Maria Funiciello | Non ci stancheremo mai di stupirci della lettura di alcune cose, come non smetteremo mai di cercare di capire i ragionamenti che portano alla richiesta ed organizzazione di altre.

L’antico ed abusato adagio recita: “non ci sono più le mezze stagioni”, ma a Forio, a quanto pare, non ci sono più nemmeno le date fisse delle ricorrenze (rimaste tali solo nel nome).
Perchè vi scriviamo questo? E’ presto detto, ma dobbiamo partire da lontano, esattamente dalle festività pasquali di alcuni mesi fa. Nel periodo di Pasqua una giornata dei festeggiamenti nel comune di Forio è dedicata alla stupenda ed emozionante “Corsa dell’Angelo”, un evento carico di storia e di significato non solo per i residenti del comune del Torrione, ma anche per i tanti che l’hanno vista una volta e non mancano ogni anno di riviverla.
L’intero centro di Forio si trasforma, con le statue che, tra ali di folla acclamante, si muovono secondo un rito ultracentenario.
L’edizione di quest’anno è stata ancora più carica di significato perchè l’Arciconfraternita di Santa Maria di Visitapoveri ha spento le sue “prime” 400 candeline: ben quattro secoli di storia sono passati tra le mura dell’Arcicofraternita, luogo in cui si possono tuttora ritrovare documenti storici e oggetti d’arte di una valore inestimabili sotto un punto di vista culturale e non solo.
Una magia e una atmosfera speciale che viene ricostruita ad ogni Pasqua e che, notizia che ci ha fatto alquanto stranire (e non siamo i soli a quanto pare, ma ne parleremo più avanti) è che, come abbiamo scritto in apertura, quest’anno a Natale ci sarà un po’ di Pasqua… o meglio, nel giorno di Santo Stefano (il 26 dicembre quindi) c’è la volontà di riproporre “La Corsa dell’Angelo” caratteristica della Pasqua foriana.
Una volontà che viene proprio dai componenti dell’Arciconfraternita di Santa Maria di Visitapoveri, diciamo dai “confratelli” che hanno richiesto, proprio per chiudere degnamente l’anno dei festeggiamenti dei 400 anni dell’istituzione dell’Arciconfraternita stessa, sia al comune che alle altre autorità civili e religiose il permesso di poter replicare, con tanto di processione (non liturgica) e di figuranti l’evento che annualmente viene vissuto a Pasqua.
Una grande recita con tanti figuranti e, ovviamente, le statue dei santi che riproporrebbero, in strada, la sacra funzione della “Corsa dell’Angelo” in un versione svuotata del suo prezioso significato liturgico.
Lo ripetiamo, non finiremo mai di stupirci nel leggere certe richieste di autorizzazioni e non comprenderemo mai cosa spinge a farle, ma anche dal web e da altri canali, arrivano le battute ironiche e le critiche ad una tale, strana notizia.
E’ Vito Iacono a commentare con una nota di pungente ironia: “No, no, direttamente la Risurrezione nel tempo della Natività!!!” scrive, cui gli fa eco Biagio Di Meglio: “26 dicembre lunedi in albis di Natale? è proprio vero ca ccà nun se capisce chiù niente” e aggiunge “il lunedi in albis di Natale col casatiello al capitone e la pastiera di struffoli dove si va, a Cava o a Zaro?
Un po’ risentito è, invece, il commento di Don Giuseppe Iacono che prova a dare una giustificazione sensata alla richiesta. Un passaggio, quello di Iacono che, sempre sui social network, era stato seguito dalla pubblicazione di un ampio stralcio delle motivazioni che hanno spinto i confratelli alla isolita richiesta, poi, però, il tasto “delete” è stato inesorabile. “C’è un secondo aspetto – scrive Iacono – al quale vorrei accennare brevemente: l’evento di Betlemme deve essere considerato alla luce del Mistero Pasquale: l’uno e l’altro sono parte dell’unica opera redentrice di Cristo. L’Incarnazione e la nascita di Gesù ci invitano già ad indirizzare lo sguardo verso la sua morte e la sua risurrezione: Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasqua la celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momento finale, quando la gloria dell’Uomo-Dio splende come la luce del giorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così il Natale annuncia già la Croce e la gloria della Risurrezione. (BENEDETTO XVI – UDIENZA GENERALE Aula Paolo VI Mercoledì, 21 dicembre 2011). Questo potrebbe essere uno dei motivi, ma a Forio si parla prima di sapere e di capire, come sempre… A volte però le cose hanno un senso anche se non “lo si vuol vedere”.
La notizia della “replica” non è passata inosservata nemmeno a Gennaro Savio che scrive: “Per me sarebbe il colmo da tv nazionali. Io sono cristiano e non mi permetterei di pormi al di sopra della conoscenza ecclesiastica che ha un servitore di Dio ma mi sembrerebbe davvero fuori luogo. La nascita scinde dalla risurrezione.”
Carlo Di Meglio, invece, scende nel problema di fondo delle feste ormai diventate solo motivo di spese e festicciole: “ma che discorsi pietosi – scrive – ma lasciate stare la religione il natale ecc… che ormai stanno solo diventando feste dove lucrare il senso del natale non esiste più l’aria di Natale non esiste più che tristezza.”
In effetti, se proprio si voleva festeggiare al meglio l’importante anniversario dell’Arciconfraternita, un evento andava organizzato un po’ di mesi fa, come sottolinea Emilio Amalfitano: “che confusione a Forio tra Natale e Pasqua. Lasciate che ogni evento si celebri nel tempo della ricorrenza e i quattrocento anni del ricordo della nascita della gloriosa Arciconfraternita andavano festeggiati il 2 luglio, giorno della madonna Delle Grazie o visitazione titolare della stessa, di certo non creando confusione con due ricorrenze diverse.”
Nicola Manna cerca di vederne il lato positivo. “E’ difficile, per chi crede, addentrarsi in questi provvedimenti. Laicamente (io sono credente) si può dire che siamo dinanzi a una rappresentazione teatrale, cosa che ho sostenuto anche per la via Crucis. Ma quello che desta stupore, è che chi in primavera attaccava il maestro Ronga per la sua impostazione teatrale, oggi non sente l’esigenza di spiegare tali provvedimenti. Certe scelte, magari, sono anche figlie di un vuoto di idee. Ma io son abituato a guardare il lato positivo, e allora dico che quando si narra la storia di Gesù, anche fuori tempo, è sempre un qualcosa di bello, affascinante.” E aggiunge “Come ho più volte asserito, la fede è un qualcosa che ognuno vive personalmente nel proprio intimo, e non serve fare sfoggio della propria “presenza” a celebrazioni fuori dall’ambito ecclesiale o nello stesso. Potrei citare alcuni passi del Vangelo, di parole di Gesù, che su queste cose sapeva smascherare l’ipocrisia farisaica del tempo, che oggi ritorna, ma non voglio alimentare stupide e sterili distinzioni. Ho attaccato politicamente le amministrazioni passate, compresa quella attuale, per la mancanza di idee, per l’attardarsi su cose che non rientrano nel novero di un serio, attrattivo programma natalizio. Allora colgo l’occasione, pubblicamente, per invitare l’amministrazione comunale di Forio, a prendere in considerazione l’idea di realizzare, in stile via Crucis, la Natività! E penso che la si potrebbe affidare proprio all’ Associazione Actus Tragicus – Forio, che è un’associazione ricca di persone che non hanno paura di mettersi in gioco, amano il teatro, e soprattutto il proprio territorio. Così si potrebbe mettere fine anche all’imbarazzo di chi, certe manifestazioni (la corsa dell’Angelo il 26 Dicembre) le trova “scandalose”, non in linea con il periodo natalizio.”
Con le critiche e lo stupore attivano anche i suggerimenti.
“Non era più bello – si chiede Carlo Di Meglio – magari fare un bel presepe vivente trasformare il corso di Forio in una piccola Betlemme e fare una cosa bella caratteristica e di valore culturale”
E l’ironia di Leonardo Polito… “questi signori, amministratori ed accoliti organizzatori, oltre ad avere confusione mentale nella gestione ordinaria, non hanno ancora capito la differenza tra natale e pasqua, oppure stanno raggruppando tutte le feste ora pensando che a pasqua finiranno in anticipo il loro mandato!” mista a quella amara di Antonio Mazza: “si può organizzare per natale una gara salto alle radici di via Baiola oppure salto alla monnezza sempre di via Baiola !! consiglio questo all’amministrazione.”
Mescolare due festività, voler riproporre un evento che si basa fortemente sull’elemento liturgico svuotandolo dello stesso. E’ un concetto che troviamo difficile da comprende.
La chiosa la lasciamo al commento di Giovanni Impagliazzo, che riportiamo fedelmente: “Buon natale un cazzo tra tasse, stipendi ridotti per la cassa integrazione, un natale di merda, e non voglio neanche pensare a pasqua.”

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here