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sabato, Aprile 20, 2024

Lettera a Enzo

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Caro Sindaco,
non fa nulla che il mio messaggio WhatsApp inviato alle 5.30 esatte di lunedì non lo hai ancora aperto (o forse lo hai fatto, ma hai in qualche modo bannato la visibilità dei Tuoi flag al mio numero) e che, comunque sia, non hai ritenuto opportuno rispondermi, come invece hai fatto a tanti altri. Mi fa piacere comunque dedicarTi questo 4WARD e, come incipit, non posso che dare onore al merito e al demerito e farTi le mie congratulazioni.

Onore al merito, perché è un dovere riconoscere la vittoria del Tuo avversario, anche se rode constatare che ad essa abbiano contribuito, appunto, molti demeriti, di quelli a cui siamo abituati da un decennio a questa parte, nella mia parte politica, e che naturalmente eviterò di evidenziare in questa sede per una questione di stile.

E quanto a stile, come avrai potuto notare, ho scritto “Sindaco” con la S maiuscola. Erano ben dieci anni che non lo facevo; da quando, cioè, il Tuo predecessore ha cominciato l’escalation di malgoverno che ci ha accompagnato fino ad oggi e di cui, ahimè, Tu sei stato co-protagonista.

L’ho detto e lo ripeto: ho grosse difficoltà a sopportare alla guida del mio Paese anche solo il cognome di un Sindaco che mi possa ricordare tanta pochezza, tanta cattiveria, tanta irriverenza, tanta presunzione, tanta scorrettezza, tanta bassezza, tanta nullità politica e amministrativa. Ma dovrò farmene una ragione! Lo devo a me stesso, ai miei figli, a questo Paese meraviglioso e alla sua gente piccola piccola, sempre più incomprensibile e controcorrente, sempre meno meritevole di essere considerata alla stregua di una civiltà che sembra così lontana da lei, ma pur sempre parte integrante di un contesto sociale alla deriva che, nonostante tutto, ha il dovere di farcela per non autodistruggersi.

Ecco perché Ti scrivo con la rediviva maiuscola! Perché ho voglia di ritrovare la speranza e non mi interessa che Tu sia il Sindaco che non ho votato; non mi interessa che una buona parte della “corte dei miracoli”, delle segretarie arroganti, dei consiglieri vendicativi, degli assessori tanto incompetenti quanto inesistenti, dei funzionari che si sentono unti del Signore, di quelli che senza una delle Tue nomine non troverebbero altrimenti una dimensione professionale, delle mogli invadenti, dei traffichini alle spalle di alcuni gruppi di potere che Ti hanno eletto, continueranno a gravitare nella Tua orbita. Ciò che mi interessa è che Tu riesca ad imprimere un barlume di autonomia decisionale alla linea di governo che adotterai nel corso del Tuo mandato e che lo faccia con onestà ed impegno.

Avrai notato che in molti si preoccupano, a giusta ragione, dello spettro del Tuo predecessore che aleggia sul Tuo futuro operato. Credimi, in tanti stanno festeggiando la sua “dipartita” da Via Iasolino forse più della Tua vittoria, anche tra i Tuoi più fedeli sostenitori. E non credo che abbiano poi tutti i torti. Il manifesto dello STRIKE (penoso, ripeto) ne è la dimostrazione: con un minimo di stile (sempre quello che lui non ha mai avuto), chiunque altro avrebbe evitato di “mettere il cappello” su una vittoria (?) che non gli appartiene affatto, ma non lui. Dobbiamo credere, allora, che Ti continuerà a condizionare? O che addirittura farà parte della Tua squadra in Giunta? In quel caso, la Tua fine sarebbe arrivata ancor prima di cominciare. Altro che appetiti famelici di questa o quella lista…

E allora, caro Sindaco, con l’intelligenza di distinguere quelli che, nel loro perfetto e consueto stile sono stati abilissimi a saltare last minute sul carro del vincitore, mi permetto di esortarTi a SMARCARTI CON FORZA da questa pesante zavorra del passato. Non starò qui a farTi la “nota della spesa” in cui riportare tutti i problemi che incombono sulle sorti di Ischia e che pure in questo decennio che TI ha visto parte attiva dell’amministrazione comunale avresti almeno potuto provare a risolvere. Cosa fatta, capo ha! RimboccaTi le maniche e dimostra di non avere guinzagli, perché da osservatore della politica e dei fatti che riguardano tutti noi sarò pronto ad incoraggiarTi, così come a bacchettarTi, se necessario.

Da parte mia –l’ho detto a più riprese- ‘cchiù nera r’a mezanott nun po’ venì. Ergo, tutto ciò che riuscirai a fare per stupirmi e convincermi che mi sbagliavo a vedere in Te quella dannata continuità che avrei evitato a tutti i costi, sarà –come si suol dire- “trovato a terra”. Così come, qualora dovessi proseguire nel segno di chi ci ha angustiato e maltrattato prima di Te, non mi aspetterò nulla di peggio di quanto ho già avuto modo di subire fino ad oggi. Ma se sono qui a scriverTi è solo ed esclusivamente per mettere alla prova la Tua autostima, la Tua assertività, ma soprattutto la Tua capacità di essere sufficientemente maturo e pronto per essere un Sindaco che si rispetti, senza padroni.

Quella maiuscola, credimi, è un investimento che mi costa caro. Non leggermi come il nemico rimasto sin dal 2007 l’incubo costante del Tuo predecessore (eppure è la seconda volta che non mi candido… ero poi così temibile anche da cittadino comune?), ma solo quale depositario di una coscienza critica che ci ha sempre visti su due sponde politiche diverse per la mia inguaribile coerenza, ma che non per questo mi impedirà di riconoscere se sarai stato meritevole di quell’investimento oppure, più semplicemente, Ti sarai dimostrato solo un altro Ferrandino da dimenticare.

In bocca al lupo!
DAVIDE

2 COMMENTS

  1. caro Davide , quando scrivi a questi personaggi, dovresti utilizzare un linguaggio
    piu’ semplice, perché penso che non hanno capito niente di quello che hai scritto.

    • La classe di Davide è sopra dieci spanne quella della corte che attornia Enzo. La speranza che condivido con Davide è che Enzo , raccogliendo il meglio (avv. De Maio, vero?) riesca ad offrire un classe di governo slacciata dalla zavorra di querce abbattute.

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