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giovedì, Aprile 25, 2024

“Free Market”, la Procura ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio

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Gli atti sono stati trasmessi all’Ufficio gip. Un’accelerazione dovuta alla presenza di una misura coercitiva agli arresti domiciliari nei confronti del tenente della Polizia municipale Antonio Stanziola. Ora tutti gli indagati acquisiscono la “qualifica” di imputati. La Cassazione ha respinto il ricorso della difesa dichiarandolo inammissibile per mancanza dei presupposti sull’assenza di alcuni atti all’udienza del riesame per la posizione dello Stanziola

PAOLO MOSE’ | Fonti giudiziarie confermano che il pubblico ministero abbia già firmato la richiesta di rinvio a giudizio. E deve farlo trovandosi tra gli imputati uno che è ancora sottoposto al regime custodiale. Stiamo parlando dell’inchiesta “Free Market” e la posizione di Antonio Stanziola, il tenente della Polizia municipale attualmente ancora detenuto in un’abitazione di un familiare a Napoli. Nel frattempo la Suprema Corte di Cassazione si è espressa dichiarando inammissibile il ricorso presentato dalla difesa che chiedeva l’annullamento dell’ordinanza emanata dal tribunale del riesame che accoglieva parzialmente l’istanza. Tramutando la detenzione in carcere in quella domiciliare. La difesa ha sostenuto che nella discussione orale in camera di consiglio era stata sottoposta al collegio una nullità che di fatto inficiava il provvedimento eseguito su ordine del giudice per le indagini preliminari. Per non aver ottenuto nei tempi stabiliti dalla legge la documentazione sul sistema informatico degli atti che erano stati depositati dal pubblico ministero. In particolare mancava la richiesta che la Procura sottoscrisse e trasmise all’Ufficio gip. Il nodo era stato già risolto in quella fase dai giudici del riesame che ritennero di non accogliere la richiesta di nullità, in quanto la difesa aveva comunque ottenuto cartaceamente quello che non era stato riprodotto con il sistema informatico. Una questione tecnica che la stessa Cassazione ha superato dichiarando inammissibile il ricorso. Stando alle fonti giudiziarie, la richiesta di rinvio a giudizio per tutti coloro che sono stati coinvolti nell’inchiesta “Free Market” è già stata depositata all’Ufficio gip e si attende solo lo smistamento ad un giudice (dei quarantadue presenti) che dovrà poi decidere la data per la fissazione della convocazione delle parti che dovrebbe avvenire nello spazio di qualche mese. In tempi ristretti a causa di alcune misure coercitive della libertà personale. Ed in particolar modo dei domiciliari di cui soffre tuttora lo Stanziola. E stando a indiscrezioni sarebbe in procinto di cambiare difensore, lo Stanziola, con la nomina dell’avv. Antonio De Girolamo che dovrà seguirlo nella fase delicata dell’udienza preliminare e sbrogliare un intricato castello accusatorio che di fatto è stato già “ufficializzato” dalla Procura con la notifica della chiusura delle indagini preliminari. Contestando tutta una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione. Ipotesi di concussione o tentativo di concussione con una serie di abusi d’ufficio, falso ideologico nonché di peculato d’uso e di truffa anche ai danni del Comune di Barano. Quest’ultima contestazione è legata alla “gestione” dei badge che servono ad ogni dipendente per attestare la sua presenza sul posto di lavoro. Il nuovo giudice che dovrà decidere se rinviare in toto o per una sola parte delle contestazioni o, nell’analisi estrema, emettere sentenza di proscioglimento per alcuni degli imputati, dovrà leggersi i numerosi faldoni che compongono dall’a alla z l’inchiesta “Free Market”. Per farsi un’idea delle singole contestazioni rivolte agli imputati per confrontarle poi con quanto diranno i difensori. Alcuni di essi hanno dalla loro qualche asso nella manica che intendono depositare soltanto al cospetto del gup che deve decidere sulla sorte processuale dei propri assistiti. Si sussurra che siano state svolte indagini difensive atte a dimostrare la correttezza in alcuni episodi incriminati per escludere la possibilità che una determinata azione venga interpretata come una scorretta gestione della Pubblica Amministrazione. Il più attivo in questi sensi è l’attuale sindaco di Barano Paolino Buono che mal digerisce di essere chiamato in causa per fatti che non lo vedono affatto protagonista. Anzi intende dimostrare che per quanto riguarda la vicenda legata al mercatino del Testaccio, il suo controllo è stato costante ed i rimproveri che sono stati rivolti allo Stanziola sono stati diversi e anche con toni particolarmente accesi. Richiamando proprio quelle intercettazioni che l’accusa ritiene in qualche modo fondanti per dimostrare che il tenente della Polizia municipale abbia avuto un controllo diretto di tutte le manifestazioni che si sono svolte sul territorio baranese ed in particolare della frazione di Testaccio. Il sindaco avrebbe inoltre preteso la cessazione del mercatino delle pezze preferendo più un mercatino di qualità e comunque non rappresentato dai soliti ambulanti che nel tempo non sono riusciti a richiamare altri compratori o visitatori degli altri comuni e tanto meno l’interesse dei turisti.

La partita più difficile è certamente quella legata alla posizione di Antonio Stanziola. Una valutazione si dovrà pur fare allorquando verrà notificata la data della fissazione dell’udienza preliminare con allegata la richiesta del pubblico ministero. Sulla convenienza o meno di chiedere un rito alternativo. In questi casi il rito abbreviato è quello più scelto dai difensori per reati di una certa importanza e complessità. Tutto dovrebbe essere deciso solo dopo aver anche conosciuto chi è il giudice che dovrebbe emettere la sentenza, perché nel caso in cui si dovessero ritenere provati tutti i capi d’imputazione, la sanzione non sarebbe per nulla leggera e in quel caso si preferirebbe tentare il rito ordinario con un processo pubblico dinanzi ad un collegio. Sono tutte valutazioni che comunque sono state già fatte, ma a quanto pare lo stesso imputato Stanziola non sarebbe per nulla d’accordo a scegliere la strada del rito alternativo. Sicuro di poter dimostrare dinanzi ad un collegio formato da tre giudici che lui non ha commesso alcuna violazione di legge, di non aver perseguitato alcun espositore del mercatino di Testaccio. Di non aver commesso alcun abuso o falso nell’ambito dei provvedimenti emanati per il famoso “Hotel Casa Bianca”. Ma di essere stato un perseguitato da diversi personaggi che hanno ruotato intorno all’inchiesta “Free Market”. Non la pensano allo stesso modo gli investigatori che hanno operato in un anno e oltre di indagini e la procura della Repubblica che si è sempre espressa negativamente su ogni modifica di custodia cautelare.

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