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venerdì, Marzo 29, 2024

Le mani su Villa Arbusto, quattro isolani e qualche extra

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E’ ancora tutto in itinere. Ma qualcosa trapela. Il futuro della magica e ambita Villa Arbusto, la tenuta Museo che fu di Angelo Rizzoli, per la quale il Comune di Lacco Ameno ha previsto la  concessione in uso ai privati,  potrebbe riscriversi a breve. Il complesso museale più famoso del Mediterraneo, fa gola, eccome. E tra le pieghe delle cinque, sei offerte, giunte, lunedì 30 maggio, entro il limite temporale previsto,  spunta di tutto. Compreso,  secondo i bene informati, l’interessamento di due gruppi d’oltre mare. Giungono addirittura dalla Capitale, e da Messina.
Bisognerà naturalmente attendere la valutazione delle offerte e poi ancora il successivo bando di affidamento pubblico che farà seguito alle  manifestazioni d’interesse che non sono affatto vincolanti per l’Ente. Solo dopo il bando da indirsi, che dovrebbe procedere in seduta pubblica, si potrà mettere la parola fine alla vicenda Villa Arbusto. Per ora, il ventaglio di adesioni alla manifestazione d’interesse, da l’idea di chi anela alla gestione dello stabile e soprattutto di chi potrebbe avere gli agganci giusti. Solo dopo la conclusione del complesso iter potrà dirsi chi
contenderà ai romani la gestione della perla lacchese? Intanto, ci sono diverse offerte isolane. Lacchesi, Foriane, ma sopratutto Ischitane. Salta all’occhio la proposta che fa capo a Celestino Vuoso,  presidente della “Fondazione  Opera Pia Iacono  Avellino Conte”, che gestisce peraltro la Biblioteca Antoniana e la Torre di Guevara di Ischia, si appresta a farlo con il Faro di Punta Imperatore
(ha vinto in quanto a proposta tecnica) ed ha provato con il Don Orione di Casamicciola poi passato a Giovanni Cimmino.

Diffusa realtà nel campo dell’assistenza e nel terzo settore, l’azienda Vuoso è anche una consistente realtà edilizia ed avrebbe ideato, grazie ai buoni auspici di alcuni esperti del settore, una progettazione di alto profilo, non senza ricadute occupazionali e mediatiche
per l’isola.

Ancora c’è il senatore Salvatore Lauro che prova ad affermare la propria personale visione e l’associazione made in Forio, esperta nella produzione di vini, che prova a portare “La  Strada dei Vini” al Museo dei Greci. Portavoce dell’iniziativa che vede coinvolti diversi produttori vinicoli isolani, Vito Iacono. Hanno valutato ed aderito alla proposta di partecipazione anche gli esponenti di “Isolanova” con Michele D’Ambrosio. Questa l’unica vera proposta con radici lacchesi avanzata e che porta alla manifestazione di interesse un insieme di associazioni, molteplici e  variegate, che a breve andranno a costituire un nuovo soggetto.

Con “Isolanova”, start up digitale, i ben informati ricorderanno Efisio, ci sono “Anusia” con il progetto MésaLakkos, “Insofia” del Dottor Raffaele Mirelli, “Like in italy” di Giuseppe Arturo e l’adesione delle Ninfe di Nitrodi con la Coopertiva Km0 Agrisola. Isolanova è l’unica realtà che, al momento, ha annunciato la volontà inclusiva di presentare subito e a tutti il progetto che, dicono gli ideatori, partirà dal basso ed esclude a priori la privatizzazione del bene. Il bando prevede, tra altro, che il Museo non venga dismesso conservando il proprio uso, il restyling e la gestione dovrà mirare ad una riqualificazione e ad accrescere le ricadute economiche e sociali sul territorio. Insomma, le idee non mancano e a ben vedere neppure gli agganci politici. Non dimentichiamolo, avrebbero partecipato al bando anche  un gruppo imprenditoriale riconducibile, indiscutibilmente al PD, ma per rappresentanza e avvocati di parte anche a Forza Italia. Come non mancano  ovviamente negli altri soggetti i vari apparentamenti politici e i contatti. Ad ogni modo, tutti i gruppi imprenditoriali che hanno formalizzato la loro offerta devono aver tenuto conto dei “paletti”, i più fortunati le “soffiate“, previsti dall’ente  locale. Non vorremmo che ci siano preoccupanti analogie con gli appalti del porto e della rete fognaria. In particolare accogliere iniziative ed eventi di tipo culturale, sociale, e per la scoperta del territorio insieme ad attività turistiche, ricettive, ristorative, ricreative, didattiche e promozionali. Tra le idee sul tavolo, tuttavia, quella più gettonata,  stando ai rumors di palazzo, sarebbe quella di ricavarne una “location per mega eventi” anche culinaria, matrimoni, comunioni e, perché no, un resort. Villa Arbusto è una meraviglia, lo sanno  tutti coloro che hanno avuto il privilegio di  esplorare il fascino e la grandezza  dell’immobile, nonostante gli angoli abbandonati e il degrado, frutto di una politica scellerata e priva di idee. Un immobile che racconta una storia, cento, mille storie ma sopratutto la storia di una civiltà che ha radici che vanno  addirittura oltre la nascita di Cristo. E allora, non resta che attendere. Che siano  imprenditori politici, cordate di architetti o  un gruppo di facoltosi autoctoni, che sia l’espressione più o meno diretta degli amministratori  in carica, l’importante è che Villa Arbusto viva un futuro  radioso. Meglio se rispettoso del suo passato e della sua storia. E che ne benefici l’intera isola d’Ischia e non solo i soliti noti con apparentamenti e maniglie potenti in politica.
Dopo il tentativo di cessione arriva dunque la gestione in concessione ai privati. A costoro, alle associazioni la gestione di tesori come la Coppa di Nestore, il capolavoro con i versi in greco più  antichi mai trovati in Italia e tanto altro ancora… Magari, dopo il tentativo di Forza Italia e i salti della quaglia nel PD con il gruppo misto a sostenere il Patto del Nazareno, potrebbe essere la volta di una qualche associazioni,  no profit, oppure profit ma sempre di stampo PD, a mettere le mani su Villa Arbusto. Negli ambienti si vocifera che si sia proprio una associazione del PD campano
in pole per l’affidamento. La formula è cambiata. Non c’è  la vendita, ma una semplice cessione della gestione. Il futuro del Museo Archeologico di Pithecusae coincide con il futuro economico e  civile della loro comunità.  Lo sa bene chi ora già si  sfrega le mani sapendo di avere in pugno il progetto studiato ed approntato proprio per la Manifestazione d’interesse confezionata. Il solito bando che calza a pennello per gli amici degli amici. Inevitabile il richiamo alla vigilanza  “il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo al quale la Costituzione addossa l’onore, ma anche la responsabilità, della promozione della cultura e della tutela del patrimonio storico della Nazione”.

 

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1 COMMENT

  1. Con tutti gli chef. Che ci sono sul comune di Lacco ameno certamente verrà na past e fasul la fine del mondo,e con la consulenza del chef di partita sicuramente aggiungeranno anche molta cotna

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