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venerdì, Aprile 19, 2024

I baranesi pagano 125.000 euro per la piscina mai realizzata in via Matarace

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Il Consiglio Comunale di Barano il 21 dicembre ha dovuto discutere il pagamento all’arch. Baratta della bella somma di 125.000 euro per un progetto di una piscina natatoria, progettata a via Matarace e mai realizzata, sulla base dell’incarico conferito illegittimamente dal tecnico comunale senza deliberazione della Giunta e senza copertura finanziaria.

Il progetto, inoltre, ebbe parere contrario della Soprintendenza e dell’Autorità di Bacino in quanto non corrispondeva alle norme di legge.

La vicenda è davvero sconcertante: i cittadini di Barano devono pagare 125.000 euro per un progetto inutile, redatto da un professore di Architettura che non avrebbe dovuto mai ricevere l’incarico conferito, senza stipulare un contratto che subordinasse il pagamento dell’onorario all’approvazione degli atti definitivi ed, in caso negativo, liquidasse a costui le sole spese materiali di produzione della progettazione.

L’arch. Barbieri, all’epoca dirigente dell’Ufficio Tecnico, espertissimo di urbanistica, insieme al suo sindaco Giosy Gaudioso che avrebbe dovuto esercitare il controllo, non si è mai posto il quesito: ma sarà possibile costruire in quel luogo quell’opera?

Il più sprovveduto pure dei privati avrebbe preventivamente verificata la concreta possibilità di realizzare l’opera con un semplice progetto preliminare, che nulla sarebbe costato, che lo stesso arch. Barbieri avrebbe dovuto predisporre.

Invece, in questo caso, il Comune di Barano non si è posto il quesito; ma tant’è: ha molti soldi e se l’opera non si potrà fare si potranno mettere i finocchi in quel terreno!

Arbitrariamente, come accerta la sentenza del Tribunale n. 7434 del 27.6.2017, l’incarico conferito dall’arch. Barbieri all’arch. Baratta è nullo e non produce effetti giuridici.

La progettazione, però, c’è stata e, quindi, il Comune deve pagare, è stato il ragionamento del giudice, che ha liquidato la somma a titolo di indebito arricchimento, come se il Comune si fosse avvalso di quella progettazione e l’avesse realizzata.

Il Comune, però, ha taciuto e non ha mai fatto presente che quel progetto è rimasto ad impolverarsi negli scaffali e lo stesso Tribunale nella sentenza afferma che «l’Ente Territoriale abbia fatto propri gli effetti della prestazione in quanto (incomprensibilmente) nulla ha dedotto sul punto per contrastare la domanda de qua».

Ciò significa che il Comune ha fatto scena muta, ha così favorito il Baratta e determinata la sua condanna al pagamento.

La verità è che la progettazione non avrebbe mai dovuto essere redatta in quanto il Piano Paesistico non la consente; il luogo prescelto è inidoneo per mancanza di idonee via di fuga a servizio di un complesso edilizio che comporta l’afflusso di centinaia di persone e di veicoli; la Soprintendenza ha bocciato il progetto ed il Comune ha ricorso al Tar della Campania (Sentenza 9331/07) ed ha avuto torto (accade spesso che abbia torto nonostante i suoi ottimi difensori, come per il parcheggio della Molara ) e la bocciatura è stata confermata. Nel giudizio intervenne Mario Cianciarelli, proprietario di un fabbricato confinante, che scoprì la pentola degli atti falsi ed illegittimi predisposti.

Era dovere inderogabile del responsabile del Servizio Urbanistica e del sindaco dell’epoca, responsabile del controllo, accertare preventivamente la fattibilità del progetto a via Terranera, come ogni persona seria avrebbe fatto e come prevede la legge.

La sola circostanza che il debito del Comune discenda da una sentenza non definitiva non costituisce obbligo per il Comune, che non è tenuto a riconoscere il debito come utile e congruo ai sensi della normativa vigente, tanto più che la causa è ancora in corso.

Tutte queste cose sono state dette in Consiglio comunale dalla minoranza: i consiglieri Clotilde e Mario Di Meglio hanno chiesto di prendere atto che il pagamento è avvenuto in forza di ordine del giudice della esecuzione, impartito al Tesoriere Comunale, e di dare mandato al sindaco di proporre l’azione di rivalsa innanzi al giudice ordinario per il recupero integrale della somma con gli interessi dal giugno 2018 fino al soddisfo nei confronti del dipendente arch. Giuseppe Barbieri, che ha conferito il mandato all’arch. Baratta in violazione di legge senza che l’Ente abbia tratto utilità alcuna, e di ogni altro responsabile.

La proposta non ha sortito risposta e, quindi, i consiglieri di maggioranza si sono assunti la responsabilità di sanare un dispendio che è un’offesa alla comunità baranese. Basti vedere lo stato delle strade urbane: il tratto comunale di via Vincenzo Di Meglio e via Vittorio Emanuele è crivellato di buche ed avvallamenti, che non vengono neppure più tappati; la via Duca degli Abruzzi vede la pavimentazione stradale sempre più incrinata; la via Vittorio Emanuele e la via Vincenzo Di Meglio, dove l’impresa del geom. Abbondante ha realizzata la condotta fognaria, costringe motociclisti, pullman e automobili ad una permanente altalena per gli avvallamenti e le intersezioni ripristinate in pessima maniera.

L’Amministrazione, però, non intraprende la via delle contestazioni all’impresa, che ha pappato oltre due milioni per un malaccorto ripristino della sede stradale. La Polizia Municipale è sonnacchiosa; l’Ufficio Tecnico è sensibile solo al rilascio dei condoni anche di edifici realizzati dopo il termine ultimo perché non ha tempo di leggere gli atti.

E’ questo il quadro di una Giunta che della trasparenza non si preoccupa affatto, sicura dell’impunità.

 

3 COMMENTS

  1. Io non voglio evidenziare nulla…dico solo:” è mai possibile che il nome di alcuni tecnici lo si sente sovente nominare in maniera certamente non lusinghiera in molteplici articoli che parlano di magagne, errori, sperperamento di denaro pubblico ecc… e nonostante tutto il bene di Dio che si commette non arriva mi nessuna condanna da parte dell’autorità giudiziaria??? Ma in che cxxxo di mondo viviamo????????

  2. Tutto l’articolo è splendido. Un magnifico affresco del disastro che è Barano. Ma gli ultimi 3 paragrafetti sono poesia. Bravi. Speriamo che migliori qualcosa. Ma le facce di rame sono durissime e non si smuovono facilmente.
    Ps: ora al posto della piscina comunale abbiamo un meraviglioso parcheggio di polvere a due passi dal Conad. Che sia un favore a quelli del “bottone”?

  3. Figurati se aprono un indagine a barano e se poi si fa finisce tutto a bolle di sapone di nitrodi ci sarebbe tanto da fare

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