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venerdì, Marzo 29, 2024

Ischia e il mare pattumiera: 528 microparticelle di plastica in 100 metri cubi

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Pasquale Raicaldo | Il gigantesco congelatore galleggiante pescato nel mare di Forio ieri l’altro, e caricato sulla barca da Massimo Bottiglieri, ci aveva riportato alla dura realtà dopo una domenica da incorniciare, impreziosita dall’avvistamento – ad opera del team di Oceanomare Delphis – di un nutrito branco di capodogli, compresi due cuccioli. Ora, però, un nuovo campanello d’allarme risveglia le coscienze della nostra isola, ancora orfana di un’Area Marina Protetta funzionante e funzionale (il Regno di Nettuno è ancora commissariato, dopo anni di nulla). Lo lancia, neanche a dirlo, “Goletta Verde “di Legambiente, al termine del monitoraggio effettuato nei mari italiani nelle estati 2014 e 2105 e i cui risultati sono stati presentati ieri mattina a Roma, nell’ambito del convegno “Plastic Free Sea”. Si tratta di un report dettagliato, che aveva già dato adito a polemiche dalle nostre parti (ricordate la polemica sull’Olmitello con il sindaco di Barano d’Ischia, Paolino Buono) e che è frutto di 205 ore di osservazione diretta, 2.600 km di navigazione, 120 kmq di mare monitorato e, in totale, dell’analisi – nostro malgrado –di  2.597 rifiuti raccolti sulle tratte costiere di Tirreno, Adriatico e Ionio.
E arriviamo subito alla nota più dolente: dall’esito di una ricerca realizzata grazie a un protocollo d’intesa tra Ispra e Legambiente, nel cui ambito è stato condotto il primo studio preliminare sulla presenza di microplastiche negli arcipelaghi italiani, Ischia è la più inquinata tra le isole campionate.
Proprio così, il picco massimo è stato registrato a largo della nostra isola, dove sono state rilevate 528 microparticelle di plastica per 1000 metri cubi di acqua. A seguire l’Isola d’Elba (324 microplastiche/1000mqacqua), l’Isola dell’Asinara (222), San Domino-Isole Tremiti (186), Isola di Lipari (102) e, infine, Ventotene con 60 microparticelle di plastica in mille metri cubi di acqua.
Un primato svelato ieri durante la conferenza di presentazione dei dati di Legambiente, di cui la nostra isola avrebbe volentieri fatto a meno. E non è detto che prendere coscienza di un dato oggettivo non sia la molla ideale perché i sindaci delle nostre amministrazioni intraprendano percorsi virtuosi nella riduzione dei rifiuti e della plastica in particolare (emanando per esempio ordinanze ad hoc che privilegino la vendita di prodotti in vetro). E, al momento opportuno, rilancino per davvero quell’Area Marina Protetta che è sin qui stata più croce che delizia per il nostro ambiente.
Ad ogni modo, il quadro di Legambiente è sconfortante non solo per Ischia e il suo mare. In  generale, nei tratti di costa monitorati si contano in media 32 rifiuti galleggianti ogni chilometro quadrato, con una stragrande maggioranza di rifiuti plastici (circa il 95%), soprattutto teli (39%) e buste di plastica, intere e frammentate (17%).
Non mancano cassette di polistirolo (usate per contenere il pescato) e frammenti (7%), bottiglie di plastica (6%), reti e lenze (5%), stoviglie di plastica (2%). Il restante 5% dei rifiuti marini è costituito da carta (54%), legno manufatto (21%), metalli (12%), gomma (6%), tessili (4%) e vetro (3%).
Dati che destano più di una preoccupazione, secondo il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti: «È inquietante constatare una presenza così massiccia di plastica – ha sottolineato –  il rifiuto più persistente nell’ambiente ma anche quello più dannoso per l’ecosistema e la fauna marina. L’ingestione del marine litter, infatti, è stata documentata in oltre 180 specie. Un fenomeno che arreca a questi organismi, in particolare tartarughe e cetacei, gravi danni, spesso letali». E ne sappiamo qualcosa sui nostri lidi, dove non è raro lo spiaggiamento di esemplari morti di Caretta caretta, come ieri l’altro a Procida.
E se Ischia non sorride, piange anche la Campania: perché il mare più “denso” di spazzatura galleggiante sarebbe proprio il Tirreno centrale, dove sono stati contati 51 rifiuti/Kmq. In particolare, la  costa campana, tra Mondragone (Ce) e Acciaroli (Sa) conterebbe una densità record di 75 rifiuti al Kmq.
Legambiente ha approfondito anche la genesi dei rifiuti:  il 54% dei rifiuti ha una presunta origine urbana e domestica, risultato di cattiva gestione e dell’abbandono consapevole da parte dei cittadini. Il 32% è, invece, derivante da attività produttive e industriali, ivi compresa la pesca, i cui rifiuti costituiscono il 12% del totale di tutti i detriti monitorati. Inevitabile l’appello di Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente, che auspicato ieri una imminente «riduzione dell’impatto del marine litter sull’ecosistema marino e costiero, che non solo gioverebbe all’ambiente ma anche ai costi che questo fenomeno comporta per la collettività. Circa 500 milioni di euro l’anno, infatti, è la stima dei costi per l’Unione Europea, considerando solo i settori del turismo e della pesca. Se le cose non dovessero migliorare in futuro, è stato calcolato un incremento dell’immondizia marina del 12,29% al 2030 e un aumento dei costi di 58,40 milioni di euro l’anno. Se, invece, si mettessero in campo le dovute politiche di prevenzione, sostiene ancora Legambiente, si potrebbe ridurre il marine litter fino al 35,45% in meno, con un ricavo sui costi di 168,45 milioni di euro l’anno». E da ieri Ischia sa che non può affatto definirsi un’oasi felice.

