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mercoledì, Aprile 24, 2024

Furia rossa Desiree: “Datemi per 15 giorni i vostri locali e la piazzetta”

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Gaetano Di Meglio | Desiree Rossi è una furia rossa. Donna dal carisma e dal temperamento di ferro, albergatrice, imprenditrice di successo ha lanciato la sua sfida a Sant’Angelo e agli imprenditori di Sant’Angelo. Una sfida che apre ad un discorso che merita di essere sviluppato anche perché, come scrive lei stessa: “è meglio provare e non riuscire… che non riuscire a provare”.
«Ok! Grazie per gli auguri! Però… Non è vero che sono felice del tutto. Lo so – scrive Desiree sul suo profilo Facebbok -, mi farò altri nemici , però devo dirvela! Sto incazzata! E dovrò incazzarmi con degli amici. Che è ancora peggio! E dovrò incazzarmi pure con il sindaco! E con l’assessore al turismo! Dovrò incazzarmi con tutti, anche se non vorrei! E devo ringraziare, Tommaso del Pellicano unico eroe aperto! Devo ringraziare la mia amica Carla Iacono del Celestino che fa fare la pipì agli ospiti dell’isola d’Ischia che visitano Sant’Angelo. Tutti chiusi il 24 dicembre. Una vergogna! Sant’Angelo è un gioiello! Voi lo state affossando! Ischia e Forio erano pieni di allegria, di musica e di cibo. La piazza di Sant’Angelo vuota. Vi sfido amici :Se non avete voglia di lavorare, datemi per 15 gg i vostri locali e la piazzetta. Una prova… una sfida.. Meglio provate e non riuscire…che non riuscire a provare. Capodanno 2019!»
Il j’accuse di Desiree è centrale e mette al centro del dibattito la deriva che l’intera isola di Ischia sta vivendo. Desiree non ha dubbi: “La piazza di Sant’Angelo vuota. Vi sfido amici: se non avete voglia di lavorare, datemi per 15 gg i vostri locali e la piazzetta”. Ed è proprio da questo concetto che dovrebbe ripartire l’intera isola d’Ischia considerato il vuoto politico che caratterizza i nostri confini.

Prima di proseguire su Sant’Angelo, una riflessione va fatta. Se Sant’Angelo è vuota, lo è anche il comune di Ischia. Da giorni, infatti, abbiamo provato, da queste umili colonne, a lanciare il grido d’allarme di intere zone centrali. Sant’Angelo diventa la fotocopia di Ischia Ponte, di Via Roma e di tante altre zone dei nostri territori.
Una “depressione” sociale e civile che, in qualche modo, dovrebbe avere una lettura diversa. Eppure tutte le valutazioni ci portano alla denuncia di Desiree: “se non avete voglia di lavorare”. Ed è questa la chiave di lettura migliore.
Se intere zone dell’isola erano vuote, il Bar Maria e la Spadata a Forio e il Porto51 sulla Riva Destra ad ischia hanno spaccato. Gente e giovani riuniti per il “brunch” della Vigilia a ballare in strada fino alle 18.00 di un feriale 24 dicembre. Musica a palla, sfizioserie del periodo e tanta gioia nelle strade. Il segreto? Tre giovani imprenditori che hanno voglia di lavorare. Nessuna amministrazione. Anzi, i comuni contro!
Sanny Mattera e Mario Adinolfi a Forio e i fratelli Mancusi al Porto 51 di Ischia hanno vinto la loro sfida. Si, hanno dimostrato che “hanno voglia di lavorare” e hanno avuto successo.
E non a caso parliamo di aziende ischitane, giovani e capaci. Spesso con i bastoni delle amministrazioni tra le ruote. Ma il 24, mentre a Ischia era un mortorio, mentre al Ponte non c’era nessuno, mentre Sant’Angelo era “tutto chiuso” (o quasi) loro hanno avuto successo e hanno vinto la sfida.
E la politica e le amministrazioni non hanno voce in capitolo: sono aziende che hanno rischiato sulla loro pelle. Con i loro soldi. Con le loro imprese.
Sembra banale, ma in questo ragionamento è impossibile non prendere atto che Forio sia diventato il nuovo “centro” dell’isola del target giovane, della movida e del mangiare bene. E’ stato impossibile non apprezzare il successo dell’intera offerta privata del 24: Pietratorcia, BellaNapoli, Area70, Tiratardi, Locanda da Vito: Forio ha fatto il “tutto esaurito”, altrove il “tutto chiuso”. Che sono due cose diverse.
E tuttu questi hanno dimostrato che, in parte, Desiree Rossi ha ragione.
Abbiamo sulla nostra isola troppi imprenditori che non hanno voglia di lavorare. Troppa gente che, incassa abbastanza d’estate (quei pochi mesi) e poi scappa o preferisce star chiuso. Poi va in vacanza e si gode il 24, il 25 e il 26 dicembre a casa.
Puntare il dito contro il sindaco di turno, da Enzo Ferrandino a Rosario Caruso sarebbe fin troppo facile, ma non centreremmo il problema. E’ vero abbiamo bisogno di una guida diversa, di una classe politica al passo con i tempi, che sappia favorire l’impresa del proprio territorio ma al tempo stesso abbiamo bisogno di imprenditori che “hanno la voglia di lavorare” e non di gente che, da novembre a marzo si gratta la pancia e a Pasqua inizia a rompere le scatole con la tiritera della programmazione e delle potenzialità che abbiamo.

Ma torniamo a Sant’Angelo.
Il post di Desiree Rossi suscita alcune, interessanti, reazioni.
«In verità – scrive Marina Bottiglieri – Desire anche io sono aperta a Sant’Angelo… ho allestito le vetrine per il Natale… ho illuminato l’esterno del mio negozio…e fino alle 13.00 resto aperta. Certo non apro alle 9.00 del mattino, nè la sera… Ma non ho visto molti clienti in giro. Né ne turisti, ma soprattutto non ho visto molti santangiolesi desiderosi di spendere “in patria”. Ti assicuro che non è facile restare aperti in un paese fantasma…”
Desiree è una combattente. “Cara Marina Bottiglieri, lo so! Sono tre anni che apriamo l’albergo ed è una sfida ogni anno, con la differenza che a fine mese ho collaboratori da pagare. Ci si prova, è già un risultato se si va pari. Credimi! Quest’anno ci sono molti meno alberghi aperti sull’isola, ma quelli centrali sono pieni. Perché Sant’Angelo non può diventare centrale? Perché non ci si prova? Perché i ristoranti e bar sono chiusi? Ti sembra normale? A me no…»
Paolo Di Maio aggiunge la sua: «Desire mi dispiace che non hai sottolineato che sia Il Ristorante di Casa Celestino che lo Scoglio sono aperti per tutto il periodo natalizio a partire dal 20 di dicembre ormai da 3 anni. Noi ci proviamo! Grazie»
Desiree Rossi «Paolo Di Maio Lo so, scusami! Ma a te sembra normale tutto questo? Andare in piazza a Sant’Angelo e non potersi sedere a prendere un caffè? Trovare montagne di immondizia sulla spiaggia? I tuoi clienti dalla terrazza cosa hanno visto Paolo? Che immagine diamo al mondo? Poi tutti a condividere foto e mettere like quando ci premiano, ma nessuno si indigna. O troppo pochi!»
Ha ragione Desiree Rossi? Abbiamo troppi imprenditori che “non hanno voglia di lavorare” e pochi che, invece, rischiano e sfidano il freddo inverno ischitano? Combattendo con ASL, NAS, leggi, bilanci, banche e la moria dei turisti? In gran parte Desiree ha ragione.
Amministrazioni non colpevoli? No!
Se da un lato è vero che il mercato è libero e che il “comune” non può imporre l’apertura alle aziende è anche vero che l’amministrazione (in questo caso Serrara Fontana, ma vale per tutte) dovrebbe essere anello di congiunzione tra le varie realtà sociali e imprenditoriali del territorio e far comprendere che certe dinamiche vanno condivise insieme. Così come, sarebbe il tempo che si emanasse un’ordinanza che impone, e questo lo si può fare, per il decoro cittadino di non lasciare le vetrine spente o non addobbate in periodi particolari dell’anno. Della serie “puoi anche stare chiuso, ma non puoi tenere i giornali sulle vetrine e le luci spente”.
La chiusura la lasciamo a Desiree.
Sotto al post di Desiree, oltre al commento dell’albergatore che resta chiuso, nonostante sia sul corso ad Ischia, è Umberto Castellaccio che la sollecita: “Io sono pronto a raccogliere la tua sfida insieme e uniti si vince perché non creare un evento per il brunch del 31 ? Come si fa ad Ischia, Forio?
Desiree Rossi non ha dubbi: “Umberto Castellaccio io preferirei che lo facessero chi ha le attività, però caro Umberto le cose bisogna programmarle e pubblicizzarle. In 3 giorni non si organizzano cose, infatti pensavo al prossimo Capodanno. Sant’Angelo ha necessità di eventi scadenzati. A mio parere ci vogliono appuntamenti settimanali e tematici. Ma è un discorso lungo. Avremo modo di parlarne”.
Se “chi ha le attività” preferisce godersi il Natale in famiglia o l’inverno in vacanza tutto il resto che senso ha? Se “chi ha le attività” le tiene chiuse, perché l’Ente dovrebbe organizzare eventi e programmi?
Infine, se “chi ha le attività” si arrende e abbassa la saracinesca perché mai, poi, dovrebbe venire qualcuno da fuori a provarla a tirare su?

4 COMMENTS

  1. I veri imprenditori, siano essi commercianti , albergatori o ristoratori, ad Ischia non c’e’ ne sono tanti; forse si contano sulle dita di una mano.
    La Signora Rossi e’ una di quelli, un’albergatrice imprenditrice con una forma mentis lontana anni luce dalla mentalita’ medioevale isolana.
    Ha ragione, molti non vogliono lavorare, e la risposta e’ semplice:
    un lavoro va fatto al meglio quando viene svolto con professionalita’.
    Ad Ischia il termine “professionsalita’ ” e’ sconosciuto, mentre il termine “teng e sord” e’ quello piu’ in voga.
    Di conseguenza la mia opinione e’ che mancando di professionalita’,gli pseudo-imprenditori svolgono un’attivita’ “tanto per farla”…come si dice a casa nostra……….
    Ischia dovrebbe essere la perla del Mediterraneo e per ignoranza i piu’ non hanno gli strumenti per afferrare questo concetto, di conseguenza l’isola si trova nella situazione attuale: degrado.
    La Sigora Rossi e’ una donna molto determinata e altrettanto professionale, le auguro, di riuscire a smuovere qualcosa.
    Grande DESIREE….se ci fossero il 30% degli imprenditori come te, l’isola sarebbe diversa.
    Grazie di rappresentare la nostra isola e di offrire ai tuoi ospiti il calore che i veri isolani sanno offrire.

    Un isolano foriano all’estero

  2. non e’ una questione di voglia di lavorare, ma solo di calcoli imprenditoriali,
    sarebbe certamente oppurtuno di concerto con i comuni prolungare la stagione almeno fino al natale, e rimanere chiusi tre mesi per i lavori di manutenzione ordinaria, da gennaio a fine marzo, i dipendenti avrebbero altri 45/50 giorni di disoccupazione e tutta l’economia andrebbe meglio.
    ma per fare cio’ c’e’ bisogno di ridurre le tasse comunali tasi , imu tari , suolo pubblico e altro per aiutare gli imprenditori nel tentativo di salvare quest’economia isolana malata.

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