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sabato, Aprile 20, 2024

Il pettirosso e il cacciatore

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Vittorio Erico Nemo e Frida | Quella che vedrete è la breve storia di un incontro tra un cacciatore ed un pettirosso. Storie simili non sono rare, purtroppo, e nella maggior parte dei casi non a lieto fine. Inoltre troppo spesso ormai uccelli vittime delle “infrastrutture “, come quello del video, vengono raccolti ed utilizzati da ambientalisti per la loro propaganda animalista, senza prove evidenti e descritte della provenienza e delle cause di morte o ferimento.
Scopo ultimo di tanta mediaticitá, mi si passi il termine, è la chiusura della attività venatoria sull’isola.
La birdlife, seria organizzazione ambientalista, e, non ultimo, uno studio del corpo forestale dello stato, attribuiscono alle infrastrutture umane la maggiore causa di morte degli uccelli.
Vetrate, automobili, cavi elettrici, pale eoliche , aerei, treni ed altro sono responsabili di circa un miliardo di uccelli morti l’anno (link)
Altra causa viene attribuita agli animali domestici, in particolare il gatto .
Solo In usa il gatto domestico è responsabile della morte di 100 milioni di uccelli .
Gabbiani in sovrannumero contribuiscono in modo incisivo e l’agricoltura intensiva alimenta la statistica con pesticidi e trebbiatrici.
Dall’archivio corpo forestale dello stato link
Studio bird life
Da quanto riportato é intuibile che l’impatto della caccia sul numero di uccelli che muore nel mondo é quantomeno ridicolo e l’estremismo con il quale si cerca di attirare le attenzioni della comunità sociali diventa patetico agli occhi del l’intelligenza, quella vera.
La caccia è sempre esistita e sebbene giustamente regolamentata esisterà sempre, fin quando il progresso non avrà eliminato, malgrado tutti, la natura dai nostri orizzonti.

24 COMMENTS

  1. <> Anche il numero degli uomini morti assassinati è ridicolo rispetto al numero di quelli che muoiono di morte naturale o per incidenti. Ciò non vuol dire che sia giusto assassinare un altro essere umano. Chi è contrario alla caccia non lo è perché si rischia l’estinzione degli uccelli (anche se non mancano i casi di uccelli appartenenti a specie protette che vengono colpiti dai cacciatori) , ma perché semplicemente non comprende come si possa sparare a degli esseri viventi per mero divertimento

    • dopo l’ uccisone del falchetto pellegrino a Candiano qualche giorno fà, non posso più sentire scuse e giustificazioni circa la caccia e i cacciatori di Ischia . Quando costoro, “gli amanti della natura” cercano di giustificare questa ecatombe che ogni anno si perpetua anche a danno delle persone e cose visto che si spara sempre più in prossimità delle abitazioni e luoghi frequantati, penso che veramente quest’ isola sia arrivata al punto zero dal punto civico e sociale.Se proprio vi piace la natura, denunciae quelli che vanno in giro a sporcare e ce ne sono tanti che penso non passano inosservati. Bravo Vittorio che ha illustrato quali sono anche le altre cause dalle quali si evidenzia tuttavia che i cacciatori sono quelli che fanno il lavoro di fino, cioè eliminano pure quello che è riuscito a passare indenne attraverso tutti gli handicap già creati dall’uomo,non c’è da essere fieri, saremo contenti quando nei boschi gli unici cinguettii saranno solo quelli dei richiami…

