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sabato, Aprile 20, 2024

Mezzogiorno o Mezzanotte?

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Giuseppe Mazzella | Il problema degli aiuti dello Stato al Mezzogiorno è ritornato nell’ agenda del governo. Fatto positivo. E’ stato ripristinato un “ Ministero per la coesione territoriale ed il Mezzogiorno”. A Napoli l’ altro giorno il neoministro ha incontrato il “ sindaco metropolitano di Napoli” ed il “ governatore della Campania”. Le cronache sono sui giornali cittadini. Non c’è una sola parola per l’ isola d’ Ischia. Un tempo avevamo altra valenza ( due assessori regionali e quattro assessori provinciali). Si pone oggi come ieri un problema di sostegno allo sviluppo dell’ isola d’ Ischia? Siamo ancora nel Mezzogiorno d’ Italia o siamo un’ “ isola felice” che non ha più bisogno degli aiuti dello Stato attraverso la Cassa per il Mezzogiorno o i fondi europei? Io credo di sì. Abbiamo bisogno del sistema istituzionale delle autonomie locali, dello Stato e dell’ Unione Europea per sbloccare l’ immobilismo del sistema economico. Ripropongo uno scritto del 15 novembre 2015 apparso su queste pagine. Dobbiamo insistere perché dobbiamo trovare una via per riprendere uno sviluppo e dobbiamo avere contatti con il Continente e non chiuderci nella nostra solitudine.
g.m.

