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giovedì, Aprile 25, 2024

“Nessun diritto” a San Vito e Del Deo Lagnese nella crociata contro Forio

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Gaetano Di Meglio | La crociata di Lagnese. Come un invasore crociato, l’ex parroco di Vitulazio si lancia in una battaglia difficile da combattere. L’ultima volta che un vescovo si “permise” di pensare una cosa del genere morì. E la storia di Filippo Strofaldi urla ancora. Eggià, come il vescovo buono, Strofaldi, anche quest’altro vescovo (meno buono, ma combattivo) Lagnese, ha deciso di violare il “sacro” (ci vien da ridere) diritto di “presentazione”. E, come un coraggioso, Lagnese inizia da Forio e dalla Parrocchia di San Vito.
Indossata l’armatura e impugnata la spada, il vescovo di Ischia ha chiesto al “papa” di Forio di rinunciare al suo diritto di presentazione e di non mettere becco nella nomina del parroco di San Vito.
Lagnese, per le vie brevi, ha chiesto a Del Deo di rinunciare al diritto sulla Parrocchia e di lasciargli nominare il successore del vecchio don Giuseppe Regine in santa pace, senza influenze. E così, come se niente fosse, inizia la crociata del 2019. Quella della chiesa (ischitana) invasore in terra “turca”. Mutuando la parole del trailer del Gladiatore, ci troviamo con un “Vescovo” che sfidò un “papa”. La storia, oltre alla morte di Strofaldi che fu offeso dalle pressioni della politica e che pagò dazio sotto il peso del “diritto di presentazione” alla “Parrocchia” con Don Gino Ballirano, insegna che Lagnese ha già perso a Forio. Il vescovo di Ischia, infatti, è stato costretto ad ingoiarsi il boccone amaro del “divorziati”.
Era il 2016 quando il Vescovo dovette ammettere gli “irregolari” secondo la chiesa ma “regolari” secondo il poter imperante a Forio.
Con una lettera, il vescovo Pietro Lagnese citando Amoris Laetitia di Papa Francesco cambiò le regole consentendo, «anche a persone che vivono situazioni cosiddette “irregolari”, di poter essere iscritte a pieno titolo alle confraternite con la possibilità di essere pure elette per lo svolgimento di compiti direttivi».
Ma quella di ora, quella di far rinunciare al comune di Forio ai “diritti” sulla chiesa di San Vito (tra l’altro di proprietà comunale) è una vera e propria mission impossibile. Altro che Crociata.
E ci vuole ben altro che una “armata Brancaleone” per sfidare il potere foriano, il papa bianco del Torrione, l’uomo che, forse, ha più potere in Vaticano di Lagnese: Francesco Del Deo.
La necessità del Vescovo, come detto, è quello di nominare il prossimo parroco di San Vito senza interferenze e senza tener conto di quelle che sono le voglie del consiglio comunale del Torrione che, in questo caso, sicuramente, voterà all’unanimità contro la richiesta del Vescovo.
Nessuno di quelli che siedono nella sala del Consiglio comunale, infatti, vuole essere indicato come quello che ha svenduto San Vito ai preti di Ischia.
Nei giorni scorsi, l’auto bianca di Del Deo, è stata vista in zona Episcopio. Secondo i bene informati, infatti, Strofaldi e don Agostino Iovene (prete dall’ascendente politico di ampio raggio, uomo di potere, di danaro e politica) hanno incontrato proprio il sindaco Del Deo anticipandogli l’invio di una nota circostanziata proprio nel merito di “diritto di presentazione” concernente la nomina del parroco della parrocchia di San Vito Martire in Forio.
« mi preme in modo particolare manifestarLe la riconoscenza che la Chiesa di Ischia – si legge nella nota inviata da Lagnese a Del Deo – nel corso del tempo ha cumulato per i frutti spirituali e il sostegno materiale che dall’uso di tale diritto sono derivati per il Popolo di Dio per la comunità civile di Forio».
«In modo particolare – continua il vescovo -, in relazione alla nomina dei parroci, giova innanzitutto ricordare il decreto del Concilio Vaticano II Christus Dominus (28 ottobre 1965), al n. 28, dove si legge che il Vescovo, come padre della famiglia del presbiterio, “per poter meglio e più giustamente distribuire i sacri ministeri tra i suoi sacerdoti, deve far godere della necessaria Libertà nel conferire gli uffici e i benefici.”