13 COMMENTS

  1. E che è successo ….
    Si parla di mare inquinato ….
    Sarà colpa dei cacciatori !!!
    Invece di cercare la plastica date un occhio ai tensioattivi , ne vedrete delle belle .
    Poi passate ai colibatteri …..
    Considerate poi che gli unici ad essere penalizzati in questo mare violentato dall’uomo è il pescatore subacqueo, quello che trattiene il fiato per pescare ….

  2. Altro tasto dolente che tocca la nostra Isola come quello degli scarichi abusivi di acque reflue sul suolo nel sottosuolo e nel mare, discariche abusive di rifiuti e scarti edili create nelle nostre montagne ecc ecc.
    Ci vuole una politica diversa per tutelare il territorio isolano e l’impegno di tutti altrimenti siamo TUTTI colpevoli, amministratori cittadini istituzioni e soprattutto quelli che sanno ma fanno finta di non sapere.

    • Sicuramente non è colpa solo degli isolani…
      ma è demenziale che un’isola che campa di turismo sversa in mare tutti i suoi rifiuti.
      I depuratori non sono importanti… sono FONDAMENTALI ed URGENTI.
      Invece di buttare i soldi cambiando i marciappiedi !

      • “Sversa in mare tutt i suoi rifuti”? Ma se siamo costretti a portali noi ai camion per poi essere interrogati sul contenuto di ogni busta come se fossimo ad una dogana senza poi parlare di quando ci viene estorto dai comuni sotto la pretesa di chiamarla “Tassa della N.U.”

    • Di fogne subacquee come quelle del video ce ne sono almeno sei a Ischia , di cui 4 tra punta molino e il regina Isabella .
      E sono tutte documentate da filmati resi noti alle autorità.
      Si fa finta di niente ….altrimenti crollerebbe il sistema turismo .
      Il turista non va a mangiare e a fare il bagno alla spiaggia inquinata .
      Sarebbe dovere delle associazioni ambientaliste come legambiente , enpa, wwf…KRONOS denunciare il tutto…
      Ma non fanno nulla, e posso capire il perché.

  3. Te piace o presepe?
    Ragazzi non vi preoccupate tanto i comuni insieme con la Chiesa ci regalerannno tanti di quei fuochi pirotecnici che noi dimenticheremo il mare inquinato.

    • Semplice Antonio. Anni fa quando c’erano ancora i soldi bisognava spenderli creando posti di lavoro per gli amici. Cosi si e creato un altro ente di parasiti che puo dire chi puo o non puo andare a pesca.

  4. È stato possibile facendo finta di ignorare il problema ,
    Per legge i comuni insiti nel contesto di una area marina protetta non possono sversare in mare liquidi non trattati .
    Ischia da sempre ha il sistema fognario attuale …. Ischia non era candidabile per una area protetta, perché non c’era nulla da proteggere….
    È come esigere che il figlio disabile giochi in serie a… Se non può , non può .
    Ischia non poteva , ma hanno nascosto il tutto nello studio di fattibilità dell’epoca .
    Poi l’allora ministro Pecoraro Scanio ( Alfonso , come lo chiamava il nostro giudice ) ci mise il suo .
    Ora abbiamo la nostra area marina protetta , non segnalata da boe , inutile ai fini della conservazione delle specie ittiche ….utile a spartire ( non più ) un po di soldi tra direttori ed appaltatori …
    E chi ci perde sono sempre e solo i pesca sub, quelli veri , perché quelli che pescano con le bombole continuano a farlo indisturbati .

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