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La chiosa se l’ è riservata alla fine. Un discorso di circa venti minuti per spiegare tutte le iniziative che sta mettendo in campo in questi ultimi tempi la Regione Campania per rimettere in moto le “attività produttive”, il suo assessorato nella giunta del neo “ governatore”, Vincenzo De Luca: Il recupero di 5 milioni e mezzo di euro sul programma dei fondi europei già scaduto da due anni; le richieste al Governo, presieduto da Matteo Renzi, leader indiscusso del PD, per incentivi alle imprese affinché assumano nuovo personale; l’ alternativa delle “ filiere produttive” rispetto ai “ distretti”; accelerare la “ semplificazione” nelle farraginose burocrazie regionali per favorire la nascita di nuove imprese soprattutto giovanili e l’ annuncio dei “ testi unici” di tutte le leggi regionali per aprire nuove imprese per le quale basterà un annuncio di “ inizio attività” salvo controlli successivi; il recupero di 120 milioni di euro per incentivi alle imprese affinché potenziano le loro aziende per accrescere lo sviluppo e favorire l’ occupazione con un “ avviso pubblico” al quale bisognerà rispondere entro il 31 dicembre di quest’anno; l’ assicurazione che INVITALIA, la società pubblica che ha sostituito l’ ex. Sviluppo Italia per l’ imprenditoria giovanile, investirà 60mila euro per promuovere l’ imprenditoria dei giovani; un accordo con “ Google” per la digitazione delle imprese con “ angeli digitali” rappresentati sempre dai giovani. Insomma un impegno a tutto campo per accelerare la crescita economica e sociale in Campania, la Regione con il più alto numero di disoccupati nel Mezzogiorno.
Ma la chiosa è alla fine del discorso: “ Il Mezzogiorno ha bisogno di una nuova classe dirigente non solo della politica ma di tutto il sistema produttivo. Sono un professore universitario che ritornerà a fare il suo mestiere e che si sente prestato alla politica L’ avvenire è dei giovani”.
Amedeo Lepore, ordinario di storia economica alla seconda università degli studi di Napoli ed autore di un recente volume che è diventato fondamentale per il nuovo meridionalismo su “ la Cassa per il Mezzogiorno e la Banca Mondiale: un modello di sviluppo economico”, chiamato dal governatore della Campania ad occupare il ruolo fondamentale di assessore alle attività produttive, ha scelto l’ aula magna della facoltà di scienze politiche della Federico II dedicata ad Altiero Spinelli per annunciare il programma economico del suo assessorato tutto impostato sui “ tempi brevi” della politica forse memore dell’ammonimento di Lord Keynes – “ il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti”- nel corso del convegno su “ la regolamentazione sociale delle economie territoriali-risorse e vincoli nella costruzione di strategie innovative per le Piccole e Medie Imprese ( PMI)” tenutosi giovedì 12 novembre 2015 per iniziativa del Dipartimento di Scienze Politiche della Federico II.
Si è parlato in questo convegno di politiche per il Mezzogiorno – anche con gli interventi del Presidente della SVIMEZ, Adriano Giannola e del prof. Gianfranco Viesti, ordinario di politica economica a Bari ed autorevole meridionalista e del direttore della Banca per le Risorse Immateriali, Osvaldo Cammarota, convinto sostenitore e promotore dello “ sviluppo locale” fin dal tempo dei “ Patti Territoriali” degli anni ‘ 90 – ma è emerso che mai come oggi il Mezzogiorno è solo ad affrontare i suoi problemi e che mancano politiche dirigistiche statali per incentivare la crescita economica al Sud. Quindi in assenza di un “ regista” – come il prof. Giannola ha definito il ruolo dello Stato – dovranno essere i “ territori” a promuovere il proprio sviluppo ma in questi “ territori” intervengono varie “ autorità locali” – dai Comuni all’ oggetto misterioso della Città Metropolitana al posto della Provincia oltre alla Regione – che bisogna mettere in “ concertazione” per attivare tutti gli investimenti possibili che sono i soli capaci di creare nuova occupazione in un modello di sviluppo capitalistico accettato in tutto il mondo ormai “globalizzato”. Su questo punto ha insistito molto Osvaldo Cammarota che ha sottolineato come c’è bisogno di “ coerenza tra strategie, norme,programmi, strumenti operativi con le organizzazioni territoriali e con 45 Sistemi Locali di Sviluppo individuati dalla Regione Campania fin dal 2008 con il Piano Territoriale dovrà essere la Regione ad imporre forme associate fra i 500 Comuni della Campania per avviare e completare una programmazione economica incentrata sui fondi europei del programma 20014-2020”.
Ho tratto la convinzione anche da questo convegno che mettere “ ordine istituzionale nei territori” come quello della ex-Provincia di Napoli dove c’è un ente fantasma di secondo livello ma 92 Comuni – grandi, medi e piccoli ed ognuno geloso della propria identità e dove c’è metà dell’ intera popolazione della Campania – appare la sfida impossibile con una Regione che non mostra di voler rinunciare allo spazio conquistato di “ grossa Banca” per i Comuni e le imprese poiché incapace di mettere mano ad un “ accorpamento funzionale” del sistema comunale.
Se l’ economia impone il “ tempo breve” la politica costringe al “ tempo lungo” cioè a quello della speranza di una “ nuova classe dirigente” ma bisogna fare i conti oggi con la crisi economica.
Appare stupefacente che un simile argomento – quello di redigere un documento di programmazione economica per il Sistema Locale di Sviluppo dell’ isola d’ Ischia – sia affidato al Commissario Regionale dell’ Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo, il funzionario regionale Mimmo Barra, che ha convocato i sei sindaci presso l’ Azienda di CST venerdì 7 novembre e di cui IL DISPARI ha dato ampia notizia con il servizio di Pasquale Raicaldo nell’ edizione di sabato 7 novembre. L’ Azienda di CST non è organismo democratico perché “ commissariata” da oltre trent’anni ed in “ liquidazione” non essendo prevista dalla nuova legge regionale per il turismo. Una Pro Loco o meglio ancora la più attiva, la Pro Loco Panza, avrebbe avuto più legittimità democratica . Nessun sindaco ha partecipato in prima persona all’ incontro ( perché? snobbismo? Mancanza di consapevolezza? o qualcos’ altro?) ed addirittura il Comune di Casamicciola era rappresentato dal signor Leonardo Miragliuolo che non è nemmeno consigliere comunale. Soprattutto Casamicciola – che dà conferma della dimensione politica e culturale della sua classe dirigente – se avesse tenuto conto del progetto della “ Terza Rinascita” con i 16 punti presentato dal Comitato Colibrì e dall’ OSIS già da tre anni con un piano di fattibilità giuridica ed uno economico-finanziario a due sindaci ed un commissario prefettizio ed illustrato nei dettagli il 29 novembre 2014 dall’ arch. Caterina Iacono e da chi scrive questa nota proprio alla presenza e con la partecipazione attiva del prof. Amedeo Lepore, oggi assessore regionale, avrebbe dovuto essere non solo il Comune capofila, perché “area industriale in crisi” ( ma non solo industriale cioè le terme ma anche il commercio e la situazione civile!) rispetto alla “ maturità economica” genericamente indicata per tutta l’ isola, ma avrebbe dovuto porre comunque il “ recupero produttivo” del complesso Pio Monte della Misericordia e del Bacino Idrotermale di “ LaRita” e del “ ex-Capricho de Calise” e lo stesso “ sistema portuale” al centro di un programma di effettivi investimenti con i fondi europei per promuovere sviluppo economico e nuova occupazione anziché disperdere i finanziamenti per inutili “ Centri Didattici” sull’ Osservatorio Geofisico.
Ischia resta ancora un caso emblematico di “ incoerenza” o forse “ incapacità” di “ fare sistema” per un concreto piano di programmazione economica pur possibile con i Piani di Recupero in presenza del vincolismo assoluto della Pianificazione Territoriale del Piano Paesistico Paolucci del 1995.
Emerge quindi la necessità che di questo piano siano ,come debbono, impegnati i consigli comunali dei sei Comuni; che sia messa a punto una “ forma associata tra i Comuni”, come auspica Cammarota fra l’ altro esperto conoscitore delle iniziative di sviluppo locale qui da noi;che sia costituito un Gruppo di Lavoro e un Tavolo Istituzionale aperto al cosiddetto “ partenariato economico, sociale e culturale” con un Ufficio per l’ Europa costituito presso il Comune capofila capace di predisporre un piano e di presentarlo per il confronto nei Consigli Comunali anche con la partecipazione di rappresentanti della neonata Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale e la società pubblica “ INVITALIA” chiamata a promuovere concretamente il “ marketing territoriale” nel Sud d’ Italia. Credo che sia necessario farlo entro il 31 dicembre di quest’anno 2015 cioè in poco meno di 30 giorni pena l’ invio in Regione di un documento generico,indistinto, di ovvie emergenze ed aperto a tutto o niente.
Anche dal convegno di Napoli – dove naturalmente non c’era nessun consigliere comunale o sindaco dell’ isola d’ Ischia – è emerso che i “ territori” del Mezzogiorno dovranno essere capaci da soli di progettare un nuovo futuro e di uscire dalla crisi perché scarsa è l’ attenzione del Governo.
Anche qui da noi non c’è alternativa al “ protagonismo dello sviluppo locale” che dovrebbe essere in cima ai pensieri ed all’ azione dei sei sindaci e di circa 100 consiglieri comunali se hanno o vogliono avere l’ onore del termine “ classe politica”.

gmazzella@libero.it

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