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giovedì, Aprile 18, 2024

Mare, trasporti e… pesci

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I trasporti marittimi in Campania rappresentano un servizio di rilevante importanza che ci riguarda tutti molto da vicino, tenuto conto (anche se è scontato ricordarlo) che noi isolani, più dei turisti che reggono in piedi la nostra economia, col mare siamo costretti a vivere e convivere: lo fanno i nostri pescatori per trarre sostentamento dalla sua fauna generosa e prelibata, così come i pendolari costretti a recarsi al lavoro in terraferma dal lunedì al venerdì e gli autotrasportatori d’ogni genere di merce; fino a giungere ai semplici ischitani che, per dovere o per diletto, devono tener conto in andata e in ritorno di corse ed orari per i propri spostamenti nella mainland e assicurarsi il rientro a casa.

Per lunghi anni, in particolare nel periodo in cui l’ottimo Franco Iacono fu assessore regionale ai trasporti, le compagnie di navigazione pubbliche e private hanno goduto di finanziamenti pubblici a iosa; ma soprattutto (e questo sia prima sia dopo il periodo assessorile dell’ex europarlamentare foriano), la gestione dei trasporti marittimi dell’ente Regione ha consentito all’armamento privato una crescita esponenziale a danno di quello pubblico rappresentato dalla CAREMAR, surclassandolo letteralmente nella composizione degli orari (emblematiche numerose corse in partenza con il minimo anticipo utile per prevalere in termini di passeggeri trasportati) e nell’utilizzo ottimale di uomini e mezzi. In questo modo, nel tempo, si è di fatto costituita (e se non Vi piace come dato di fatto, ritenetela una mia personalissima opinione) una posizione dominante sul mercato dei trasporti marittimi nel Golfo di Napoli che ha inciso (e incide tuttora) non poco sulle scelte e sulle abitudini dei viaggiatori e i cui protagonisti sono sotto gli occhi di tutti; questo, al pari della politica distruttiva che ha penalizzato enormemente un naviglio di qualità come quello della Caremar (lo ricordiamo, compagnia nata pubblica, quindi con i soldi di tutti noi) senza alcuna particolare reazione da parte delle amministrazioni comunali e sovracomunali e, men che meno, della collettività (da quest’ultima, salviamo solo le proteste dei vari comitati ed associazioni succedutisi nel corso degli anni).

Chi, come me, è libero di pensare, dire e scrivere quel che vuole, pur prendendo atto che lo scenario del settore è oggettivamente cambiato (i privati non percepiscono più i soldini di un tempo, a parte le solite “menate di confetti” tipo il Metrò del Mare che, però, chissà perché, non tocca mai Ischia) ed usufruendo regolarmente per i propri spostamenti delle corse disponibili nell’impossibilità fisica di arrivare a Napoli a nuoto, ritiene in ogni caso che sussistano, a distanza di diversi lustri, situazioni inaccettabili che continuano a influire sulla qualità dei trasporti marittimi di casa nostra: la pur lodevole imprenditoria privata del settore, con la scusa plausibile dei “mezzi propri” e del “rischio d’impresa”, gestisce il cosiddetto “bello e cattivo tempo” finalizzandolo alle proprie esigenze gestionali e non certo alla continuità del servizio. Uno dei miei collaboratori viene ogni giorno da Acerra e, in bassa stagione, è costretto a fare il toto-nave delle 16.35 Medmar per Napoli, prendendo atto che la sospensione di tale corsa è quanto mai frequente e non dipende certo dalle condizioni meteomarine, sovente tutt’altro che avverse. Stessa cosa accade con le corse ALILAURO, allorquando proprio non riesci a spiegarti come mai, nella stessa mattinata, con lo stesso vento, la corsa delle 6.30 viene effettuata (non a caso, è quasi sempre zeppa di gente) e altre corse successive vengono sospese, salvo –magari- riprendere qualche ora più tardi ma solo negli orari normalmente più “gettonati”, mentre gli aliscafi (anche catamarani) SNAV spesso continuano imperterriti il servizio. Non escludiamo certo la situazione GESTOUR, che per buona parte dell’inverno scorso ha sospeso i collegamenti tra Ischia e Pozzuoli per non meglio precisati motivi, privando l’utenza di una comoda, economica (e per certi aspetti valida) alternativa a Medmar e Caremar.

A questo, ovviamente, aggiungo alcune “chicche” tariffarie, sicuramente arricchibili da altre corpose esperienze di chi viaggia ancor più frequentemente di me: chi mi segue sui social avrà notato come abbia documentato che il mio cagnolino Oliver (per la cronaca, sei chili e duecento grammi di peloso), paghi sull’aliscafo Caremar due euro per tratta, che diventano quattro e venti sull’Alilauro e, secondo le referenze di Mary Chiocca su Facebook, addirittura cinque sulla nave Medmar per Porta di Massa. Altra vecchia storia, invece, quella della differenza di prezzo tra le corse OSP e residuali, che appassiona spesso il mio amico Antonio D’Arco e numerosi altri viaggiatori. Senza per questo dimenticare che anche la privatizzazione Caremar, espressamente imposta dalle normative europee, è comunque riconducibile a entità imprenditoriali connesse alle compagnie di navigazione già operanti nel Golfo.

Ho profondo rispetto per chiunque faccia impresa e ancor di più per chi garantisce un servizio senza di cui sarebbe impossibile reggere l’urto di una domanda di trasporto come quella da/per Ischia. Tuttavia, è fuor di dubbio che qualcosa potrebbe cambiare e in meglio. Chiaramente mi scoraggio al solo pensiero che la possibilità di tale miglioramento sia direttamente proporzionale ad un’inversione di tendenza nel rapporto istituzioni-cittadinanza, che nella nostra realtà sociale sempre più cloroformizzata, al momento, è da considerarsi una vera chimera. Come dire… “chi va pe chisti mari, chisti pisce piglia”.

2 COMMENTS

  1. Carissimo, condivido le Tue riflessioni in uno al forte disappunto che esprimi nel settore trasporti marittimi in relazione alla situazione attuale, in termini di certezze e sul piano tariffario; non condivido, però, l’arrendevolezza che il Tuo scritto manifesta rispetto alle questioni di fondo che oggi determinano, peggio di ieri, l’aggravamento della situazione. Non ci vogliono eleganza e serenità intellettuale, che non Ti mancano, ma un parlare e soprattutto un agire singolo e collettivo al di fuori degli schemi di appartenenza creando adesioni e denunciando, senza mezzi termini, chiunque mina il nostro diritto alla continuità territoriale. Al momento, per esperienze ormai ventennali, possiamo solo registriamo doppismi politici, affari e tradimenti a destra ed a sinistra, per quello che ancora rappresentano le dette aggettivazioni. Lo scambio di favori tra le dette due componenti di comodo, che premiano il personaggio e l’ arrivismo più classico, ha determinato una visione qualunquistica, la svendita di Caremar ed il Cartello attuale negando servizi, concorrenza e sano lavoro di cui ormai nulla si dice di più; neanche da parte della Procura se è vero come è vero che tutto tace e che non sente neanche più il bisogno di ascoltare le ragioni del ricorrente/denunciante prima dell’archiviazione dell’archiviazione di esposti depositati. Aspetto un Tuo segnale per un agire in comune tra uomini anche di diversa idealità politica per condannare candidature che si ripetono e che comunque si sono contraddistinte solo per opportunismo….

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