  2. Lo dica al pollo, al bue o al maiale , che vengono fatti nascere ed allevati per pochi mesi, imbottiti di ormoni e poi macellati per soddisfare il palato di esseri umani ( mero divertimento?)
    Andare al ristorante a mangiare carne e pesce é mero divertimento… così come andare al supermercato.
    Mangiare una bella bistecca che arriva in aereo dall’argentina ….
    Se vogliamo continuare a parafrasare … l’allevamento intensivo é un campo di concentramento, la caccia è vita all’aria aperta .
    Inoltre assassinare un essere umano è un reato , la caccia é legale.
    La caccia é sempre esistita, l’allevamento no.
    A caccia ci vanno anche gli animali .
    Gli animali non allevano polli e non costruiscono infrastrutture .
    Se fossimo tutti animali il mondo durerebbe molto ma molto di più .
    gli allevamenti di bovini( fatti da umani) sono responsabili di una buona fetta del buco dell’ozono, il buco dell’ozono é responsabile della morte di tanti uccelli e non solo .
    Chi mangia carne allevata é quindi responsabile della morte degli uccellini …
    Si chiama sillogismo .
    Qualcuno ora scriverà che noi siamo umani , abbiamo il cervello e quindi ci eleviamo…. bla bla bla.. e bamby…. bla bla bla …la pelliccia di plastica …bla bla bla ….il coniglio bla bla bla … la Brambilla …bla bla bla.
    Bla bla bla .

    Si può essere contro la caccia, cosa che rispetto, ma non esserlo da non-vegetariano : in tale caso é pura ipocrisia.
    Anche essere vegani e usare l’auto o avere una casa è ipocrisia.
    Gli estremismi sono ipocrisia, perché odiano l’altra estremità … ma poi la raggiungono.
    Concludo come spesso faccio :
    Se fossi un pollo invifdierei la beccaccia, libera di volare e di affrontare i pericoli della vita …
    la beccaccia potrà incontrare l’umano , che al pari della volpe o dello sparviero cercherà di sottrargli la vita , il pollo purtroppo lo ha incontrato da uovo.
    Concettualmente il cacciatore rispetta l’animale più di tanti altri finti moralisti .
    Questo fu riconosciuto anche da una vegana ( mia nipote), che ora è maturata e rinsavita ( mangia beccacce e spigole, non di allevamento), ma da vegana mi diceva che ero coerente e che avrebbe preferito una beccaccia ad un bicchiere di latte ( latte crudele, perché il vitello veniva fatto nascere solo per rubare il latte alla mamma )
    Non mangiate troppo pollo che vi crescono le zizze e poi vengono i tumori .
    Ho incontrato un pettirosso, l’ho salvato … un altro avrebbe controllato se l’auto si fosse graffiata e l’avrebbe lasciato a terra o preso a calci .
    sono un cacciatore
    Senza polemica, ma converrà che in tutto questo marasma la caccia incide sull’ambiente come un brufolo sul culo di un malato terminale .
    Vittorio

  3. Quindi noi che siamo contro la caccia siamo dei poveracci, dei mentecatti, perchè “l’estremismo con il quale si cerca di attirare le attenzioni della comunità sociali diventa patetico agli occhi dell’intelligenza, quella vera”. Personalmente trovo che le argomentazioni di chi si oppone alla caccia siano molto più valide dei dati snocciolati in questo scritto. Visto che ci siamo sciroppati i suoi dati e i suoi link, magari le farà piacere leggerne anche qualcuno contro la caccia, sempre che questi siti non siano troppo stupidi. http://www.cacciailcacciatore.org/info/danni.html . Da un altro sito ho estrapolato questo “Come uccide
    la caccia
    Non si deve pensare che gli animali colpiti dagli spari (in Italia centinaia di milioni ogni anno) siano le sole vittime della caccia. Al contrario, l’impatto delle doppiette è molto più ampio, e coinvolge intere popolazioni animali, a qualunque specie appartengano.
    Basta pensare a quello che succede in una normale giornata di caccia: al primo sparo tutti gli animali fuggono per lo spavento e si nascondono, restando nascosti anche per molte ore. Ma moltissimi animali, soprattutto d’inverno, hanno bisogno di cercare cibo praticamente senza interruzioni; la caccia impedisce loro di mangiare. In casi estremi ma non rari, la conseguenza è la morte per fame; ma anche gli animali che in qualche modo riescono a sopravvivere rimangono più deboli: le popolazioni animali che vivono nelle regioni in cui la caccia è permessa sono più soggette a malattie epidemiche, e meno capaci di riprodursi. Altrettanto devastanti sono le conseguenze psicologiche: è noto che alci e caprioli muoiono anche di crepacuore durante l’inseguimento.
    Un altro fattore di distruzione legato alla caccia è l’inquinamento da piombo. Questo metallo velenosissimo contamina le falde acquifere e i prodotti agricoli, e avvelena in massa gli animali selvatici. Si calcola che in Italia i cacciatori sparino ogni anno circa 700 milioni di cartucce diffondendo così nell’ambiente circa venticinquemila tonnellate all’anno di una delle sostanze più tossiche della Terra, che, sotto forma di piccolissimi pallini, viene a mescolarsi al cibo consumato dagli animali. L’avvelenamento che ne consegue è lento e atroce. Nello stomaco della selvaggina uccisa vengono comunemente ritrovati pallini di piombo: da questo si può capire che la diffusione dell’avvelenamento da piombo è altissima e, visto che il piombo disperso nell’ambiente aumenta ad ogni stagione di caccia e non viene mai smaltito, è destinata certamente ad aumentare.

  4. Pur rispettando l’altrui pensiero, è sempre più evidente che all’interno del colorito mondo animalista, v’è una categoria, in continuo aumento, così spinta nelle sue idee da disprezzare gli esseri umani, tanto da preferire la morte di questi ultimi piuttosto che sacrificare i primi. La maggior parte sono incoerenti, mangiano comunque carne e derivati, indossano abiti in pelle, utilizzano le medicine sperimentate nel passato e nel presente su animali.
    Nonostante ciò odiano il cacciatore…
    Miei cari “animalisti” alla luce di tale incoerente comportamento, dovrete necessariamente convenire, che appartenete ad una strana tribù.

  5. Il piombo verrà bandito dalle cartucce se lo stato lo riterrà opportuno, e si potrà usare altri metalli meno invasivi per l’ambiente.
    Va detto che paesi evoluti dal punto di vista ambientale hanno bandito già diversi anni fa, per poi fare dietro front e tornare al piombo (nord Europa,dove l’ambiente sta al primo posto)
    Per quanto riguarda la salvaguardia degli animali …in italia ci sono più parchi che territori liberi per la buona pace di fauna e animalisti .
    In ultimo le mie fonti non sono di parte , anzi provengono dal ministero e da una associazione ambientalista.

  6. I dati a cui fa riferimento Vittorio sono dati tratti da fonti istituzionali o studi pubblicati in riviste scientifiche (peer reviewed).

    I suoi “calcoli” sono tratti da un sito chiaramente di parte; come fanno ad essere base per una discussione, o ancora peggio, base per delle conclusioni?

    Si, ci sono dei report scritti in salsa scientifica – ma non hanno passato alcun processo di revisione, quindi valenza scientifica uguale a zero – (ed ho anche alcuni dubbi personali sull’applicazione della metodologia che stima l’inquinamento da piombo).

    E soprattutto, se ci fosse la volonta’ di migliorare piuttosto che quella di distruggere, lo “studio” avrebbe suggerito delle alternative al piombo, in modo da ridurre l’effettivo impatto ambientale. Invece si limita a trarre le conclusioni che gli interessano e la chiude li.

    Mi sembra evidente che quello che si cerca e’ solo una motivazione per dare supporto ad un altra tesi, che certamente non e’ quella di diminuire l’inquinamento da piombo.

    Ancora, per dare un’idea della “neutralita’” voglio riportare un esempio a caso.
    Faccio riferimento a BANKS, R.C. (1979)
    Human related mortality of birds in the United States, Special Scientific Report Wildlife, 215:1-15, citato nella bibliografia di “Dalla Caccia alla Scienza”:The fact that just a few species account for most of this mortality and yet continue to maintain large, harvestable populations suggests that populations of most bird species are essentially unaffected by the human activities discussed. Other activities of man that do not necessarily result in the death of birds but rather reduce reproductive potential, such as habitat alteration and environmental contamination, are much more likely to have long-term effects on avian populations.” (Pg 13).

    Lo studio in questione afferma che le attivita’ analizzate non toccano le popolazioni, ma anzi l’effetto a lungo termine sembra molto piu’ presente a causa dell’inquinamento (tema gia’ affrontato qualche rigo fa per la questione caccia, forse si dovrebbe guardare a quello industriale) e modifiche dell’habitat.

    Che ci fa nella bibliografia di un documento della LAC che afferma l’esatto contrario? Lo hanno letto o si sono fermati alla prima riga? Cosi si travisano le conclusioni scientifiche..

    Saluti

    JT

    • Avendo lavorato per alcuni anni nel campo della ricerca accademica conosco profondamente il mondo delle riviste scientifiche e i meccanismi che sono alla base della valutazione delle pubblicazioni, tanto da essere da tempo giunto alla conclusione che i risultato ottenuti da uno studio promosso da un’associazione, nella maggior parte dei casi, non sono meno validi di quelli “ufficiali”. Io non ho “calcolato” proprio niente, caro signor JT, mi sono limitato a riportare dei link come aveva fatto l’autore dello scritto iniziale.
      Ma qui si sta affermando un concetto piuttosto discutibile: gli animali ammazzati sono una goccia nell’oceano, quindi lasciateci in pace a noi cacciatori e pensate al pollo “che fa crescere le zizze” voi animalisti che siete “una categoria, in continuo aumento, così spinta nelle sue idee da disprezzare gli esseri umani, tanto da preferire la morte di questi ultimi (?!?) piuttosto che sacrificare i primi”. Tralascio volutamente la presunta incoerenza perche’ “mangiamo comunque carne e derivati, indossiamo abiti in pelle, utilizziamo le medicine sperimentate nel passato e nel presente su animali” argomentazioni che, a mio parere, in questa discussione non c’entrano proprio niente.
      Io ritengo, e molti come me, che la caccia sia un’inutile e pericolosa barbarie. Voi ritenete che sia una tradizione da rispettare e portare avanti. Rispetto il vostro punto di vista ma, per favore, evitate di mettere assieme elenchi di “motivi per cui la caccia e’ bella e va difesa”. Il gatto che ammazza piu’ uccelli del cacciatore e’ un’immagine che suscita davvero ilarita’…

      • Ottimo che lei conosce l’ambiente della ricerca. Dovrebbe quindi sapere che riportarndo dei documenti a sostegno delle sue tesi si assume anche la responsabilita’ di averli letti. Ovvio che i calcoli non li ha fatti lei, ma se li cita… non devo spiegarglielo io 🙂

        Quanto alla validita’ degli studi da lei citati, quello che io le ho fatto presente e’ che le sue fonti nel caso sono, secondo me, poco/per niente affidabili ed oggettive, riportandole anche degli esempi concreti di cio’ a cui mi riferisco.

        In ogni caso, e’ chiaro che ognuno e’ libero di avere un suo punto di vista.

        Il problema, secondo me, e’ quando si cerca di far trasparire un’opinione personale (che ribadisco, rispetto) come verita’ assoluta per la collettivita’ e si cerca di sostanziarla citando degli studi – o presunti tali. E’ li’ nasce il motivo del mio commento.

        L’articolo sopra e’ nato come risposta e difesa da una campagna mediatica che ha come cavalli di battaglia proprio i temi che lei ha citato – basti guardare chi li pubblica – e che non mi sembrano argomentazioni plausibili, legandomi a quanto ho scritto sopra.

        Il resto sono solo pareri personali… che contano fino ad un certo punto.

        • Evidentemente lei ha molti più titoli di chiunque altro nel giudicare la validità di questa o quell’altra tesi o studio. Il messaggio che state cercando di far passare è che ognuno è libero di fare ciò che gli pare. Se un cacciatore ammazza un gheppio, chissenefrega? Ce ne sono milioni nel mondo, non sono certo due cacciatori che ne decimeranno la popolazione. Ed è qui che non potremo mai giungere ad un accordo sulle posizioni, non è più questione di “opinioni personali spacciate come verità assoluta”. Lei ha ragione quando dice che i pareri personali lasciano il tempo che trovano. Dal mio punto di vista il suo e quello dei vari commentatori di questa discussione valgono poco e niente, pur rimanendo nel campo del rispetto.
          Io mi assumo la responsabilità di leggere le mie fonti. Mi assumo anche la responsabilità delle mie affermazioni, tant’è vero che mi firmo con nome e cognome. Io.

          • Mi perdoni, ma se si rivale sulla questione “nome e cognome” è evidente che non sa che pesci prendere in questo discorso.

            Ora addirittura sta mettendo sullo stesso piano specie protette e non (siamo nel lecito e nell’illecito, c’è una grossa differenza – a meno che non si tratti di opinioni personali su cui sembra sia d’accordo anche lei). Mi sembra chiaro che fino a qui si è parlato esclusivamente di attività regolamentata.

            Io non ho vantato né titoli (né nomi né cognomi..non sono quelli che contano in questo contesto, non sto facendo attacchi personali a nessuno.. e mi dispiace molto perché ne ho visti alcuni), ma ho spiegato, in maniera mi sembra anche molto chiara, perché non ritengo corretto quello che c’è scritto nel link che lei mi ha chiesto di leggere. Per farla breve, la sua risposta è stata:”mi sono limitato a riportare dei link”.

            Prima ha chiesto di leggere, poi ha trovato qualcuno che addirittura si è preso la briga di farlo e ora non accetta le critiche al materiale che ha chiesto di leggere. Mmm..

            Inoltre, ci tengo a sottolineare che non ho mai giudicato come la pensa a livello personale, né preteso di cambiarla – sempre nell’ottica del rispetto – . Ho solo fatto notare che lei (o le sue fonti, come preferisce) trae/traggono delle conclusioni (secondo me) errate, ed ho esplicitato i motivi per cui la penso cosi. E da questo ho dedotto che non essendo fondata su fatti reali, la sua idea è priva di valore, se non quello suo personale. Non mi sembra di aver imposto nessun diktat né mai di aver detto che né so più di lei.

            Se si assume la responsabilità di leggerle, spero che la prossima volta lo faccia con un po’ più di spirito critico. E magari un po’ meno pregiudizio.

            Saluti

            P.S. Si, ognuno è libero di vivere nei limiti imposti dalla legge. Si chiama Stato di Diritto.

            P.P.S. Sul calcolo delle cartucce ha ragione, però si dovrebbe dimezzare la cifra in quanto è calcolata sul totale delle licenze – nel 1990 – e ad oggi è passato da 1.4 mln a 0.7mln circa. Fa in ogni caso una bella differenza. Ovviamente parliamo di caccia e non di tiro, come suggeriva lei.

  7. Sig. Bartolomeo Garofalo,lei che se non erro, di recente ha provato in tutti i modi a togliere il sonno agli abitanti dell’isola con la follia del “buco” ad ogni costo, sappia che per essere contrari a qualcosa, bisogna quantomeno sapere di cosa si parla, lei dice aberrazioni che legge e che spesso vengono scritte da persone ambigue che nel dire di essere contrari la caccia, hanno fatto la loro fortuna politica ed economica. Gia’, siamo da sempre “cavalli mediatici” unici. Tra l’altro, tanto per farle notare quanto sia grande la baggianata delle settecento milioni di cartucce sparate in Italia ogni anno, sappia che il 98% delle cartucce di cui lei fa riferimento, vengono sparate da tiratori come me sui campi di tiro a volo, laddove tutto viene recuperato e riciclato con delle banali specifiche reti. Per il resto, esponga i suoi dubbi, o meglio ancora, chieda ad un cacciatore: avrà modo di capire tante cose. Saluti

