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venerdì, Aprile 19, 2024

Housing sociale, il giudice annulla l’ordine di demolizione

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Demolizioni. Sentenza storia del tribunale di Napoli

 

Quella che vede il comune di Cardito, difeso dall’avvocato Bruno Molinaro su scelta del sindaco Peppe Cirillo e dell’assessore avvocato Marco Mazza, vincitore contro la Procura della Repubblica apre una nuova pagina nel complesso mondo delle demolizioni giudiziarie.

Il procedimento definito positivamente dal giudice, in maniera molto diversa da altre pronunce, ha deciso sulla revoca (spesso si è parlato di sospensiva!) dell’ordine di demolizione e, nel caso di specie, il regolamento approvato dal comune campano sull’utilizzo dell’housing sociale come rimedio all’emergenza abitativa ha fatto la differenza.

Senza toni troppo entusiastici, come il momento potrebbe richiedere, siamo davanti ad un provvedimento senza precedenti e che, volendo guardare positivamente all’intera vicenda, apre al un filone più che positivo che vede impegnato da una parte il presidente della Giunta Regione, Enzo De Luca, e dall’altro su iniziativa del consigliere Maria Grazia Di Scala, un tavolo di lavoro dove sono seduti sia l’avvocato Molinaro che l’urbanista ischitano Sebastiano Conte.

Il giudice dell’esecuzione penale presso il Tribunale di Napoli ha, per la prima volta in Campania, revocato un ordine di abbattimento in quanto il Comune aveva acquisito l’immobile al patrimonio comunale per esigenze di housing sociale.

Una caso, questo in particolare, che va analizzato con attenzione perché il giudice non si è espresso sulle richieste del cittadino abusivo, ma ha avallato le ragioni della difesa dell’Ente pubblico avverso quanto richiedeva il Pubblico Ministero. E’ lo stato contro lo stato. Caso raro, tra quelli trattati fino ad oggi, dove la pubblica amministrazione rivendica il proprio agire senza quel, non poco velato, complesso di inferiorità nei confronti del giudice penale.

“La delibera adottata ai sensi dell’art. 31 co. 5 DPR 380/2001 dal consiglio comunale di Cardito, dunque, risulta conforme alle condizioni stabilite dalla legge ai fini della adozione della dichiarazione di prevalente interesse pubblico al mantenimento dell’immobile gravato dall’ordine di demolizione, così come precisati dalla Corte di Cassazione e non vi è spazio per la disapplicazione della stessa in questa sede” è questo il passaggio del Tribunale dove si chiarisce che le richieste del Pubblico Ministero non possono essere accolte. Il comune di Cardito, nel caso in questione, oltre ad acquisire al patrimonio comunale l’abitazione abusiva sulla quale gravava la famosa RESA, aveva, con tutta una serie di atti pubblici, avviato l’iter per l’applicazione dell’Housing sociale che, in breve, consiste nell’acquisizione a patrimonio comunale del bene abusivo e successivamente concesso in locazione all’occupante.

Siamo alla prima, vera, revoca di un ordine di demolizione e, in attesa dell’approvazione del DDL Falanga, calendarizzato per la discussione in aula al Senato, sembra che il vento inizi a soffiare in modo diverso. Con l’approvazione della legge Falanga, infatti, il nostro Stato si interroga e chiarisce una gradualità nelle demolizioni “penali”. Cinque grandi fasce che riconoscono parte di un diritto, fino ad oggi, non riconosciuto: quello ad avere una casa. Un diritto chiamato “abuso di necessità”.

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