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venerdì, Aprile 19, 2024

I due volti per Ischia

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Non è la prima volta che mi occupo del mancato sviluppo di Ischia rispetto ad altre località turistiche, più o meno rinomate, sparse qua e là nel resto del mondo. Nel 4WARD di oggi ci ritorno volentieri, dopo aver letto su “Corriere.it l’Economia” del nuovo quartiere abitativo in costruzione al Principato di Monaco, in Costa Azzurra, ad opera del famoso Architetto Renzo Piano. Com’è noto, infatti, il Principe Alberto ha deciso di far fronte al continuo aumento delle richieste di residenza a Montecarlo, cominciando ad utilizzare il mare come “terreno edificabile”.

Sono stato a Montecarlo pochi anni fa e posso dire con certezza che se la zona lungomare l’ho trovata estremamente affascinante, non altrettanto mi ha convinto quella specie di agglomerato urbano che sta alle sue spalle, trovandolo proporzionalmente più opprimente del centro abitato di una metropoli qualsiasi. Del resto, non potremmo pretendere altro da un processo di vertiginosa antropizzazione in soli due chilometri quadrati, se non trovarvi nuovi sbocchi per continuare ad accogliere i magnati russi del terzo millennio, figli degli arabi della fine del secolo scorso e degli americani che conobbero questo piccolo paradiso grazie alla loro concittadina Grace Kelly.

Intanto, il segmento luxury mantiene sempre altissima la considerazione del Principato e l’erede di Ranieri si sta dando molto da fare, con un progetto che coniuga alla perfezione sviluppo, equilibrio paesaggistico, estetica, funzionalità, modernità e ambiente, senza alterare più di tanto l’attuale skyline della cittadina monegasca ma creando senza dubbio una struttura di altissimo livello che, pronta nel 2025, sta già facendo parlare benissimo di sé in tutto il mondo: appartamenti lussuosi, splendidi negozi, ampliamento del Grimaldi Forum (ormai divenuto sede di appuntamenti rituali importantissimi) e una marina molto esclusiva, rappresenteranno così il sesto ampliamento in mare della zona, imitando così “in piccolo” realtà orientali che proprio nel mare hanno imperniato il loro sviluppo, costruendovi porti turistici, aeroporti, campi da golf e altre importanti opere infrastrutturali.

E’ chiaro che oltre alle idee, al coraggio, alle risorse e alla capacità progettuale, questo genere di azioni passa anche per la cruna della burocrazia. E se al Principato di Monaco il problema non si pone perché, in quanto tale, tutto è subordinato all’organo monocratico che lo governa, in paesi cosiddetti “normali” tutto diventa più difficile. Vero è che in posti molto meno evoluti, come ad esempio l’isola di Gran Roque, in Venezuela, o come la stessa zona di Arekuna (un villaggio in piena foresta a breve distanza dal Salto Angel e da uno degli ultimi insediamenti indios della zona), sono stati in grado di costruire già ben oltre un ventennio fa un piccolo aeroporto ad una sola pista a due passi dal mare nel primo caso e, nel secondo, la stessa opera ma facendo atterrare i piccoli velivoli su un autentico sterrato; così come a Turks and Caicos, o ad Antigua, le navi da crociera attraccano di murata a lunghi pontili in legno, mentre a brevissima distanza i turisti fanno il bagno in spiaggia. Ma se proviamo a rapportare una di queste opere alla nostra Isola, ci rendiamo conto che il solo parlarne abbia, in passato, destato scalpore o dinieghi, sia da parte della gente che di alcune autorità preposte, nel silenzio pressoché totale dei politici in carica.

Io stesso, nel 2000, mi feci promotore del progetto di un porto turistico ad Ischia Ponte che molti ricordano, riprendendo in modo più garbato (e forse concreto, in termini di fattibilità) una vecchia idea dell’epoca di Enzo Mazzella e, successivamente, di Luigi Telese. Ma come me, altri “visionari” hanno immaginato opere importanti, come ad esempio il mitico Sandro Petti, che con il suo libro “Ischia: com’era, com’è, come potrebbe essere” gettò le basi per alcune (non tutte) opere pubbliche che avrebbero letteralmente cambiato faccia a molte zone del territorio comunale di Ischia, dando anni dopo anche al Comune di Forio spunti di analoga importanza e ripetendosi, con eguale considerazione da parte degli amministratori pro tempore (ovvero pari allo zero), nel Comune di Casamicciola Terme. Tutto, finora, rimasto lettera morta. Mentre il Paese soffre in silenzio. O meglio, si piange addosso. Perché di più non sa fare!

Quel che intendo dire è che, rispetto alle reali possibilità di sviluppo di Ischia, gli intoppi sono tre: il primo, la scarsa qualità di gran parte della classe politica locale, incapace non solo di amministrare ma anche di sognare o, quanto meno, di far sognare “su commissione” chi è realmente in grado di farlo; il secondo, la burocrazia, che a mio giudizio s’impersona nella Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e con l’ingessatura di un territorio attraverso l’applicazione di una vincolistica ormai fuori dal tempo; il terzo, la gente d’Ischia, che sempre più spesso non è in grado di leggere il futuro con la giusta obiettività, trascurando l’indifferibile necessità di adeguare la nostra offerta turistica (e, quindi, le nostre infrastrutture) rispetto ad una concorrenza sempre più vicina e incombente.

