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venerdì, Marzo 29, 2024

Niente depurazione, l’Evi deve restituire i soldi fregati agli utenti!

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Condanna che brucia. Due clamorose sentenze del Giudice di Pace per i comuni di Forio, Lacco Ameno e Casamicciola. Confermate le denunce de Il Dispari: i tre comuni scaricano in mare acque reflue non depurate. Le consulenze tecniche svolte anche con l’ausilio dell’Arpac inchiodano i vertici della società alle loro responsabilità. Valori allarmanti di escherichia coli. Uno sconquasso non solo economico, che la dice lunga sulla gestione dell’Evi

 

Il caso | Una vera batosta per l’Evi spa le due sentenze pubblicate il 9 gennaio scorso dal Giudice di Pace di Ischia Carro, a cui erano ricorsi utenti lacchesi, casamicciolesi e foriani, difesi dall’avv. Vito Manna. In pratica, è stato accertato che l’Evi incassa illegittimamente sulle fatture per la fornitura idrica le somme riportate alla voce “depurazione” dagli utenti non solo di Forio, ma anche di Lacco Ameno e Casamicciola Terme. Da quanto riportato nelle due sentenze (le nn.. 40/2017 e 43/2017) si evince infatti che questi tre comuni sono sprovvisti di idoneo sistema di depurazione delle acque reflue. Una situazione peraltro già evidenziata da Il Dispari nel 2014 a seguito della sentenza dell’allora Giudice di Pace di Ischia Uccello. Dunque Forio, Lacco Ameno e Casamicciola scaricano in mare acque reflue non depurate, a conferma del l’inserimento nella black list della nostra isola da parte dell’Unione Europea a causa del mancato rispetto della direttiva sulla depurazione, come denunciato da Il Dispari appena un mese fa.

Dunque avevamo piena ragione. E le due sentenze che condannano l’Evi a restituire agli utenti le somme illegittimamente incassate per un servizio inesistente avranno ricadute pesantissime non solo economiche sulla società idrica. Perché mettono i vertici con le spalle al muro per essere responsabili di una scorretta gestione del servizio di depurazione e aver causato inquinamento marino.

Queste due ultime decisioni del Giudice di Pace Carro infatti sono certamente più importanti di quella precedente in quanto sono state svolte accurate consulenze tecniche anche con l’ausilio dell’Arpac. sia per quanto riguarda la centrale sita a Forio alla Piazza C. Colombo, sia per quanto riguarda quella di Lacco Ameno alla Piazza Girardi. E i dati emersi sono oltremodo allarmanti: basti considerare che i valori degli escherichia coli superano in maniera clamorosa i valori tabellari, in quanto sono stati riscontrati 1.500.000,00 di UFC/100ml a fronte dei 5.000,00 indicati quale limite massimo! Ma non basta. a questo quadro già grave va aggiunta la mortalità riscontrata della Daphnia Magna, un piccolo crostaceo planctonico utilizzato appunto per il monitoraggio ambientale. Tale mortalità attesta la tossicità delle acque reflue versate nel bacino recettore (ovvero in mare) attraverso condotta sottomarina, che è pari al 100% a fronte del 50% quale limite massimo ai sensi del d.lgs 152/2006. Questo per quanto riguarda lo scarico in mare a Forio, ma lo stesso discorso vale per la centrale di raccolta delle acque del comune di Lacco Ameno.

Dunque l’istruttoria compiuta ha consentito di accertare l’inesistenza del servizio di depurazione. Di qui le sentenze che condannano l’Evi a restituire agli utenti le somme addebitate alla voce “depurazione”.

Scrive il giudice Carro nella sentenza n. 40 accogliendo la richiesta dell’utente di Lacco Ameno: «Dall’istruttoria compiuta e dalla condivisibile CTU è emerso che non risulta espletata una corretta e legittima (rispetto ai parametri di legge) attività di depurazione, né per quanto riguarda la metodologia complessiva utilizzata…. né per quanto riguarda gli esiti ovvero ciò che viene immesso in mare e che risulta, secondo le analisi effettuate, avere elevati e pericolosi valori di BOD5 E COD (assenza di ossigeno, necessario all’auto depurazione, ed elevata quantità di azoto ammoniacale) oltre che di escherichia coli. Il tutto senza che risulti mai concessa alcuna autorizzazione dal Comune di Lacco Ameno per lo scarico in mare di tali sostanze».

Per quanto riguarda invece gli utenti del comune di Forio, la sentenza n. 43 è altrettanto chiara: «Dall’istruttoria compiuta e dalla condivisibile CTU è emerso che non risulta espletata una corretta e legittima (rispetto ai parametri di legge) attività di depurazione, né per quanto riguarda la metodologia complessiva utilizzata…. né per quanto riguarda gli esiti ovvero ciò che viene immesso in mare all’esterno del Porto di Forio d’Ischia che risulta, secondo le analisi effettuate dell’Arpac, notevolmente più tossico di ciò che entra nelle vasche di raccoglimento…».

Le analisi non mentono. Non ci sono più dubbi. L’Evi per tutti questi anni si è pappata i soldi dei cittadini per una depurazione mai effettuata, come peraltro era più che evidente. Ora qualcuno dovrà pagare. E non ci riferiamo solo alle somme da restituire agli utenti che sconquasseranno il bilancio e ad un eventuale danno erariale. La magra figura rimediata la dice lunga sulla gestione anche politica della società.

 

 

2 COMMENTS

  1. E a breve fioccheranno le minchiate degli amministratori EVI sull’importanza del pagare anche in assenza di depurazione assente o minima. Vergogna.

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