fbpx
venerdì, Aprile 19, 2024

Lo sfogo del presidente dell’Assoforense Cellammare

Gli ultimi articoli

Paolo Mosè | Lo sfogo dell’avvocato Francesco Cellammare dopo le polemiche che erano scaturite dopo la possibilità di cambiare lo Statuto, che gli avrebbe consentito di presentarsi nuovamente alle elezioni per ottenere la conferma della guida dell’Assoforense dell’Isola d’Ischia. Da un lato si sente forte grazie ad un documento che è stato firmato da diversi avvocati che gli confermano sostanzialmente la fiducia e lo invitano a proseguire il cammino della convocazione di un’assemblea per modificare lo Statuto. Alla luce anche di una situazione che negli anni ha mostrato una serie di problematiche difficili per la funzionalità della sezione distaccata di Ischia. E chi è vicino a Cellammare punta proprio a garantirgli il sostegno affinché prosegua la battaglia della stabilizzazione, di proseguire quel cammino affinché negli uffici di cancelleria siano assegnati funzionari che oggi mancano e rallentano la macchina della giustizia. Si sente forte, il Cellammare, anche in relazione a una delle ultime assemblee che di fatto gli aveva assegnato una “nuova investitura”, una riconferma di fatto senza passare per il voto. Perché in questo modo si era preferito affrontare le problematiche ormai ataviche rispetto alla chiamata alle urne che lo Statuto – si ricordi – sancisce che debba avvenire ogni due anni e che il presidente non può essere riconfermato. Salvo proroghe di ciò che c’è o che c’era stato nel passato. Una proroga di fatto che l’assemblea si era data già alla fine del 2017.
Cellammare, di fronte a queste polemiche che lo hanno raggiunto e in qualche modo colpito, ritiene che la modifica statutaria che gli avvocati vorrebbero approvare non lo riguarda direttamente. Spiegando che «il mio Direttivo è stato prorogato fino alla risoluzione dei gravi problemi (stabilizzazione sezione distaccata e reclutamento di funzionari) che allo stato non mi risultano ancora risolti. Ecco che quella modifica statutaria per la quale si chiede convocarsi l’assemblea dell’Assoforense non serve a farmi ricandidare. Almeno nell’immediato non sono previste elezioni».
Con questa breve affermazioni il numero uno dell’Associazione esclude categoricamente che all’orizzonte vi sia la possibilità di indire le elezioni per scegliere il nuovo presidente e il Direttivo che lo affianca. Che dovrebbe essere, come abbiamo spiegato nell’ultimo servizio di qualche settimana fa, portato da quattro a dodici. Ma non tralasciando di aggiungere, in questa fase, che «ben venga la modifica dello Statuto se serve a renderlo più democratico».

MANDATO RADDOPPIATO
Qualcuno potrebbe osservare che in democrazia si chiede il consenso allo scadere naturale del mandato e per alcuni degli oppositori si sottolinea che il Cellammare è presidente da quattro anni. Ha raddoppiato tacitamente il mandato che gli fu conferito democraticamente. E lancia anche una tirata d’orecchie a tutti coloro che hanno fatto finta che tutto andasse per il verso giusto. Non mettendo mani in uno Statuto che venne approvato tantissimi anni fa, all’atto della nascita dell’Assoforense. Spiegando nella sostanza che nessun presidente ha mai avuto il coraggio di far modificare lo Statuto per timore di vedersi poi criticare e accusare di aver fatto la riforma ad personam. Ed è quello che qualcuno ha appalesato durante i diversi capannelli in tribunale. Durante soprattutto la raccolta di firme iniziata per creare una sorta di zoccolo duro per la riforma sostanziale dello Statuto e per dire esplicitamente: “Cellammare è il nostro presidente per gli anni a venire”. Fa anche tattica, e in questo caso è anche giustificato, allorquando dice più volte, ad ogni incontro: «Io potrei decidere anche di non candidarmi alle prossime elezioni se sarò riuscito a portare a compimento la mia missione». Quella ovviamente della stabilizzazione, del riconoscimento di sede disagiata che consente a chi viene a lavorare in questo ufficio giudiziario avanzamenti di carriera più veloci e qualche indennità in moneta contante rispetto a chi resta in terraferma. Ma senza porre limiti alla sua battaglia, andando verso traguardi, forse irraggiungibili, con la possibilità della riattivazione della sezione Lavoro e Previdenza. «Questo è il mio unico fine e con questo voglio dire che non ho il sedere incollato a nessuna poltrona».
Ma il cruccio più assillante per un presidente in scadenza è questo benedetto Statuto, che così com’è non va proprio a genio. Ha bisogno di modifiche, di una sorta “rivoluzione”, come è avvenuto anche nell’ambito del consiglio dell’Ordine, e il Cellammare si riaggancia a queste innovazioni che hanno portato il presidente del consiglio dell’Ordine a una carica che è passata da due a quattro anni. E vorrebbe che l’Assoforense ischitana si adeguasse alle nuove direttive che lo stesso legislatore ha voluto. Ma sa altrettanto benissimo di essere «perfettamente cosciente del fatto che alcuni colleghi ai quali non vado a genio mi attaccheranno. Non sono io a volere la modifica dello Statuto, ma la vuole la base. E non lo modifico io lo Statuto, ma lo fa l’assemblea. Quindi qualsiasi critica sarebbe fuor di luogo ed assolutamente infondata».

GLI ANTAGONISTI
Se da un lato dice che lui è disponibile a fare un passo indietro, è altrettanto disponibile a farne due in avanti se tale sollecitazione provenisse dai suoi iscritti all’Associazione (a quanto pare hanno rinnovato una trentina di avvocati, pagando la classica quota). Invece il ragionamento che ne fa è legato più alla evoluzione dei tempi, che nulla è immodificabile. Tutto deve adeguarsi ai cambiamenti per essere al pari con gli altri organismi associativi dell’avvocatura locale e nazionale. «Sembra per alcuni uno Statuto immodificabile ed eterno. Invece io penso che le situazioni cambiano e che quello Statuto è stato concepito trent’anni fa ed oggi rischia di essere anacronistico».
Per molti antagonisti od oppositori del Cellammare queste sue prese di posizione sono perlopiù dettate dal ritenersi forte, quasi invincibile, avendo dalla sua il grosso degli avvocati che lavorano quasi esclusivamente nell’ambito del Giudice di Pace e sono effettivamente la maggioranza. Che lo seguono anche grazie all’asse con il consigliere tesoriere dell’Associazione Alberto Morelli. Qualche crepa c’è sempre. Veleggia qualche polemica lanciata nelle ultime ore nientemeno che dal past president Gianpaolo Buono, che dice che bisogna rinnovare, che non vi sono presidenze monarchiche. Spalleggiato in questa idea di svolta da un altro avvocato storico quale è l’avv. Pasquale Pacifico, da sempre molto vicino alle posizioni del collega Buono. Strateghi che hanno tra l’altro realizzato incontri informali in alcuni studi per capire il da farsi. Se continuare a sostenere incondizionatamente la presidenza Cellammare, che alcune cose positive le ha fatte e ha raggiunto determinati obiettivi, o se invece è giunto il momento di pretendere una presidenza più forte ed autorevole. Vuoi vedere che Gianpaolo Buono un pensierino al ritorno a cavallo l’abbia maturato? Il buon “cardinale” sa bene che non bisogna mai scoprirsi prima della battaglia, dopo essere riuscito a raccogliere dei consensi che gli garantiscano la vittoria senza se e senza ma.
www.ildispari.it

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos