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sabato, Aprile 20, 2024

L’assoluzione di Giosi? Nessuna sorpresa!

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Davide Conte | Se siete curiosi di sapere cosa penso oggi dell’assoluzione con formula piena di Giosi Ferrandino, mi dispiace, ma Vi dico subito che c’è ben poco da leggere per rimanere sorpresi. Oggi, come quasi due anni fa, la penso esattamente allo stesso modo. Ancora una volta il sistema giudiziario italiano ha avuto modo di dimostrare tutta la sua insipienza, con un divario enorme tra l’operato degli inquirenti e quello dei giudicanti, ma soprattutto con un utilizzo del mandato di cattura che, alla luce dell’ennesima ingiusta detenzione, risulta sempre più azzardato. Chiunque ha seguito lo squallido evolversi di questo processo senza né testa né coda non poteva che aspettarsi una sentenza simile, ovvero la ratifica senza appello di un’assoluta bolla di sapone che, a ben giudicare, oggi più di allora ha un forte retrogusto di stampo politico.
Per quanto mi riguarda, vivo l’assoluzione di Giosi Ferrandino sinceramente felice della serenità ritrovata da lui e dalla sua famiglia, ma conservo al tempo stesso gli stessi sentimenti di indifferenza e amarezza verso la vicenda che lo ha riguardato. Indifferenza, perché così come allora, il percorso di vita di Giosi non mi appartiene da fin troppo tempo e, di conseguenza, non mi unirò alla sicura, nutritissima schiera di lecchini che ne tesserà le lodi dopo averlo trattato da semi-appestato; amarezza, perché quanto accaduto, ancorché risoltosi positivamente, ha visto infangato il buon nome della mia Ischia con l’appellativo di “isola delle tangenti” ad opera di chi, contro ogni logica, proprio non riesce a garantire correttamente il diritto alla giustizia di ciascun cittadino; e, ancora, perché oggi Giosi si aggiunge alla lunga lista di nostri connazionali che porteranno con sé l’onta di aver varcato ingiustamente la soglia delle patrie galere: un’esperienza che, come scrissi a suo tempo, non si augura neppure al proprio peggior nemico e che, vuoi o non vuoi, assolto o condannato, ti segnerà per la vita.
Il 3 aprile 2015, dalle colonne di questo Quotidiano, conclusi il mio 4WARD dal titolo “Piccola storia ignobile”, scritto dopo l’arresto e il trasferimento a Poggioreale di Giosi, con la frase che segue: “Intanto, per dirla alla Guccini maniera, questa “piccola storia ignobile” fa male. Fa male a tutti. E lo sappiamo tutti, anche Giosi: l’unico –che Vi piaccia o no, a torto o a ragione- che avrebbe senz’altro potuto evitarcela.”. In quello stesso editoriale, augurai a Giosi, suo fratello e Silvano Arcamone di affrontare la loro disavventura giudiziaria “nella massima serenità possibile e, magari, risolverla positivamente”. Oggi, mentre ognuno riprenderà legittimamente a vivere a testa alta, a perseguire i propri obiettivi, a coltivare le proprie passioni e, perché no, a serbare meno rancore nei confronti di chi, più che esserti nemico, può semplicemente pensarla diversamente da te e non per questo va ghettizzato a tutto tondo, questa spiacevole parentesi di vita resterà impressa nella memoria di tutti noi, lasciando senz’altro l’amaro in bocca quanto a fiducia nella giustizia e nelle istituzioni del nostro Paese.

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