorie e associazioni, al fine di scongiurare un iniziativa spregiudicata discriminante e iniqua nei confronti di tutta l’isola.»

5 COMMENTS

  1. Quando fu creata l’Eavbus, la Sepsa fu accorpata con la Circumvesuviana e un’altra azienda. Adesso in Eav comandano quelli della Circumvesuviana, gli ex dirigenti Sepsa sono stati sconfitti e cacciati. Ecco perché i lavoratori di Ischia devono andare a Sorrento o a Comiziano.

  2. Possono chiedere ciò che vogliono ,che imparassero prima ad essere più educati !poi se sono esigenze aziendali non possono pretendere niente,quante persone in tutta Italia vengono trasferiti!,ci sono i professori che fanno km per raggiungere il posto di lavoro!loro che sono i figli della gallina bianca????che non vogliono il trasferimento,va be ma è tutto inutile con i privati perdono il tempo.

    • Non e solo una questione di private. Il lavoratore e l’uomo in generale non e piu utile al mondo lavorativo come una volta. La technologia va proprio verso il driver free e dove tutto viene fatto con meno personale. Questo e un modo per far stancare il lavoratore e arrendersi. Se I politici non fanno o dicano nulla e perche o non possono o perche sanno che e inevitabile.

  3. Non avete detto niente quando si e privatizata la vecchia SEPSA perche e quello che ci viene inposto da l’europa ed allora bisogna seguire il vecchio adagio napoletano “O Chista o Cazz”

  4. Quanti scioperi nazionali non hanno fatto per paura di perdere il posto? Ora che i vostri diritti sono stati annullati allora lavorate da annullati.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos