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venerdì, Aprile 19, 2024

Ischia: quando manca la cittadinanza attiva

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Attori e Spettatori di Anna Fermo

Il rischio della chiusura dell’UTIC presso il Presidio Ospedaliero “Anna Rizzoli” è la notizia del giorno ed offre non poche riflessioni che vanno ben oltre la materia sanitaria sic et simpliciter. L’abbiamo visto tutti, non fosse altro per l’eco sulla stampa locale e regionale. La palesata soppressione del Pronto Soccorso di Procida ridesta la cittadinanza che scende in piazza, si assiepa sul porto e manifesta il proprio “NO” alla insensata decisione regionale. L’urlo di dolore procidano si propaga e scuote la Regione attraverso prime pagine di giornale che non lasciano spazio a demagogie o soluzioni temporanee. “Il Pronto soccorso di Procida non si tocca”: questo lo slogan, questa la manifesta volontà di una cittadinanza attiva che sente il proprio territorio e le proprie necessità e che non lascerà spazio a soluzioni temporanee ed inutili.
Rispetto al nostro UTIC dov’è l’attivismo di noi cittadini ischitani? Nessun urlo di dolore perché forse anestetizzati dalle inconcludenze della nostra politica, locale quanto regionale? Se fosse così, ebbene, non sarebbe affatto una giustificante.
Parliamoci chiaramente ! Quanto sta avvenendo nella Sanità Campana non risponde a decisioni dell’ultim’ora. Tutt’altro. E’ solo il risultato di un Piano di Rientro che ha subito negli ultimi anni non poche modifiche ed integrazioni seppur solo ed esclusivamente nella voce “tagli della spesa”. C’è stato anche chi, da titolare della materia in quel della Regione, decantava, all’epoca dell’approvazione, il Piano come un lodevole sforzo regionale che aveva poi trovato pieno favore del Ministero deputato. Ma a che prezzo? La gestione sanitaria campana per anni ha rappresentato la voragine di bilancio regionale per eccellenza, tuttavia, risolverla solo attraverso tagli e chiusure di servizi essenziali per l’utenza non rende affatto quel Piano di Rientro lodevole. L’economicità, in qualsivoglia strategia politico-gestionale deve avere la capacità di sposarsi con l’efficacia e l’efficienza dei servizi, cose che non passano se non attraverso una ottimizzazione e dunque razionalizzazione di spese e gestioni. L’approvazione spettava ai cittadini utenti paradossalmente e non a quattro dirigenti ministeriali che non vedono oltre un foglio excell.
Il problema è sempre a monte e quando assistiamo alla soppressione di un servizio, in verità siamo arrivati già alla fine di un percorso che non ha subito alcuna battuta di arresto, con cambio di strategie politiche e gestionali. La politica attuale, puntualmente, si sveglia e manifesta interesse ad intervenire solo ed esclusivamente quando i dadi sono già tratti, vuoi perché nessuno si preoccupa di studiarsi le carte, vuoi perché non c’è grido di dolore da parte della cittadinanza. Così accade che ci si scompone più del dovuto dinanzi ai lavori in corso presso l’Anna Rizzoli in occasione della visita del Presidente De Luca, ma non si realizzi la gravità della chiusura di un servizio essenziale come l’UTIC.
La nuova compagine di Governo Regionale ufficialmente non è responsabile di scelte ad essa preordinate, ma è responsabile di una mancata attenzione nell’ultimo anno rispetto a dei processi cui quel Piano aveva già dato avvio e dunque di non essere intervenuta in tempo. Oggi si cerca di correre ai ripari, ed allora, è mai possibile che si debba aspettare l’ultimo giorno?
Se nessuno vuole dirlo, diciamolo adesso: non fanno più specie le dichiarazioni a mezzo stampa dell’ultim’ora a mo di “Stiamo trovando una soluzione, l’UTIC non verrà toccato” etc. etc. etc.. E’ chiaro più del dovuto che sono solo prese in giro che una coscienza civica attenta riuscirebbe a percepire se solo si attenzionasse giusto il minimo sulle proprie esigenze reali. La campagna elettorale è finita da un anno per i politici della Regione ed è ridicolo che si risponda al 90° minuto solo per sostenere quella dei politici locali per il prossimo anno.
La questione Sanità è una questione seria ed annosa così come quella dei Trasporti, della depurazione, dell’ abusivismo edilizio ed annosa, sulla nostra isola sta diventando purtroppo anche la questione dell’assenza di una classe dirigente capace e di una cittadinanza attiva capace di ridestare volontà politiche risolutive.
Abbarbicati ormai su posizioni di piena inerzia, noi cittadini quanto i nostri rappresentanti politici di tutti i livelli, non siamo capaci di alzare gli scudi dinanzi a nessuna freccia che ci viene scagliata da parte di chi non aveva nessuna contezza dei danni che avrebbe arrecato.
Quelle scelte politiche sono state bocciate con l’elezione del nuovo Governo Regionale che qui ad Ischia ha trovato un consenso pieno da parte delle 6 amministrazioni comunali. Non fosse altro che per il rispetto di un patto elettorale con cittadini e territori, oggi su questi fronti, dalla Sanità ai Trasporti, dall’Edilizia alle Depurazioni, non ci sono scusanti che reggano l’inerzia della distrazione ormai palesata.
Sulla nostra Isola abbiamo amministratori che si dilettano con le aiuole o con la partecipazione a qualche fiera mentre i problemi si scagliano su di noi cittadini inermi, abbruttiti dal senso d’abbandono, annichiliti dall’assenza di soluzioni da parte di chi ci rappresenta ed immobilizzati e resi muti dalla mancata percezione del dolore delle ferite che vengono inferte alla nostra coscienza civica.
Quando in una comunità come la nostra manca la cittadinanza attiva è giocoforza convincersi che siamo tutti, noi cittadini, “uomini morti che camminano”,.
Nutrire vendette elettorali è inutile, fuorviante e soprattutto anacronistico.
L’unica cosa che possiamo fare è uscire dallo stato comatoso che ci rende civilmente morti e cominciare ad interessarci di ciò di cui abbiamo necessità prioritaria sul fronte del bene comune.

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