fbpx
venerdì, Marzo 29, 2024

Ischia, come ti spreco gli aiuti umanitari

Gli ultimi articoli

 

 

Ci sono vergogne e vergogne. Ci sono vergogne raccontate e vergogne fotografate. E questa volta, Giovan Giuseppe Lubrano, nella sua meritoria azione giornalistica di racconto e testimonianza, ci ha fornito una vera e propria foto dello scandalo.

Festa di San Pietro a Ischia. La Festa organizzata da Don Agostino Iovene e che ha coinvolto la grossa comunità della parrocchia di Santa Maria delle Grazie in San Pietro, che affaccia da un lato su Corso Vittoria Colonna e dall’altro sulla Spiaggia dei Pescatori.

Non voglio commentare lo scuorno che ho provato quando un’amica semi-anziana, che ama fare il bagno di buonora, mi ha raccontato che hanno bollito i “purpetielli” con l’acqua di mare la mattina presto e, sempre in spiaggia, hanno pulito le alici buttando sangue e viscere sulla battigia: una zozzeria da epatite ma lasciar passare la foto non me lo si può chiedere.

Possibile che una sagra del genere, di cui davvero nessuno ha bisogno, debba utilizzare l’olio degli aiuti umanitari della UE per friggere purpetielli e cose varie! Ma non vi mettete neanche un po’ vergogna? Senza vergogna e senza scuorno, in primo piano, pronti per essere bolliti 7 litri di olio di girasole, non commerciabile che, alla faccia della solidarietà e alla faccia della comprensione, sono servite non per i poveri o per chi è nel bisogno, ma per sollazzare gli stomaci voraci di credenti in cerca della tanto agognata “farina” e “forca”.

Questa è la chiesa di Ischia. Questa è l’organizzazione che sfrutta, per i suoi comodi, i beni che, invece, sarebbero dovuti andare altrove. Usare l’olio della raccolta umanitaria per la sagra della parrocchia è,. come dite voi cattolici, peccato mortale!

9 COMMENTS

  1. Ma il tanto solerte fustigatore di costumi altrui ( però con chi vuole e dice lui…) don Agostino Iovene, parroco della ricca San Pietro, nonché vicario generale del vescovo, non ha nulla da dire a tal proposito?

  2. Di cosa ci si stupisce scusate ? Sono decenni che i prodotti UE finiscono nelle case di amici e parenti dei vari parroci. Questa non è la chiesa di Ischia come dice l’articolo, questa è la chiesa in generale.

    • No, non si generalizzi. Ci sono parroci che fanno il loro dovere. E si può chiedere in giro. C’è gente che si apposta fuori le chiese don dalle prime luci del mattino per ritirare la spesa. Le parrocchia sono divenute frontiere e bancomat per pagamenti di utenze e ricette mediche. Poi c’è chi non controlla o controlla chi vuole e dice lui…

  3. Mi piange il cuore pensare a quella che era la festa di san pietro. Una festa che nulla aveva ai vari san.Vito, santa restituta, ecc. Una festa ricca di colori, luci e bancarelle.
    Oggi quella festa non esiste più in quanto don Agostino ha ritenuto che quei soldi erano sprecati e si poteva far del bene. C’era settembre sul sagrato che permetteva ai nostri bambini di stare insieme, c’era il palco a piazzale battistessa dove si teneva un concerto. Bei ricordi, oggi sacrificati alla semplice ipocrisia. Don agostino se volesse davvero far del bene non si muoverebbe in blocco con il vescovo Lagnese, altra figura tutt’altro che trasparente.

  4. E che dire dei pacchi di derrate alimentari ” olio zucchero pasta ecc.” che vengono dati una o due volte al mese a Ischia ponte presso la ex dimora di Don Agostino a varie signore che arrivano in automobile e con la sigaretta in bocca e che non mi sembrano proprio in stato di bisogno, tanto che alcune portano i loro panni da lavare alla lavanderia a Casamicciola, mia madre che vive con 750 euro di pensione al mese non ci vuole andare perchè si vergogna, così come tante altre persone di altra cultura e mentalità che hanno una loro dignità.

  5. è chiaro,cristallino,che gli anonimi commentatori prodighi di giudizi sprezzanti ,hanno un problema o risentimenti personali verso i protagonisti della vicenda. Nessuno di noi è a conoscenza se il famoso olio usato per le fritture ha generato profitto (attraverso la vendita delle alici fritte) che poi è stato ridistribuito attraverso l’opera,sicura ed indiscussa,di solidarietà che don Agostino ha posto in essere con la discrezione che gli è propria. Allora consiglierei prima di accertarsi dei fatti nella loro completezza e poi di muovere accuse,altrimenti ci si rende protagonisti di campagne di fango basate su ignoranza ed anche di vigliaccheria viste le modalità di anonimato. Col mio modestissimo contributo appoggerei certamente una campagna di verità,quindi se qualcuno ha elementi certi di colpe gravi verso il vescovo o don agostino le palesi firmandole,o taccia,per favore. Non abbiamo bisogno di bocche che parlano ma di mani che lavorano…….ma forse stiamo parlando di un altro paese………

  6. Scene di ordinaria e quotidiana realtà… non è nè la prima e nè l’ultima. Come far avere i pacchi della Caritas a chi è amico o vicino al prete di turno invece di darli veramente a coloro che ne hanno bisogno. Oppure ancora peggio destinare gli aiuti a chi i soldi per i gratta e vinci ce li ha e poi per la spesa no.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos