fbpx
sabato, Aprile 20, 2024

Esiliato dal comune di Forio il titolare del Bar Sacchetti

Gli ultimi articoli

Paolo Mosè | Lo scontro tra due operatori turistici di Citara a Forio è costato la misura del divieto di dimora nel comune di Forio per Antonio Monti, di 53 anni, che risulta essere indagato per l’ipotesi di reato di stalking e lesioni aggravate. Per aver in due episodi diversi, datati 22 e 31 agosto scorso, lanciato minacce pesanti e procurato lesioni con l’utilizzo di un coltello in danno di Giacinto Mattera. Come scrive il giudice per le indagini preliminari Giovanna Cervo, sussistono i gravi indizi di colpevolezza in ordine ad entrambe le contestazioni e si dichiara nella misura d’accordo con la richiesta avanzata dal pubblico ministero Giancarlo Novelli. Esclusi gli arresti domiciliari, anche in considerazione del fatto che comunque il legame con la parte offesa non si sarebbe mai del tutto troncato, vivendo non molto lontano tra loro. E la misura più idonea a salvaguardare le esigenze cautelari che i due non entrino in contatto per alcuna ragione, è quella di allontanare il Monti dal comune di Forio e soprattutto dal luogo ove opera in quel di Citara. Un’attività che confina con la parte offesa, con cui da tempo i rapporti non sono stati mai idilliaci, intervallati da continue discussioni a volte anche feroci. Con il culmine l’agosto scorso con la consumazione dei reati che sono riportati nell’ordinanza cautelare che il difensore, avv. Michele Regine, contesta in quanto vi è riportata solo la parte che interessa all’accusa e che punisce il proprio assistito. Mentre è tralasciata l’altra faccia della medaglia che dimostrerebbe che anche la parte offesa ha avuto un atteggiamento di risposte violente e che meriterebbero un approfondimento da parte del pubblico ministero. Anche se in un passaggio di questa misura il gip segnala all’ufficio di Procura di valutare con maggiore approfondimento tutti gli episodi che sono stati elencati, in questa disputa fra due operatori che certamente non si vogliono bene.

LE ACCUSE
Per conoscere quali sono le ragioni della necessità di provvedere a notificare una misura che limita la libertà del Monti, bisogna partire dai capi d’imputazione e primo fra tutti quello legato allo stalking: «Perché, in più occasioni anche mediante l’utilizzo di un coltello da cucina poi effettivamente adoprato per cagionare le lesioni, minacciava di morte Mattera Giacinto, dapprima profferendo le frasi “Sei uno sporco”, sei un tossico un drogato”, “Ti devo uccidere”, “Ti devo accoltellare”, “Questa volta lo faccio davvero…e una promessa” e, successivamente ai fatti di cui alle lesioni, reiterando la condotta in oggetto, profferendo le frasi “Ti devo uccidere”, “Devo finire quanto iniziato l’altra sera” e mimando il gesto dell’accoltellamento ingenerando, in tal modo, un fondato timore per la propria incolumità».
Alcuni giorni dopo, secondo l’accusa, l’indagato sarebbe ritornato alla carica ponendo in essere un’azione “punitiva” provocando delle lesioni con il coltello che impugnava: «Perché, agendo nei confronti della persona offesa del delitto di cui alo stalking, con premeditazione e mediante l’utilizzo di un coltello da cucina, colpiva reiteratamente il Mattera Giacinto cagionandogli ferite alla parte destra della fronte e alla mano destra con prognosi di gg. 7s.c e Belfiore Wongduan cagionandole una ferita alla mano e al polso sinistri malattia ancora in atto al 31.8.2018».
Per dirimere il contenzioso è stato necessario l’intervento degli agenti del commissariato di Ischia, che si sono interessati del pessimo rapporto che intercorreva tra i due per acquisire elementi necessari dopo che le parti si erano denunciate a vicenda. E in particolare per l’episodio legato al 31 agosto, quando il Monti ferì il vicino che fu costretto a ricorrere alle cure dei sanitari. E da questo episodio è nata la necessità di procedere ad una richiesta cautelare, ritenuta necessaria dal pm Novelli. Mentre la stessa vittima, rappresentata dall’avv. Raffaele Pesce, ha insistito che l’autorità giudiziaria adottasse dei provvedimenti affinché venisse garantita la sua incolumità.
La storia tra i due è tutta racchiusa da ciò che scrive il gip. Il quale, prima di affrontare ciò che è accaduto, si sofferma sul materiale indiziario raccolto dalla polizia giudiziaria e poi trasmesso al pubblico ministero: «Gli atti offerti dalla pubblica accusa sono sufficienti a dare seguito alle richiesta cautelare, rendendo evidente la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato per i reati a lui contestati.
Tale convincimento si fonda sull’esame dell’insieme degli atti posti a fondamento della richiesta di applicazione della misura (vedi denuncia querela del 13.08.2018 e del 22.08.2018 presentate da Mattera Giacinto e Belfiore, Note del 13.08.2018 e 13.9.2018 del Comm.to Ischia e referti medici del 13.08.2018)»