Conformemente a questo principio, la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Ecclesiae Sanctae (6 agosto 1966), all’art. 18 comma 1 afferma: “Il bene delle anime esige che il Vescovo goda della libertà richiesta per conferire con giustizia ed equità ai sacerdoti più idonei gli uffici e benefici, anche non curati. […] sono abrogate le consuetudine e ritirati i diritti quanto alla nomina, all’elezione, alla presentazione di sacerdoti ad un ufficio o beneficio parrocchiale.”
Recependo la volontà e le indicazioni del summenzionato Magistero, il Codice di Diritto Canonico del 1983 non fa più menzione del diritto di patronato e propone il libero conferimento come via ordinaria per la nomina dei parroci, considerando la presentazione e l’elezione come eccezioni (cf. can. 523 CIC).
Nel caso della Parrocchia di San Vito Martire in Forio, il diritto di patronato risale al Decreto emesso nel 1306 dall’allora Vescovo Pietro. In virtù del Can. 83 comma 2 CIC è facoltà del Vescovo attuale valutare se sia conveniente o meno mantenere il suddetto privilegio e, in caso, se sia opportuno dire tardi la cessazione.
Dopo aver consultato la Santa Sede e i membri del Consiglio presbiteriale, conformemente alla direzione che la Chiesa Universale è indicato a partire dal Concilio Vaticano II, sono giunto alla conclusione che oggi la miglior soluzione pastorale per la parrocchia di S. Vito Martire in Forio, sia quella di avere un parroco liberamente nominato dal Vescovo, come avviene normalmente per le altre comunità della diocesi.
È mio vivo desiderio che ciò possa avvenire con il comune accordo delle parti interessate per proseguire il cammino congiunto tra comunità parrocchiale e comunità civile iniziato secoli fa. Per questo, prima di emettere un decreto di cessazione del suddetto privilegio, è mia premura chiedere a codesta amministrazione comunale di voler manifestare il proprio parere in merito, alla luce delle considerazioni fin qui esposte.»
E’ questo il cuore della crociata ischitana contro il potere politico foriano. Il cuore della sfida e della battaglia, cruenta, che si combatterà nel prossimo mese di febbraio.
Lagnese, che ha subito capito i metodi locali (Vescovo, non c’erano architetti bravi a Ischia per ammodernare il “milionario” episcopio che ne hai dovuto chiamare uno da Capua?) pensa anche ad un do ut des. Per chi non crede nel catechismo cattolico, siamo davvero davanti al mercato delle indulgenze!
«Ovviamente – chiarisce ancora il Vescovo -, la diocesi si impegna a rinunciare a quanto codesta amministrazione corrisponde alla parrocchia di S. Vito Martire in Forio e a conferire alla medesima amministrazione seguenti privilegi di natura spirituale: celebrazione mensile di una S. Messa in favore del popolo di Forio; celebrazione annuale di una S. Messa in data da stabilire in suffragio gli amministratori comunali e benefattori della chiesa parrocchiale defunti; celebrazione annuale di una S. Messa in favore degli amministratori comunali pro-tempore. »
Il vescovo vorrebbe decidere il parroco di San Vito, senza influenze, dando in cambio un paio di messe? Ci viene quasi da ridere.
E come ogni invasore, Lagnese ha concesso anche un ultimatum al sindaco di Forio: la resa di San vito deve essere firmata entro l’1 marzo. Poi, come disse il Gladiatore: “Al mio segnale, scatenate l’inferno”

4 COMMENTS

  1. Non lo so, ma mi chiedo perchè si dovrebbero fare messe per gli amministratori se il privilegio riguarda il popolo di Forio? Volendo leggerlo come “una battuta da prete” li stianno invitando ad andare a miglior vita? ahahahaha

  2. Assurdo che la politica debba decidere sulla gestione della chiesa e dei preti da destinare alle parrocchie presenti nei propri comuni.
    Passassero ad amministrare bene il paese e lasciassero le decisioni della chiesa ai suoi “capi”.
    Per quanto riguarda l’articolo ci si poteva limitare a raccontare i fatti evitando commenti e considerazioni personali da parte di scrive.

  3. Per diventare un buon giornale, basta non scrivere della chiesa; delinquenti ce ne sono gia abbastanza.
    Piuttosto non sarebbe il caso di bruciarli?
    60000 abitanti , 7000000 chiese………………
    fatevi una domanda e datevi una risposta…………………….
    Sono dei delinquenti

    poveri dementi isolani cristiani

  4. Questo mascalzone mi sa proprio di quei tipi che tutte le sante domeniche va a messa e si batte pure la mano sul petto 3 volte per mia colpa!

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