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giovedì, Marzo 28, 2024

Il racconto. Antonietta Manzi: “Io contro i fascisti di Casapound”

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Antonietta Manzi | Insieme a diverse centinaia di persone, domenica ho partecipato alla manifestazione napoletana contro l’arrivo in città del leader nazionale di Casapound. Il raduno neofascista era previsto in un hotel vicino alla Stazione Centrale, area che risultava militarizzata già a partire dal pomeriggio: carabinieri e polizia in assetto antisommossa, camionette, idranti e reti intorno all’albergo.

Il corteo era composto da molti ragazzi di collettivi e realtà sociali cittadine, gli slogan scanditi ribadivano il rifiuto di principi e pratiche razziste e sessiste, oltre alla necessità di applicare le norme costituzionali che garantiscono il tessuto democratico contro i tentativi eversivi di vetero e neo fascisti. Interdetta la strada verso l’albergo, si avanza nel Vasto, quartiere ad alta densità di immigrati, e si susseguono anche interventi in francese, cercando di coinvolgere le persone che assistono dai marciapiedi, spesso sorridendo e salutando. Tornati di fronte alla stazione, il dispiegamento di forze dell’ordine era ancora aumentato, causando il blocco del traffico e la chiusura dell’ingresso all’autostrada. Dopo diversi minuti di stallo, il corteo viene fatto spostare per liberare il passaggio ai veicoli.

Tutte le strade attorno all’albergo erano blindate, tutte tranne un vicolo, lasciato incustodito per imperizia o, qualcuno pensa, per creare la trappola. Un piccolo spezzone del corteo ha provato ad accedere a questa viuzza laterale e lì è partito l’ordine di caricare i manifestanti. Qualche fumogeno, lancio di oggetti, manganelli e scudi a tutta forza. Anche se si fosse riusciti ad avvicinarsi all’albergo, il gesto sarebbe stato del tutto dimostrativo, perché l’apparato di sicurezza era spropositato rispetto alle poche decine di manifestanti che avevano provato ad aggirare le barriere. Eppure la repressione è stata fortissima, con teste e mani rotte e più di venti ragazzi, alcuni giovanissimi, perquisiti e portati in questura, dopo essere stati tenuti a braccia alzate e faccia al muro per molto tempo.

Un esito muscolare in linea con le indicazioni ministeriali con cui sono state gestite anche le altre manifestazioni antifasciste tenutesi in queste settimane, dopo i fatti di Macerata. Blindati in hotel, i fascisti del terzo millennio hanno potuto democraticamente esporre le proprie idee, con relativi saluti romani. Fuori, chi esprime dissenso e chiede conto allo Stato del mancato rispetto dei fondamenti antifascisti della Costituzione viene trattato da “manigoldo” (così si è espresso il vicequestore a fine serata). Questo ribaltamento della realtà lo troviamo anche nella cronaca giornalistica dei fatti di ieri, in cui si parla degli scontri con i centri sociali e non del motivo per cui è stata indetta la manifestazione, e cioè la legittimazione e la pubblica difesa di organizzazioni che trovano nel fascismo storico la propria ispirazione.

 

Il take Ansa. Scontri a Napoli tra attivisti dei centri sociali e le forze dell’ordine. Scene di guerriglia a poca distanza dalla stazione ferroviaria tra automobilisti e passanti spaventati. Il corteo che è iniziato per protestare contro un appuntamento elettorale di Casapound ad un certo punto è riuscito ad avvicinarsi all’hotel dove c’era il leader del movimento di destra. Sono scoppiate bombe carta e sono stati lanciati fumogeni.
“Non hanno avuto rispetto per la città, per una zona frequentatissima come piazza Garibaldi. Per fortuna non registriamo feriti né tra le forze dell’ordine, né tra i cittadini.  Abbiamo dosato le forze, visto che c’era anche la partita del Napoli, e abbiamo pianificato al meglio consentendo il regolare svolgimento della manifestazione di Casapound all’interno dell’hotel”. Lo dice all’ANSA il questore di Napoli, Antonio De Iesu, in merito alle proteste e agli scontri dei centri sociali. Venti gli attivisti che sono stati fermati e momenti di tensione, con lanci di petardi e pietre, si sono verificati anche davanti alla sede della Questura di Napoli. Gli esponenti dei centri sociali hanno infatti protestato per il fermo di alcuni di loro e hanno messo in atto prima un presidio davanti alla Questura, poi davanti alla sede delle Poste e poi di nuovo davanti alla Questura.
“Ora la situazione è tornata alla normalità – dice il Questore – ma tutta questa aggressività lascia l’amaro in bocca”. Due attivisti dei centri sociali sono stati portati in ospedale per essere medicati, dopo gli scontri con le forze dell’ordine, secondo quanto riferito dai portavoce dei manifestanti.  La situazione ora si sta progressivamente normalizzando. Secondo il racconto degli attivisti gli scontri sarebbero partiti dopo che una loro rappresentanza aveva chiesto di far procedere il corteo lungo una strada presidiata dalle forze dell’ordine, ma che non avrebbe consentito l’accesso all’hotel dove si stava svolgendo un incontro di Casapound. Intanto sono in corso controlli su circa trenta manifestanti che sono tenuti fermi, a lato della strada. In zona le forze dell’ordine stanno cercando di rintracciarne altri che sono fuggiti. In una parte della strada il traffico è tornato regolare, mentre verso il centro della città una parte della viabilità è ancora presidiata dalle forze di polizia. I centri sociali napoletani e dei collettivi studenteschi hanno promosso una manifestazione di protesta. “L’Italia è un paese dove non c’è spazio per razzismo e fascismo – dicono gli attivisti- il nostro nemico è dentro l’hotel Ramada. In Italia non c’è spazio per la Lega e Casapound”.

4 COMMENTS

  1. “L’Italia è un paese dove non c’è spazio per razzismo e fascismo – dicono gli attivisti- il nostro nemico è dentro l’hotel Ramada. In Italia non c’è spazio per la Lega e Casapound”. Ovviamente per il radicalismo e la violenza di sinistra lo spazio ci sarà sempre.

    • “Radicalismo e violenza di sinistra”? La Lega e Casapound rappresentano, ideologicamente e non, ciò che di più violento e radicale possa esistere. Il racconto della manifestazione fatto da chi vi ha partecipato non mi sembra affatto “una storia di violenza” eppure come tale è stata raccontata e stigmatizzata dai media. A quanto pare l’unica cosa per cui non ci sarà mai spazio è la Verità.

  2. A me sembra che i violenti e i fascisti siano i manifestanti “compagni” di Antonietta Manzi. Ha fatto bene il questore a definirli manigoldi.
    La colpa è di De Magistris che coccola e protegge questi violenti dei cosiddetti centri sociali.
    Quelli di Casapound stavano in un luogo chiuso e privato a farsi gli affari loro.

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