L’ANTEFATTO
E da qui snocciola tutti gli episodi ritenuti gravi, individuando esattamente quali sono i due esercizi commerciali che fanno capo all’indagato e all’attuale parte offesa: «Queste, in sintesi, le emergenze investigative in atti.
La vicenda si colloca nell’ambito di rapporti litigiosi tra il denunciante Mattera Giacinto e l’indagato, cugini, e rispettivamente titolare e gestore di due esercizi commerciali contigui “Il Panino” e “Bar Sacchetti”, in concorrenza tra loro.
In data 13 agosto 2018 Mattera Giacinto sporgeva denuncia presso il Commissariato di Ps di Ischia denunciando di essere stato vittima, unitamente alla sua collaboratrice Belfiore Wongduan di una grave aggressione posta in essere ai suoi danni dall’indagato.
In particolare alle ore 5.30 del mattino del 13.8.2018 Monti Antonio aveva un diverbio con l’indagato, la cui origine era da individuare negli schizzi d’acqua caduti nella proprietà dell’indagato, a seguito dei lavori di pulizia con la scopa del locale del Mattera ad opera di un dipendente. Nonostante quest’ultimo si fosse attivato per rimediare ed asciugare l’acqua caduta nella proprietà del Monti, questi iniziava ad inveire contro il Mattera dicendogli “faccia di merda, tossico, prima o poi ti accoltello”, “il coltello ce l’ho qui con me ed appoggiava la mano all’altezza dei fianchi”».

L’AGGRESSIONE
Come è facilmente intuibile da quest’ultimo passaggio, lo scontro risaliva a diversi giorni prima di quello più grave. Diverbi che si consumavano anche di primissima mattina per dei futili motivi che diventavano un pretesto per innescare delle vibranti “proteste”, accusando l’altro di avere un comportamento dispettoso e in cambio si aveva una reazione altrettanto determinata. Il gip snocciola ancora quanto riferito dal Mattera e dalla stessa Belfiore, che raccontavano altre circostanze di cui sarebbero stati vittime per il modo di fare del Monti, che non si sarebbe mai fermato dinanzi a nulla: «La persona offesa nell’atto di denuncia ancora riferiva:
Verso le 07:30 abbiamo terminato le pulizie nel locale e così, con la mia Smart, ho accompagnato la mia dipendente, Belfiore Wongduan verso casa. Con la coda dell’occhio ho visto che, non appena mi sono messo in movimento Monti Antonio è salito a bordo della sua Vespa di colore scuro. Ho visto che Monti mi seguiva intenzionalmente e raggiunta la località Cuotto, all’altezza dell’Hotel Mediterraneo, io ho rallentato quasi del tutto e lui mi ha tamponato Allora, io ho arrestato la marcia e non ho nemmeno fatto a tempo a scendere dal veicolo per chiedere spiegazioni che Monti si è avventato su di me che ancora ero dentro l’abitacolo. Ho subito visto che impugnava un coltello da cucina con una lama lunga e ben affilata, io ero impossibilitato a difendermi perché bloccato nella macchina, mentre lui con il busto era entrato dal finestrino aperto. Mi ha sferrato un fendente alla gola ma la mia dipendente ha avuto la prontezza di parare la lama con il suo braccio. Ha fatto per darmi un’altra coltellata, questa volta era diretta al mio volto: ho intercettato la lama con la mia mano destra e solo cosi ho attutito la forza del fendente che comunque mi ha raggiunto al sopracciglio sinistro. Sempre impugnando la lama sono riuscito a respingere il mio aggressore ed aprire la portiera della mia auto. Monti, a quel punto è risalito in sella alla sua vespa e si è allontanato… Ho visto Monti Antonio che tornava verso di noi a bordo del suo ciclomotore, ha rallentato e ha detto “Ti uccido!” Nel frattanto si era radunato un capannello di persone che, probabilmente, lo ha dissuaso dall’aggredirmi di nuovo”. Riferiva che le ragioni del suo astio erano dettate dall’invidia che l’indagato provava nei suoi confronti perché la sua attività commerciale era prospera».

La ricostruzione così come riportata ha indotto l’avv. Michele Regine a contestarne i particolari, perché proveniente dalla parte interessata che aveva come unico scopo ottenere un provvedimento punitivo in danno dell’attuale indagato Antonio Monti, raggiunto dal divieto di dimora nel comune di Forio. Nonché dalla circostanza che le dichiarazioni della collaboratrice del denunciante vengono definite dall’avv. Regine interessate.
Il gip sul punto, invece, scrive: «Sostanzialmente sovrapponibili alle dichiarazioni rese dal Mattera sono le dichiarazioni rese dalla sua collaboratrice Belfiore Wongduan, presente ai fatti. Dapprima riferiva che alle 5.30 del mattino mentre facevano le pulizie l’indagato iniziava ad insultare il Mattera dicendogli “sei un tossico, uno sporco, un drogato. Ti devo uccidere”. Anche la donna riferiva di non aver dato peso alle minacce».
E a rafforzare questo convincimento, il giudice richiama un passaggio di ciò che ha riferito alla polizia giudiziaria la collaboratrice del Mattera: «Circa l’aggressione successiva riferiva “Alle ore 07:30 abbiamo finito le pulizie ed il mio datore di lavoro, visto che ero sprovvista di mezzi di trasporto mi ha accompagnato a casa, a Forio. Ho notato che Monti Antonio non appena siamo saliti sulla Smart di Mattera, ha preso la sua Vespa. Lungo il percorso verso casa mia Monti non ha smesso di seguirci e in località Cuotto, Monti ci ha tamponato. