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martedì, Aprile 23, 2024

La nuova edizione del Premio Aenaria all’insegna della qualità con due opere di prestigio

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La nuova edizione del Premio Aenaria è all’insegna della qualità. E non è una novità. L’iniziativa targata Corrado Visone e messa in campo dagli Amici del Teatro, è stata sin dalla prima edizione, dalla prima rappresentazione teatrale, sempre di qualità. Una vera chicca. Compagnie di tutta Italia hanno calcato il palco del Polifunzionale e gli attori, i registi, i collaboratori che si sono succeduti hanno sempre avuto parole di encomio per il nostro Teatro, qualcuno con invidia, lamentandone la mancanza nella propria città. Un bel motivo di orgoglio per noi ma soprattutto per chi con passione e profonda dedizione, sta dedicando il proprio tempo, la propria professionalità ad una iniziativa, il Teatro, che secondo noi, fra le tante che si annoverano ad Ischia, è quella che può essere ritenuta fra le più serie per la continuità, per le competenze, per il grande messaggio educativo che da anni sta lanciando ai giovani.
Abbiamo sempre ripetuto che il teatro ad Ischia, si è caratterizzato come “teatro di famiglia”. Lo abbiamo ripetuto fino alla noia ed all’antipatìa. In parte lo è ancora, ma registriamo nel contempo, un grande sforzo: di ricercare nuovi autori, nuovi testi. Così come registriamo però, che non è ancora diffusa la cultura teatrale. E basta guardarsi intorno in sala, quando sbarca una nuova compagnia. Ecco perché lo stesso presidente di Amici del Teatro Enzo Boffelli, non ha esitato a sottolineare che l’Associazione vuole rivolgersi ai giovani ed ai giovanissimi ai quali sta dedicando laboratori e lavori. Il cartellone prevede lavori la domenica (col programma Pollicino), per i più piccoli ed è una bellissima novità, interessante che sta riscuotendo successo. Il bambino come veicolo preferenziale per far crescere la cultura teatrale ad Ischia. “E’ dai più piccoli che bisogna cominciare” ripete Boffelli ed ha ragione. Ed il risultato c’è. I laboratori che impegnano giovani, giovanissimi e meno giovani per tutto l’anno sono un altro sforzo di grande rispetto. Ormai il Teatro è un’azienda tenuta in piedi da un gruppo di valorosi, destinata ad un pubblico sempre più vasto. il cammino è ancora lungo ma le premesse sono buone.

NEL NOME DEL PADRE
Ad impreziosire il programma è il Premio Aenaria che, come dicevamo in apertura, nasce all’insegna della qualità. Dopo l’esordio della compagnia di Latina, “Luna Nova”, già vincitrice di più edizioni, sbarcata ad Ischia con la bella opera di Eduardo “Le voci di dentro”, abbiamo poi applaudito il gruppo “La corte dei folli” di Fossano (Cuneo) che ha presentato un’opera di grandissimo interesse artistico, storico, culturale, sociale: “Nel nome del padre”. Protagonisti Aldo Togliatti, figlio del segretario del PCI Palmiro Togliatti e Rosemary Kennedy discendente della famiglia dei Kennedy. Il lavoro, firmato dal bravo Luigi Lunari è una “commedia sentimentale che si sviluppa nel dramma di questi due personaggi che si svelano gradualmente, attraverso un dialogo serrato, liberatorio, a tratti ironico” dice lo stesso autore. Due personaggi malati, rinchiusi in istituti che li vedranno morire in tarda età (ultraottantenni), simboli di una diversità che caratterizza ancora il mondo, le diverse società. E ancora oggi, la diversità è un tabù e nonostante gli sforzi compiuti, non è accettata del tutto. Una recitazione eccellente quella degli attori Cristina Viglietta (nei panni della Kennedy) e di Pinuccio Bellone (l’italiano Togliatti), grazie anche alla eccellente regia di Stefano Sandroni. Storie particolari, in una scenografia (Tavella, Sarotto e Armando) di notevole spessore, di vero pregio.
DOPPIO LEGAME
Sabato scorso un’altra perla del teatro: un lavoro scritto e diretto da Antonella Salvatore con l’autrice sulla scena insieme a Stefano Flamia, per la regia di Carolina Guerra. Una produzione dell’Istituto Teatrale Europeo. “Doppio legame- quando l’inferno uccide l’amore” è dedicato alla violenza psicologica ed alla dipendenza affettiva e nasce da una ricca documentazione sul femminicidio. La violenza psicologica che il protagonista maschile usa per mantenere il controllo della relazione, causa alla donna lividi invisibili. Un dialogo intenso, forte che scuote il pubblico (ovviamente piuttosto scarso) del Polifunzionale. Ed al termine della rappresentazione abbiamo assistito ad un’altra rappresentazione, non teatrale, ma spontanea che ha visto protagoniste alcune signore che si sono avvicinate alla protagonista per abbracciarla, baciarla, per ringraziarla, piangere di commozione insieme a lei e per raccontare in breve, le proprie esperienze personali, testimonianze dirette di una violenza diffusa sulla nostra isola, dove la forza maschile vuole ancora imporsi e costringere le donne in un angolo. E’ quello che non emerge nella nostra società perbene o comunque, è un aspetto che si vuole ancora nascondere come la cenere sotto il tappeto. Un’occasione che ha spinto tanti a ringraziare il buon Corrado della scelta fatta.

STASERA “AVE”
Per stasera è previsto il Nuovo Teatro Sanità che presenta AVE, progetto e regia di Eduardo Di Pietro con Martina Di Leva, Alessandro Errico, Giulia Esposito, Cecilia Lupoli, Monica Palomby.
E’ un evento inquietante che sconvolge la comunità di Santa Maria del pozzo, una tranquilla cittadina campana dove vive un parrucchiere i cui sogni sono popolati da una figura femminile. Vedremo il confine tra l’immaginazione e la realtà, le colpe inconsce, i dolori, i desideri di una intera comunità. Insomma, un altro bel lavoro che Corrado Visone ha saputo scegliere per noi.

ANTONIO CANNOVO
Una serata più triste perché purtroppo registra la scomparsa di Antonio Cannovo, una vera colonna del teatro isolano, animatore del Gruppo parrocchiale di Ischia Ponte, convinto interprete di Eduardo De Filippo. Antonio ci ha lasciato dopo alcuni problemi di salute che lo hanno visto in crisi per un mese. “Ma è stato sereno fino all’ultimo momento” hanno affermato le figlie. Ha ripetuto interi copioni durante questo periodo trascorso a casa. Fino al giorno prima di morire ci ha recitato la bella poesia di Eduardo “Vulesse truva’ pace”. L’ha recitato lunedì senza sbagliare una virgola, poi il giorno dopo ancora, ma s’è corretto: “Ho saltato qualche parola però…”. E così ha trovato pace anche se lui in pace già c’era. Infatti, ai figli aveva detto: “Ho visto tante cose, da genitore, da nonno, più di mamma scomparsa anni addietro. Posso morire tranquillo, spero solo di non soffrire”. Non ha sofferto. Ha calato il sipario sulla sua lunga attività di attore. Forse non era molto contento di come si faceva oggi, teatro ad Ischia. Ne abbiamo parlato in più occasioni. Ma forse si trattava di una sofferenza “politica” in generale. Quando l’abbiamo visto disteso sul letto, a casa, ricordando l’immagine di Eduardo sul finto letto di morte, abbiamo avvertito spontanea una battuta che abbiamo sussurrato nell’orecchio di un paio di figlie: “Dai Antonio, puoi alzarti, la scena è andata bene”. Ma il sipario era stato calato.

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