E allora, vengo al dunque! Sono uno di quelli che intende preservare a tutti i costi quanto di bello la nostra Isola ancora possiede, a cominciare dai paesaggi, dai fondali, dai boschi, dai borghi e dalla costa; ma sono anche consapevole del fatto che non si possa tornare indietro, pretendendo di riavere Ischia delle carrozze, dei piccoli vaporetti e delle strade totalmente prive di auto, rinunciando a quanto di buono il progresso può ancora portarci. Mi piacerebbe, però (e qui vengo alla proposta), immaginare un’Ischia dai due volti: uno in cui conserva la sua identità, i suoi luoghi, la sua natura, la sua storia e le sue tradizioni, l’altro pronto a trasformarsi in modo educato e compatibile a vantaggio di tutto ciò che può migliorarci come destinazione turistica, passando –in primis- per una rivalutazione civica del nostro degenerato contesto sociale. Credo che questo genere di coniugazione potrebbe rappresentare un mix di successo per provare a cambiare sul serio la nostra vocazione di località di grido, ormai piegata al piattume e alle consuetudini di chi, nel pubblico come nel privato, viene chiamato a decidere per tutti, ma che non è affatto in grado di imprimere quel cambio di passo di cui abbiamo parlato e scritto in tanti, ma che finora non ha solleticato le iniziative o le rimostranze di alcuno.

6 COMMENTS

  1. Gentile Signor Conte, Lei si rende conto che quello che vuole è pura utopia a Ischia, a Napoli, in Campania e in Italia? Fin quando la politica sarà intesa come merce di scambio non ci sarà mai spazio per poter pensare al bene reale della nostra Isola, o quanto meno fin quando il compromesso necessario tra ricerca del consenso e il fare bene sarà decisamente più spostato sul primo.
    Lei guarda a Montecarlo, quando nella nostra Isola si dovrebbe ricominciare dall’ABC del turismo, dall’usare quello che di buono già c’è, curare le nostre pinete, i sentieri, tenere le spiagge pulite, mantenere ordinato il traffico, avere dei trasporti pubblici che siano quanto meno “relativi” al decennio scorso, rendere la nostra Isola vivibile e godibile. E invece a Ischia la politica deve stare dietro agli interessi di commercianti, tassisti, ristoratori, albergatori per non parlare delle numerose faide che disperdono tempo, energie e soldi pubblici.
    Lei spesso si è declinato a favore di una mobilità sostenibile eppure guardi cosa succede a Ischia, si istituiscono ZTL, sensi unici, divieti che al posto di snellire il traffico lo appesantiscono, congestionando le nostre già piccole strade, aumentando l’inquinamento atmosferico e peggiorando l’immagine. Allora visto che evidentemente chi ci governa non è in grado di stilare un piano traffico efficace (perché se io per andare a casa non posso percorrere 200 metri ma devo fare 3 chilometri evidentemente c’è qualcosa che non funziona) non sarebbe il caso di mettersi nelle mani di una persona competente?
    E potremmo andare avanti, parlando della maleducazione di parte dei nostri vigili, della sporcizia che regna sovrana sulle nostre spiagge e nei nostri mari, di regole assurde per un posto turistico (limitare la musica nei locali pubblici… facciamo anche un bel coprifuoco alle 23 per i turisti? Le banchine che per anni non hanno avuto una protezione dagli agenti atmosferici. Tariffe dei taxi che scoraggerebbero anche uno sceicco, ecc.).
    E Lei guarda a Montecarlo?

    • Normalmente si guarda ai migliori per trarre ispirazione a migliorare. Se poi chi potrebbe farlo non ne ha la sensibilità, mi lasci almeno dire la mia.
      Grazie della Sua attenzione

  2. Mi scusi non la conosco e nel suo articolo mi pare di di non aver trovato il suo nome , comunque belle parole ma niente fatti, scrivere ho proposto questo codesto e quello è ben lontano dal fare, cose diametralmente opposte, certo andare per il mondo (a spese di chi?) e vedere e importare a casa le idee più belle e fattibili . ripeto è il fare più importante, di chiacchere e tabbacchere e lignamme e cchiene ò banche e Napule

    • Artata distrazione nei contenuti e finanche nella firma dell’articolo (con tanto di provocazione gratuita e capziosa che proprio non mi tocca): pretendere un commento intelligente sarebbe stato più facile da uno dei miei cani.

    • La parabola della trave nell’occhio e della pagliuzza è e sarà sempre valida, il nostro Sig. Conte ha la trave in tutti e due gli occhi ma vede la pagliuzza, che misero, e aggiungo questo sono i politicanti che occupano i posti di potere.

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