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giovedì, Marzo 28, 2024

Lacco Ameno: come buttare 170 mila€ Cimitero off limits, il costone è pericoloso

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Ida Trofa | La pioggia mostra tutti i limiti di questa terra fragile e bisognosa di attenzioni e programmazione. Nel territorio di Lacco Ameno è stata chiusa Via Montevico e il cimitero di Lacco Ameno per il pericolo di un possibile “crollo alberi“ sulla strada che conduce al Camposanto e a causa del già persistente rischio di tipo idrogeologico nella zona del Cimitero. Un tratto gravato da evidenti processi franosi sia sul versante nord-ovest che sullo stesso muro di cinta del sacro luogo.
Preoccupa anche la tenuta della Torre cimiteriale, risalente all’epoca Saracena e in attesa di interventi straordinari da anni proprio per le condizioni in cui versa.
La cautela del momento ha spinto il Comandante dei vigili urbani, Raffaele Monti, proprio nel giorno dei defunti, a emettere il provvedimento interdittivo, richiedendo, allo scopo, l’intervento dei Vigili del Fuoco per i necessari sopralluoghi.
Monti ha chiuso al transito il tratto interessato dal rischio frana, il costone più volte franato alle spalle del Cimitero e la stessa arteria viaria. Entrambi di competenza della Città Metropolitana, nonostante la realizzazione di una prima messa in sicurezza ad opera della Dolomiti Rocce con reti di contenimento e geostuoie.
Interventi eseguiti in danno all’ente competente dal comune lacchese per oltre 170mila euro. Nonostante ciò il rischio idrogeologico torna a fare paura. Paese sfortunato questo, paese fragile e bisognoso di programmazione. Sempre più evidente la necessità di creare un’agenzia di tutela del territorio e di protezione civile! Anche la Regione, con le sue strutture, e in primis il Governatore Vincenzo De Luca dovrebbero prenderne atto.

INTERVENTO IN DANNO PER IL VERSANTE FRANATO, LA RETE DI INERBIMENTO NON SANA IL RISCHIO
Il Cimitero di Lacco Ameno è ormai divenuto un sito sensibile che necessità di essere opportunamente attenzionato. DA settimane era giunta l’ora di un’opera improcrastinabile e di un importante intervento di messa in sicurezza del costone franato lo scorso inverno a seguito del sisma di agosto e dei successivi eventi meteorici che ne hanno messo in crisi la stabilità. A ben vedere poco opportuno e quasi del tutto inutile.
La Guardia Costiera, così come la Polizia Municipale e l’ufficio Tecnico locale hanno “accertato che le condizioni del costone a ridosso dei loculi cimiteriali, reso già instabile dall’evento sismico e oggetto dei crolli del mese di gennaio 2018 era interessato da un progressivo e costante dilavamento e che il margine tra la scarpata e il muro di recinzione si è ulteriormente ridotto. Ad esito del sopralluogo si è constatato che in caso di piogge consistenti ed altri eventi meteorici intensi, si potrebbero verificare ulteriori distacchi di massi o arbusti dalla scarpata determinando un aggravamento delle condizioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità. Una situazione gravissima, come denunciato anche attraverso le pagine del nostro giornale, in quanto un ulteriore aumento della superficie di rottura sarebbe potuta arrivare alle fondazioni del muro perimetrale e conseguentemente ledere la staticità della muratura cimiteriale.
Evidentemente la geostuoia antierosione è giunta troppo tardi e un controllo alle fondamenta del muro cimiteriale come di ciò che resta della costa ora più che mai sembrerebbe doveroso. Gli incedi della scorsa notte, insieme alla tipica l’incuria locale, non hanno di certo aiutato. E il terremoto resta solo una delle tante scuse da sfruttare all’occorrenza per i soliti paradigmi burocratici!
Dobbiamo trattare una situazione di crisi costata alla comunità interventi di somma urgenza a cura del Comune in danno della inadempiente Città Metropolitana di Napoli, al fine di garantire la pubblica e privata incolumità. Della cui utilità non vi è traccia. Si sarebbe dovuto trattare di interventi poderosi di stabilizzazione del versante. Alla fine ci ritroviamo solo con una magra pulizia della pendice mediante disbosco della vegetazione e distacco in sicurezza delle porzioni instabili, ma non tutte a ben vedere con l’applicazione di rivestimento costituito da rete metallica più stuoia fissato al terreno con ancoraggi in acciaio collegati in testa con fune. Le opere messe in opera dalla Dolomiti Rocce per un importo complessivo di 167.933,00 euro. Gli impegni, le spese, la documentazione ed i progetti ci sono, ignote a questo punto sul campo (santo) la reale attuazione delle opere proposte in atto. Le premesse con i crolli delle lapidi dalle nicchie sono tutt’altro che buone.

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