  8. Signor Cacciatore a Vita, prima di tutto i numeri: se il 98% delle cartucce viene usato in un campo di tiro a volo, vuol dire che ognuno dei cacciatori italiani usa durante la caccia, in media, 20 cartucce a stagione. Considerando una doppietta, non sono esperto in fucili, significa 10 tiri. E le mie sarebbero baggianate?
    Non ho bisogno di leggere proprio niente da nessuno per farmi pensare cio’ che penso della caccia. Ho molti dubbi, ma nessuno riguarda questo argomento.
    Facendo riferimento al “buco ad ogni costo”, su cui evidentemente non e’ aggiornato, mi trova d’accordo: per essere contrari a qualcosa bisognerebbe almeno cercare di capire di cosa si sta parlando. Io capisco di caccia quanto lei di geologia. Sono davvero dispiaciuto per il suo sonno perso.

    • In effetti ha ragione , lei capisce di caccia quanto cacciatore a vita capisce di geologia .
      Ora , parlando di geologia, lei sorride al sentire le affermazioni del suo interlocutore, in quanto prive di fondamento.
      Quindi concorderà che quando un animalista parla di caccia quantomeno i contenuti sono paragonabili al “buco” di cui sopra .
      Richiamare un sito “cacciacacca.it” e simili lascia il tempo che trova, anche perché di siti a favore della caccia ne esistono e non sono stati chiamati in causa.
      Al contrario ci si é basati su statistiche di una associazione ambientalista seria .
      Cioè un cacciatore ha chiesto aiuto all’ambientalista per perorare la propria causa .
      In Italia non esistono veri ambientalisti , basta pensare alla Brambilla …Pecoraro Scanio e company.
      Sarebbe come mettere un salumiere a parlare di geologia .il problema è che se un salumiere parla di geologia nessuno lo ascolta…,
      La caccia tira, è un trampolino di lancio per stracciafacenti in cerca di consensi facili .
      Si chiama demagogia.
      E il bamby da lei descritto,quello che muore di infarto, ne é l’emblema.

      Se poi infarto gli viene ( crepacuore, scusi, fa più effetto) dopo un incontro ravvicinato con un auto …. nessuno si lamenta .
      A Ischia invece il pettirosso che sbatte nella finestra viene raccolto e proposto sul giornalino come sicura vittima dei cacciatori cattivi .
      Un geologo non subisce simili attacchi , ormai quotidiani .
      Saluti

  9. Bel video complimenti!!
    Urge però una precisazione su quanto detto dall’amico “Salvatore” 《《《il pettirosso che da il buongiorno al cacciatore e che nessuno di essi ossasse sparare》》》 ma signori cari,forse e sottolineo forse,il pettirosso passa anche e sfugge al piombo delle doppiette ma I FALCHI?? BARBAGIANNI??? CICOGNE??? GHEPPI??? GUFI ecc.ecc.?? Giusto loro non sono pettorossi!

  10. Casomai oserebbe ….
    Ora torniamo al livello animalista …
    È stato bello argomentare con persone colte….grazie .
    Vabbè…e torniamo alla realtà e lasciamo la geologia ( mi ha sempre affascinato ) e la revisione della letteratura , ahimè.
    Per quanto mi riguarda i gufi gheppi e company possono anche venire dallo stesso frigorifero….oppure su ordinazione a qualche bracconiere compiacente e complice., come le trappole per orsi trovate dai mitici del WWF … provengono da Brescia .
    Chi mi dice che non accade questo?
    A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca .
    lo sparviero per esempio ( fonte repubblica) risale a diversi giorni addietro, però fa più notizia scrivere martedì.
    Chi certifica la causa della morte ?
    Chi il luogo del ritrovamento?
    Chi autorizza le uscite delle ” guardie” ?
    Chi controlla le loro credenziali ?
    Chi permette che queste possano pubblicare foto di minori sulle pagine di giornali ?
    É un problemino penale molto in voga di questi tempi….
    Le forze dell’ordine sanno che ogni loro uscita deve essere preventivamente autorizzata ?
    I cacciatori lo sanno ?
    Un noto attivista, compagno di merende, ha riferito al giudice che lui non ha assolutamente bisogno di autorizzazione, lui si auto-autorizza….il noto attivista è in attesa di giudizio .
    Cacciatori in attesa di giudizio non ne conosco.
    A proposito , sembra che qualcuno che oggi mangia solo erba abbia un discreto passato da bracconiere….trappoline addirittura ….
    Me l’ha detto il pettirosso.
    :-))))

