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sabato, Aprile 20, 2024

Luisa Fiorino, da Ischia a New York inseguendo un sogno

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Solare, carismatica e davvero tanto, ma tanto entusiasta delle attività che svolge ma, soprattutto, ischitana. Lei è Luisa Fiorino ed è, a tutti gli effetti, una eccellenza ischitana che porta alto il nome della nostra isola negli Stati Uniti e, grazie al web, anche altrove.
L’abbiamo contattata attraverso una delle tante piattaforme social che non manca mai, quotidianamente, di aggiornare e ci siamo fatti raccontare un po’ la sua esperienza all’estero e il suo essere al 100% ischitana sempre e comunque.

Innanzitutto, da quanto tempo sei all’estero e quale è stato il percorso che ti ha portato fin dove ti trovi ora?
“Ad ottobre saranno 5 anni che mi sono trasferita a NY. Sin da quando ero bambina ho sempre sognato di vivere a New York, la città natia della mia mamma (la mia mamma è statunitense ma di origini ischitane e mio padre ischitano doc) dove ero solita trascorrere le vacanze natalizie con i nonni materni. Ciò che di certo non avrei mai potuto immaginare è che mi sarei diventata insegnante di yoga e professoressa d’italiano all’università.”

Un risultato che va oltre ogni tuo sogno…
“Io lo definisco un “pathless path”: un percorso che non è stato e che continua a non essere una linea retta, ma che mi ha condotto seppure per sentieri tortuosi li dove sarei voluta arrivare. Io che avrei voluto essere un’insegnante di fitness… e che invece mi sono ritrovata a studiare tutt’altro: una laurea in Relazioni Internazionali e Diplomatiche all’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, un Master in Pubblica Amministrazione con un focus in Sostenibilità Ambientale alla St. John’s University ed anni di studio di lingue straniere (inglese, tedesco, spagnolo ed un po’ di cinese). Durante i miei due anni alla St John’s University, sono stata a capo della divisione italiana del “Global Language & Culture Center” dell’università, un centro multiculturale e multilinguistico che offre servizi a coloro i quali sono interessati al perfezionamento della lingua straniera e all’approfondimento degli aspetti socio-culturali. Poco prima della fine del mio master mentre valutavo il consiglio del mio professore e mentore sul perseguire un dottorato, mi è stata offerta la mia attuale posizione all’interno del dipartimento di lingue e letterature straniere. Io che non avrei mai pensato, neppure in anni luce, di essere portata per l’insegnamento, ora mi sento chiamare professoressa. (A dire il vero mi fa ancora strano, e credo faccia strano anche ai miei studenti ogni nuovo semestre, quando la professoressa ha 29 anni ma ne dimostra 19 nonostante il trucco; i miei amici mi prendono in giro dicendo sarà tutto merito delle ore che trascorri praticando yoga)”.

Quanta “Ischia” c’è nelle tue attività?
“Mi sono sempre considerata fortunatissima: essere cresciuta in un paradiso come Ischia e poter ora vivere a NY, in una delle più belle se non la più bella metropoli al mondo (sono un po’ di parte). Devo tanto alla mia isola, lì sono custoditi tutti i ricordi della mia infanzia e dell’adolescenza, le lunghe estati che iniziavano ad aprile e terminavano ad ottobre, le intere giornate trascorse all’aria aperta a contatto con la natura. Ma sono anche debitrice nei confronti della grande mela che mi ha decisamente messo a dura prova, ma che mi fatto anche crescere sotto ogni punto di vista, regalandomi esperienze lavorative e non, che molto probabilmente non avrei mai avuto la possibilità di fare qualora fossi rimasta in Italia. Ma come la mia nonna Mariolina diceva sempre, una delle cose più brutte è fare l’emigrante. Quando me lo diceva non riuscivo a capire cosa volesse dire. Soltanto ora che lo vivo a pieno sulla mia pelle ne ho compreso il significato: nonostante ami ed adori la mia vita newyorkese, il mio cuore è e sarà sempre ad Ischia. E’ una strana dicotomia: Ischia è ciò che sono stata e sempre sarò, New York è ciò che sono diventata e sto ancora diventando (non so se rendo il senso). A volte è difficile mantenere un equilibrio tra due realtà che sebbene così diverse coesistono dentro di te allo stesso tempo. Cercherò di spiegarlo attraverso un concetto, quello di “mindfulness”, una parola inglese che in italiano traduciamo con consapevolezza. Tuttavia come spesso accade nel tradurre da una lingua all’altra, il vero significato viene parzialmente perduto. Mindfulness, un atto che parte dall’attenzione, prestare attenzione al momento presente, senza giudicare. Si tratta quindi di un particolare tipo di consapevolezza che informa i principi fondamentali del buddismo classico e la mia pratica yoga, ma che è per me intrinseco alla pienezza del vivere che ho da sempre riscontrato nella cultura italiana e ancor di più nella mia vita da ragazza isolana. Quando sono ad Ischia mi sento circondata da “mindfulness”, mi sento presente in ogni attività giornaliera, assaporando i cibi preparati con cura ed amore dal mio papà, a tavola condividendo i pasti e le giornate con i miei genitori, passeggiando con Joy (la nostra cagnolina) sulla spiaggia alle 6 del mattino quando il paese dorme ancora, sentendo i primi raggi del sole sul viso. Al contrario, New York è costituita da mille diverse energie, un vortice energetico nel quale rischi di essere risucchiato se non presti attenzione, se non sei “mindful”. Cercare di preservare gli stessi “riti giornalieri” isolani nel contesto newyorkese non é sempre facile o possibile. E’ attraverso lo yoga pratica yoga riesco ad ancorarmi al momento presente sebbene sia circondata dal caos. Se dovessi definire cos’è per lo yoga, vi direi una delicata danza (avrei sempre voluto essere una ballerina) composta da movimenti dolci e morbidi, che rallenta tutto intorno e dentro, e fa si’ che corpo e mente possano viaggiare all’unisono.”

