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giovedì, Aprile 25, 2024

Gigino e la nave

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Quanto tempo occorrerà prima che Luigi Di Maio e la maggior parte dei “suoi” riesca a rendersi conto della necessità di osservare la famosa regola delle “dieci P”? Sì, le dieci P, proprio quelle che ci insegnavano quand’eravamo piccoli e, nell’avventatezza tipica dei fanciulli, violavamo quasi sistematicamente, lasciando che la bocca fiatasse con la prima cosa che ci passava per la mente dopo essere risalita lungo le vie respiratorie e l’esofago, senza fare i conti con le conseguenze che potesse comportare: il ceffone di un genitore, la reprimenda più dolce di un nonno, o semplicemente la punizione –per così dire- educativa del maestro, professore o allenatore di turno.

Le dieci P (Prima Pensa Poi Parla Perché Parole Poco Pensate Portano Pena) sembrano materia sconosciuta per il giovane vice-premier campano il quale, seppur controllato a vista dalla sua organizzazione di mentoring, sembra osservare un codice squisitamente personale che, al di là degli strafalcioni sui congiuntivi e sulla geografia in cui –buon per lui- sembra incorrere con minor frequenza negli ultimi tempi, lo porta sovente tra le fauci del nemico di turno come una pecorella indifesa raccomandata al più vorace dei lupi.

Io non credo ci sia malafede di fondo nel comportamento del “Gigino” nazionale. Tuttavia, è poco ma sicuro che nessuno sia ancora riuscito a migliorare il livello piuttosto discutibile dei contenuti di buona parte delle sue “uscite” pubbliche. La sua “eliminazione della povertà, per la prima volta nella storia” con l’adozione del reddito di cittadinanza è forse l’emblema della pochezza di questo giovane statista (sic!), nel quale sono state riposte le speranze di tutta l’antipolitica italiana, ma che proprio non riesce a riflettere un tantino, prima di profferire sciocchezze simili. Provate a chiedere a un pensionato da poco più di 500 euro al mese (la famosa “minima”) se riesce a sentirsi ricco: cosa Vi risponderà? O forse è pensabile che per lui, secondo Di Maio e compagni, chi sarà così fortunato da percepirne 780 possa ambire ad arrivare a fine mese e, nel contempo, diventare anche un buon risparmiatore? E questo, ovviamente, senza scomodare gli sfrattati, i senzatetto o quei padri che pur avendo uno stipendio assicurato, per mille contingenze, non riescono a sbarcare il lunario per sé ed i propri cari.

Ora, cari Lettori, non importa se Matera si trovi in Basilicata o in Puglia! Lo strafalcione può capitare a tutti, anche a Di Maio (anzi, a lui più che ad altri); ma quando accade più volte, pur di lanciare a tutti i costi un messaggio ad effetto, allora la situazione diventa preoccupante e non solo perché sei uno dei due vice-capi di Governo del nostro Paese, ma perché neppure hai la reale cognizione dei tuoi limiti quando ti avventuri in un qualcosa che, come amiamo dire dalle nostre parti, “nun è piett tuio”.

E allora, dopo aver ricordato di essere uno di quelli che pur non avendo mai simpatizzato per il Movimento Cinque Stelle e nutrito serissimi dubbi sulla qualità del patto di governo giallo-verde, continua a sostenere che bisogna lasciarli governare, perché la loro carica (e non la loro alleanza) è ampiamente legittimata dalla volontà popolare, credo che tra non molto la paurosa impreparazione grillina a ricoprire incarichi di così tale rilevanza riuscirà a favorire il chiaro disegno del centrodestra di ritornare quanto prima alla sua naturale coalizione. Forza Italia e Fratelli d’Italia rientreranno dalla porta principale a Palazzo Chigi e nei vari dicasteri, insieme ad un Salvini più che lanciatissimo alla carica di Premier, forte di un gradimento personale che al momento, nonostante i suoi tantissimi detrattori, sembra superare il 40%.

E i grillini? Semplice. Torneranno a fare quel che gli riesce meglio! Ampiamente ridimensionati nell’immaginario collettivo, passando da possibili salvatori della patria ad arrivisti e presuntuoselli qualunque, cercheranno di riconquistare “quote di mercato” attraverso i banchi dell’opposizione, quei “cerasielli” tanto vituperati ma che anche loro, da quando li hanno raggiunti, hanno saputo difendere alla grande, accaparrando a piene mani tutti i privilegi che comporta accomodarvisi.

Non so dirVi, amici miei, se questa previsione rappresenterà un passo avanti o indietro per tutti noi. E chi mi conosce sa quanto, in questo momento, io sia distante da certe logiche e certi ambienti. Ricordo, però, che il golpe del 1995, complice la Lega di Bossi, destituì Berlusconi dai banchi del Governo dove il grande consenso ricevuto lo aveva destinato, per far spazio ad un “governo tecnico”. Un anno dopo, la sinistra riusciva a vincere le elezioni con Prodi premier, a guidando l’Italia (si fa per dire, o meglio, non si sa dove) per cinque anni e poi, nel 2001, veniva rimandata all’opposizione proprio a vantaggio dello stesso Berlusconi, pronto a governare per un mandato intero per poi riperdere proprio contro Prodi nel 2006 e tornare al potere nel 2008, contro Veltroni, dopo soli due anni e con una maggioranza bulgara di cui conosciamo l’epilogo. Come dire: l’alternanza è un dato storico ineccepibile! I comandanti continueranno a cambiare ancora a lungo, insieme ai loro timonieri altrettanto improvvisati, ma la nave non smetterà di deprezzarsi, anche perché l’equipaggio (nella fattispecie, il popolo) non ha nessuna intenzione di aiutarla a galleggiare, manutenendola come si dovrebbe.

Povera Italia!

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