  11. Cerchiamo di tirare le somme in questo discorso. L’autore cita alcuni studi (in realtà sono un elenco ragionato di dati pubblicati da altri e talvolta in contesti ecologici non esattamente uguali a quello italiano, ma va bene lo stesso) secondo i quali uccidono più animali le linee elettriche, i gatti, le pale eoliche o le finestre con i vetri. Quindi, è la conclusione, i 700mila cacciatori italiani che sparano una media di 1000 cartucce a testa a stagione, sono una goccia nell’oceano. Le citazioni dell’autore sono validissime, le altre sono di parte. Eppure in un articolo citato da JT, peraltro pubblicato nel lontano 1979 e che riguarda la situazione nordamericana, nelle conclusioni si legge, cito testualmente: “Hunting, for which the data are most nearly accurate, is the
    primary human related mortality factor for birds (although the completeness of hunting data may result in overemphasis of this factor). Collision with man-made objects, for which fairly firm bases of estimation exist, is second in importance. These two factors account for about 90% (!) of the avian mortality documented here”.
    Concludo e non tornerò più su questa discussione, nemmeno perderò altro tempo a leggerla. Restate con le vostre convinzioni e le vostre tradizioni. Non cercherò di convincere nessuno dell’assurdità di questa pratica. Ma l’atteggiamento “mo ti spiego io come stanno le cose che non hai capito niente”, per favore, conservatelo per altre occasioni.

  12. Caro Bartolomeo, l’articolo che ho citato e’ preso (ne ho scelto uno a caso per di piu’) dalla bibliografia del testo che lei mi ha suggerito di leggere, se la cosa non fosse chiara. Quindi il fatto che sia vecchio e americano non e’ un problema mio, ma suo.

    Quello che ho dimostrato citandolo e’ che si prendono pezzi a caso di ricerche, decontestualizzandole per i propri scopi(come per altro ha appena fatto lei).

    Infatti, se si fosse preso la briga di leggere le conclusioni del testo fino alla fine, avrebbe notato anche che (nel 1979, ora i dati sono ben diversi – come spiegato nell’articolo di Vittorio) c’e’ scritto – e qui riprendo dal mio primo commento – : “le popolazioni di questi uccelli sono stabili e quindi le attivita’ prese in esame non hanno un effetto significativo sulla popolazione.” Quella e’ la conclusione dello studio, che ho anche riportato nel mio primo commento.

    Il punto di una ricerca non e’ trarre una mera statistica, ma contestualizzarla e ragionarci!

    E riguardo al 90% che mette in evidenza, le sottolineo ancora che nelle conclusioni dello studio si dice anche chiaramente che le attivita’ che hanno piu’ effetto a lungo termine non sono state considerate (anche questo ben speficicato nel mio primo commento). Quindi quello potrebbe essere il 90% di nulla. Ma l’importante e’ scriverlo, no?

    La somma del discorso e’ che se vuole parlare deve farlo con i fatti e mi sembra che le sue argomentazioni fin’ora facciano acqua da tutte le parti. Incluso l’ultimo tentativo in cui e’ andato a recuperare solo i due dati che le interessavano.

    Se non accetta il fatto che qualcuno possa esprimersi in maniera contraria a quello che dice lei, e’ un problema suo.

    Ovviamente e’ libero di non partecipare, ma stia sicuro che se pensa di venire qui ad argomentare con estratti di ricerche e manipolati/ritagliati per sostenere le sue tesi, trovera’ qualcuno che le rispondera’ per le rime.

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