Sei molto presente sui social, soprattutto con lo yoga, da quanto hai questa passione?
“Social media e soprattutto Instagram, dove il mio username é The_pithecusae_yogi , la yogi (colui/colei che pratica yoga) da Pithecusae, mi danno la possibilità di condividere il mio amore per Ischia e per lo yoga, attraverso una collezioni di scatti che ritraggono “gli angoli di casa” che preferisco, i piatti vegetariani che preparo, e la mia pratica yoga. Una passione nata 10 anni fa é ora il filo conduttore della mia storia. Attualmente sto organizzando il mio primo ritiro yoga ad Ischia, un’esperienza nella quale voglio far confluire tutti gli aspetti che denotano la mia vita. Dopo aver decantato all’infinito le bellezze della nostra isola, dei suoi paesaggi, dei suoi deliziosi cibi, sono stati i miei stessi studenti ad incoraggiarmi nella realizzazione di tale progetto. Finalmente avranno loro stessi la possibilità di vedere e provare ciò che io ho potuto descrivere solo a parole.”

Hai qualche progetto di cui ci vuoi parlare?
“Attualmente sto organizzando il mio primo ritiro yoga ad Ischia, un’esperienza nella quale voglio far confluire tutti gli aspetti che denotano la mia vita. Dopo aver decantato all’infinito le bellezze della nostra isola, dei suoi paesaggi, dei suoi deliziosi cibi, sono stati i miei stessi studenti ad incoraggiarmi nella realizzazione di tale progetto. Finalmente avranno loro stessi la possibilità di vedere e provare ciò che io ho potuto descrivere solo a parole.”

Viaggi spesso e torni spesso ad Ischia, vedendola dall’esterno, come ti sembra come territorio? Quali sono i punti di forza sui quali l’isola, secondo te, deve puntare?
“Solitamente riesco a tornare a casa una due volte l’anno, ma ora prevedo visite più frequenti per lavorare al progetto ed incontrarmi con businesses locali interessati alla promozione dell’isola all’estero, soprattutto sul territorio statunitense, dove in pochi conoscono o hanno sentito parlare di Ischia. Credo l’isola abbia un potenziale immenso, che potrebbe essere coltivato e portato a fruizione, laddove riuscissimo a migliorare la qualità e varietà dei servizi offerti. Una delle cose che mi ha maggiormente sorpreso durante le mie ultime visite, e stata l’eccessiva presenza di auto e la scarsità e poca efficienza dei trasporti pubblici, a mio avviso servizi basilari in un’economia turistica come la nostra. Avendo studiato pubblica amministrazione e nello specifico come rendere le politiche pubbliche più sostenibili e lungimiranti,
credo che l’inclusione di iniziative quanto più ecosostenibili possibile sia la chiave del nostro sviluppo e successo futuro.”

Vuoi dire qualcosa ai tanti giovani ischitani che oggi si affacciano sul mondo del lavoro?
“Se dovessi dare un consiglio ai giovani ischitani… basandomi sulla mia esperienza, direi loro di seguire le loro passioni, qualunque esse siano, di essere autentici, di non conformarsi a stereotipi che definiscono chi dovremmo essere. Che possano essere ciò che desiderano! Fortunamente per me attraverso lo yoga sono riuscita a reindirizzare il mio pathless path, a virare il mio percorso verso il desiderio inziale di aiutare gli altri a sentirsi bene con se stessi e col proprio corpo. Non rimpiango nessuna delle esperienze che ho vissuto sin ora perché ciascuna di esse ha contribuito a forgiare la persona che sono ora, ma se potessi tornare indietro decisamente seguirei quella voce interna che mi suggeriva di perseguire una strada diversa da quella che ho poi intrapreso. Non fatevi mai dire da nessuno: Non fare l’avvocato, o il pittore o l’artista perché ci sono troppi avvocati, troppi pittori, troppi artisti. Vi dirò una cosa… ogni mercato è saturo ma ognuno di noi è unico e può fare la differenza.”

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