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venerdì, Marzo 29, 2024

Il vicesindaco smentito da Vivere Ischia. “La poltrona gli ha fatto dimenticare tante cose”

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Gaetano Di Meglio | Gigi Di Vaia, frequentando troppo Enzo Ferrandino, ha imparato a comportarsi come il suo sindaco. Male.
E così, domenica mattina, con l’autore della prossima diretta di Sant’Anna (scomettiamo?) il vicesindaco di Ischa rilascia una intervista poco credibile. Un coacervo di assurdità partorite in Via del Mandarino e che sono state smentite, non solo dalla storia, ma anche da una nota inviata dal gruppo “Vivere Ischia”.
Di Vaia, pur di aver la possibilità di rifarsi i bigliettini da visita con la scritta “vice sindaco” invece che “massacrato da Carmen e Ottorino” ha dimenticato i mesi e le settimane in cui faceva i gruppi da “8” e si lamentava che Ottorino aveva tutte le deleghe e proteggeva il suo orticello mentre lui guardava, impotente, Salvatore Ronga “zappargli” nell’elettorato.
In altre occasioni avrei evitato la prima pagina, il titolone così grande e finanche la pubblicazione della nota, ma a scorrettezza si risponde, non sempre, con la scorrettezza.
Non riuscirò mai ad essere squallido, pessimo, incapace, in malafede e stronzo come altri, ma sicuramente non ho intenzione di far passare la cosa sotto silenzio oltre le plurime iniziative giudiziarie già intraprese.
E, allora, “fuoco amico” per “fuoco amico”, ecco che con “maestria” (cito il sindaco di Ischia) vi riporto quello che hanno sottoscritto Carmen Criscuolo, Maurizio De Luise, Pasquale Balestrieri e, chissà se era nella fase Giosi o Enzo, Massimo Trofa.
«In merito alle dichiarazioni del vicesindaco di Ischia Gigi Di Vaia – scrivono i consiglieri del gruppo Vivere Ischia – che in un’intervista parla di un non meglio precisato e fantasioso tentativo scellerato di far cadere l’amministrazione e consentire l’arrivo del commissario prefettizio in piena stagione turistica si evince chiaramente, non fosse altro che per una questione di numeri, che lo stesso abbia voluto chiamare in causa i componenti del gruppo “Vivere Ischia”. Il Di Vaia evidentemente ha dimenticato la genesi del documento firmato “Vivere Ischia” che oggi, chi è in mala fede, legge strumentalmente come un tentativo di sfiduciare il Sindaco e non come un momento ed un’occasione di profonda riflessione all’interno di una maggioranza che, ad eccezione di pochissimi, non condivideva l’indirizzo dato all’Amministrazione dal primo cittadino. A dirla tutta, vorremmo ricordare al vicesindaco d’Ischia che a maggio di quest’anno, pochi giorni prima del nostro documento, nelle ultime riunioni di maggioranza congiunte con il gruppo “Vivere Ischia”, in uno dei rarissimi gruppi di maggioranza avutisi in un anno di sindacatura, lui ed alcuni altri consiglieri comunali hanno più volte intimato al capo dell’amministrazione di cambiare registro in merito alla conduzione dell’amministrazione e di porre fine all’esperienza della giunta tecnica a loro dire scadente, nefasta e inconcludente, in caso contrario ci sarebbero state delle defezioni e dei distinguo sul Bilancio e sul consuntivo che di lì a poco avremmo dovuto approvare».
Fin qui non c’è una piega. Tutto raccontato con dovizia di particolare durante gli eventi. Ricordo quando Enzo Ferrandino scappò dall’ufficio di Di Vaia. Quando, ancora, avvertito da Gigi Mollo, fece in modo che Ottorino Mattera non venisse sfiduciato. Quando ancora, si “scannavano” sulle chat di Whatsapp. Ricordate il litigio tra Di Vaia, Luca Montagna, Paolo Ferrandino e Ottorino Mattera? Bene! Questa è la gente che ora, con il “Mandarino” in bocca si preoccupa del commissario prefettizio perché ha il titolo per “atteggiarsi”.
«Dimentica il vicesindaco – continuano i consiglieri comunali – di aver addirittura abbandonato una seduta, seppur temporaneamente, in aperta rottura con il Sindaco preparando insieme ad altri consiglieri un documento forte nei confronti di quest’ultimo e di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio Ottorino Mattera, reo a suo dire di ostacolare la nascita della giunta politica? La venuta del commissario l’ha paventata proprio chi oggi siede a occupare posti in giunta e ha diviso incarichi e deleghe, sfruttando il comune malcontento ed oggi ha la faccia tosta di sbandierare ai quattro venti la sua affidabilità e la sua lealtà solo per continuare a curare il proprio orticello e a sua sopravvivenza politica. Evidentemente dobbiamo prendere atto di una differenza sostanziale tra le ragioni che spingevano il Di Vaia a lamentarsi, paventando la sfiducia al Sindaco “seppur amico” e la venuta del commissario prefettizio, e le motivazioni che hanno invece portato questo gruppo a cercare di stimolare tutta la maggioranza ad un confronto forte ma costruttivo nell’interesse esclusivo del Paese. Il nostro gruppo auspicava un’inversione di rotta su tante tematiche ritenute importanti e non sarebbe bastata qualche “poltrona” a farci cambiare obiettivo, mentre con l’investitura a vicesindaco l’ira di Di Vaia si è placata per sempre».
Il “fuoco amico”, questa volta, colpisce per secondo. Con “Maestria”, aggiungo…

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