fbpx
giovedì, Aprile 18, 2024

Isola #1: un primato che serve se…

Gli ultimi articoli

La mia cara amica Mary Buonocore dal Canada, l’8 luglio scorso, scrisse orgogliosa su Facebook: “Neil’s parents were born and raised on the #1 island…..”, unendo il link dell’articolo di Lindsey Olander pubblicato su “Travel + Leisure” pochi giorni prima, che definiva Ischia (terra natale dei suoi suoceri) la “Best Island in Europe”.

davide-188x80La lettura del testo di una recensione così importante, per un ischitano che ama e sente realmente sua l’isola in cui è nato e vive, dovrebbe rappresentare una di quelle gioie a cui è impossibile conferire un prezzo o un valore materiale. Sentite un po’: “Una terra di origine vulcanica, ricca di storia greca e romana, Ischia è meglio conosciuta per i suoi paesaggi di montagna, le sorgenti termali e le spiagge. Si nasconde all’ombra della vicina Capri, a cui potrebbe spiegare come ritrovare un vero e proprio senso di fuga. “E’ uno dei posti migliori per rilassare corpo e mente”, ha detto un lettore. Lo testimonia il mix di vecchio e nuovo in ognuno dei suoi comuni termali, dove giardini e ville pubbliche sono accanto a ristoranti e negozi raffinati- o tutto l’insieme dai bastioni del Castello Aragonese, un isolotto che si affaccia sulla costa orientale dell’isola.”

Insomma, tra le dieci isole del Vecchio Continente ricche di sun, sand, cuisine and culture, secondo le recensioni della nota testata di settore, è proprio Ischia quella che riesce ad andare ben oltre, meritandosi addirittura la piazza d’onore davanti ad altre nove illustri pretendenti, tra cui Santorini, Madeira, Malta e l’intera Sicilia.La notizia di questa recensione così importante, tuttavia, deve aver colpito prevalentemente qualche addetto ai lavori e pochi Lettori attenti, considerato che non ha ricevuto dal pubblico (e men che meno dal privato) neanche un decimo della cassa di risonanza e dell’onore che avrebbe meritato. Mi lascia sempre più sbigottito questo senso di totale indifferenza dei miei distrattissimi e strafottenti compaesani, rispetto al quale il silenzio dei soliti sciacalli, che per una volta hanno avuto il buon gusto di tacere senza uscirsene con le solite frasi fatte o accreditarsi meriti per il risultato ottenuto, è parso un atto di assoluta signorilità; anche perché, se merito c’è, può essere ascritto solo all’isola d’Ischia ed al rinomato paniere di doni del Buon Dio che, nonostante noi Ischitani, la continua a rendere a dir poco unica al mondo. Una terra ancora in grado di incantare e far innamorare di sé alla follia, nonostante tutti sappiamo bene che basta restare un momento con gli occhi aperti ed attenti per scoprire tantissime cose –talvolta endemiche- che continuano a non funzionare e che, se non fosse per il paniere di cui sopra, si sarebbero già rivelate fatali per il nostro turismo.Eppure il momento sembra essere di quelli particolarmente propizi per una “rinascita”: la survey di T+L, l’eco mediatica fortissima derivante dai supervip di Hollywood e dintorni arrivati all’Ischia Global Film Fest negli ultimi cinque giorni, il lungomare di Napoli che, come ho avuto modo di scrivere sui social martedì scorso, sembrava quello di Nizza e Montecarlo, con decine di megayachts in rada ad arricchirne la visione e turisti di svariate nazionalità che ne affollano le strade e i musei, paiono gradite e gradevoli coincidenze in grado di dimostrare, come più volte abbiamo avuto modo di riferire, che il potenziale per reagire e dire la nostra c’è ancora ed è presente nella sua forma migliore. Basterebbe lavorarci! Ma chi dovrebbe farlo

Occorrono motivazioni forti che vadano oltre gli automatismi dei fin troppo impegnati albergatori, oltre gli stereotipi di amministratori pubblici fuori dal tempo, oltre una capacità pseudo-diplomatica di mediare e mantenere “’u carr ‘nfacce ‘a scesa” che non paga e non serve più (era a questo che mi riferivo, cari Paolino e Dionigi, parlando del mare dei Maronti).

Chi guida le nostre amministrazioni locali, al pari di chi è impegnato spasmodicamente nella propria quotidianità d’impresa o famiglia, sembra aver perso troppo presto gli stimoli per la ricerca del bene (in) comune, ma soprattutto per utilizzare tutti gli ingredienti a nostra disposizione per arricchire e raffinare il menu che lo splendido “Ristorante Ischia” dovrebbe offrire nelle diverse stagioni dell’anno, garantendo -è il caso di dire- il piatto in tavola ai lavoratori di oggi e, in particolar modo, a quelli di domani.E’ ora di rimboccarci le maniche e cominciare a fare sul serio. Peccato, però, che quando ci guardiamo intorno, non lo facciamo certo per prendere l’iniziativa giusta, bensì per cercare qualcuno che dia il “la” per cominciare. Dobbiamo smetterla, tutti (compreso noi stessi), di restare comodamente a guardare, aspettando che siano gli altri a compiere il primo passo.

Ci tocca comprendere che si tratta di un’attesa vana e pericolosa, che continua a produrre quell’inerzia letale di cui Ischia, oggi già agonizzante sotto l’aspetto della reattività sociale e del viver civile, prima o poi vedrà morire tutti i suoi gangli vitali. Se serve essere l’Isola #1, è altrettanto indispensabile avere una Cittadinanza #1. Ne siamo consapevoli, vero?

 

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos