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venerdì, Marzo 29, 2024

Fiumi di vino per “La festa della vendemmia”

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Elena Mazzella | Riscosse un notevole successo la tipica e popolare manifestazione dedicata alla produzione del vino.

La festa della vendemmia fu celebrata domenica 14 ottobre del 1962, dopo ben 5 lustri dalla prima edizione, per ricordare che ad Ischia l’unica importante produzione è vinicola. Purtroppo, dopo accurate ricerche presso gli archivi dell’emeroteca Premio Ischia Giuseppe Valentino, luogo senza tempo ove è ben custodita la memoria storica della nostra isola attraverso riviste e quotidiani d’epoca, non abbiamo trovato traccia di un eventuale seguito.

In un articolo sul quotidiano nazionale Il Roma datato 17 ottobre 1962 leggiamo: “Una felice riesumazione la Festa della Vendemmia celebrata ad Ischia, con enorme successo. Dopo cinque lustri, una delle più tipiche e popolari manifestazioni, è tornata a ricordare agli immemori figli turistici di questa Isola proiettata verso sempre più soddisfacenti fortune turistiche, che l’isola verde, chiamasi poeticamente così, perché, le sue belle e ubertose campagne orgoglioso patrimonio dei nostri padri, una volta, quando tutti guardavano speranzosi verso le verdi colline delle nostre campagne, esse producevano anche …uva. Uva che portavano sulle mense, genuino e frizzante vino che facevano vivere felici e sani. Poi… venne il progresso, e anche il vino subì la sua inevitabile metamorfosi…” Considerazioni che troviamo quanto mai attuali e profetiche, quelle di Giuseppe Valentino, autore di questo profondo e malinconico articolo, quasi come se fossero un presagio circa la triste fine alla quale la stragrande maggioranza delle vigne ischitane era destinata. Giuseppe Valentino, tra i padri fondatori del giornalismo ischitano, pioniere di una professione che per quei tempi ad Ischia era considerata “coraggiosa”, inviato per il quotidiano “Roma” scrisse una dettagliata cronaca di quel colorito evento. Tra le righe del suo racconto, che stiamo per proporvi di seguito, notiamo una vena di amarezza scaturita dal cambiamento inarrestabile che coinvolgeva l’isola.

La festa celebrò il rito della vendemmia, ossia quel magico momento tanto atteso per i contadini e non solo, della raccolta dell’uva, curata per un intero anno, del trasporto nei palmenti, che di solito avveniva in tini di legno caricati a dorso d’asino, per la cosiddetta “carcatura” nei palmenti che di solito avveniva a piedi nudi con le gambe immerse nel mosto; il tutto si concludeva poi con canti e balli a tarda sera, dopo un abbondante pranzo a base di bucatini e coniglio.

L’anticipo di tale evento su Il Roma di giovedì 11 ottobre così titolava “Il vino scorrerà a fiumi per la festa vendemmiale. Si rinnova tra esplosioni di canti e danze, un’antichissima tradizione”. L’articolo del Valentino, che ci arriva dal passato, lo percepiamo come un grido di dolore verso il progresso che avanzava inesorabilmente. Erano infatti gli anni del boom turistico, precisamente era l’anno in cui, grazie ad Angelo Rizzoli, qui sull’isola approdarono produttori cinematografici e grandi attori del mondo del cinema: era l’anno in cui Richard Burton e Liz Taylor arrivarono ad Ischia per girare il colossal Cleopatra.

“Ischia è conosciuta nel mondo come l’isola delle bellezze maliose e riposanti, dal clima salubre e tonificante, dalle campagne sempre verdi; è isola dalle infinite possibilità turistiche. Le campagne sempre… verdi; verdi, ma non più ubertose e fertili come anni fa. Tutti parlano di turismo, ma pochi si ricordano che Ischia è anche e soprattutto, un’isola agricola. Coloro che dovrebbero ricordarsene, volutamente se ne dimenticano. Apprendiamo con vivo piacere che un costituendo comitato per le feste folcloristiche sta allestendo per domenica prossima, la festa della vendemmia. Finalmente qualcuno che si ricorda che ad Ischia si produce anche il vino! (l’unica produzione è vinicola)”.

Dopo questa grave provocazione che pose l’accento sulla vera natura delle tradizioni commerciali di Ischia, che affonda le radici sin dalla colonizzazione dei Greci, che qui vi importarono la vite, percepiamo (leggendo lo storico articolo) un entusiasta Giuseppe Valentino che continua a tracciare il programma di una festa che risultò essere un originale e gentile omaggio ai tanti turisti italiani e stranieri che, ancora, ad Ischia si riscaldavano sotto il tiepido sole d’ottobre.

“Dalle prime ore di domenica adolescenti in costume caratteristico offriranno per le strade, negli alberghi e sui piroscafi in arrivo, vino ischitano a tutti i turisti che incontreranno. Per le strade si snoderà un corteo che simboleggerà le varie fasi della vendemmia. Schiere di ragazzi e ragazze in costume, gentili portatrici di uva, muli riccamente bardati con basti ricolmi d’uva, contadine e contadine indossanti i magnifici costumi ischitani; carretti addobbati, ed una numerosa scolaresca, sfileranno allegramente al suono di una banda, mentre tra rulli di tamburi e suon di pifferi, si esibiranno gli uomini della ‘ndrezzata che balleranno l’antica e combattiva danza baranese. Graziosissimi chioschi sono sorti nelle strade principali ove ragazze in costume venderanno uva ad un prezzo simbolico. Sarà indubbiamente una euforica festa piena di sana allegria, come sanno essere solo le feste che inneggiano al frutto della meravigliosa natura”.

Ebbene, la fatidica domenica arrivò, e la festa della genuinità ischitana venne celebrata con enorme successo. Una folla di turisti stranieri e italiani, degustando pregiati e succosi grappoli d’uva distribuiti gratuitamente, seguì con vivo e partecipato interesse la folcloristica manifestazione che ebbe inizio dalla mattinata. Apprendiamo dal racconto del Valentino pubblicato sul Roma del 17 ottobre che un nutrito corteo costituito da adolescenti in abiti d’epoca, contadini e contadine in abiti da lavoro e muli riccamente bardati sfilò per le vie del centro storico del borgo di Ischia Ponte scortato a suon di musica dalla banda della città di Ischia, sino ad arrivare sulle rive del porto dove, in serata, avvenne la dimostrazione della pigiatura in un famoso stabilimento enologico nel quale si spillava gratuitamente litri di dolce e salubre mosto. Fu indetto un concorso per eleggere la Reginetta della Vendemmia, che vide la partecipazione di deliziose ragazze adolescenti fra le quali fu eletta, dopo non poche difficoltà, la graziosa Donatella Jelasi, che sfilò con il pregiatissimo vestito di Graziella fatto arrivare appositamente da Procida.

Giuseppe Valentino concluse così il suo dettagliato reportage, che può essere consultato da chiunque voglia approfondire, presso la sala dell’Emeroteca Premio Ischia a lui dedicata: “Tra suoni, canti e sana allegria, ha avuto termine la riuscitissima festa della vendemmia. Un plauso, meritatissimo, agli organizzatori che hanno rispolverato una manifestazione che non dovrebbe essere più dimenticata”.

Purtroppo, col senno di poi, siamo in grado di dire che questa particolarissima manifestazione che celebrò le nostre tradizioni, non ebbe più seguito, e che le visioni di Giuseppe Valentino risultano, ahinoi, quanto mai veritiere.

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