Tanta, troppa sofferenza per una squadra sola. L’Ischia Isolaverde si ritrova ancora una volta a fare i conti con uno scenario che non lascia dormire sonni tranquilli. Ieri è stato presentato il ricorso per l’iscrizione in Serie D, ma in casa gialloblu c’è da attendere il responso della CovisoD, che tra oggi e domani determinerà la sopravvivenza o meno degli isolani e di un titolo appartenuto precedentemente anche ad un glorioso Forio, in grado negli anni ’80 di sfiorare la promozione in C2.
C’è tanto in ballo, ma ancora una volta lo scenario a tinte gialloblu è di quelli difficili da decifrare: secondo le prime indiscrezioni, potrebbero esserci intoppi con gli adempimenti presentati letteralmente al fotofinish nella giornata di ieri in quel di Roma. Adempimenti che, per un totale di circa 52 mila Euro, saranno passati al vaglio dell’organo di controllo amministrativo della Lega Nazionale Dilettanti. La palla, così, passa alla CovisoD ed eventualmente agli avvocati: quel che è certo è che l’Ischia al momento – a dispetto di quanto sostenuto anche nella serata di ieri da altri organi di informazione – non può dirsi iscritta in Serie D, ma nemmeno esclusa.
Per i verdetti c’è da aspettare la giornata di domani, se non addirittura un comunicato odierno – e dunque con 24 ore d’anticipo – da parte della stessa CovisoD. Una volta espressosi l’organo di controllo, conosceremo finalmente l’epilogo di una vicenda iniziata ormai due mesi fa e segnata, questa l’impressione, da tanti personaggi impegnati più a difendere se stessi (e le proprie strategie) che a parlare chiaro. E non c’è niente da sorprendersi se questo andazzo continua ancora oggi, dopo due mesi di trattative ai limiti del paradossale, segnate da tempi biblici, giustificazioni ufficiali poco convincenti e dietrofront fuori tempo massimo. La speranza è che non ci siano verità nascoste, la speranza è di non rivivere un altro infausto 1998. Perché sarebbe veramente troppo rinunciare al gialloblu dopo una stagione e un’estate tanto tormentate.
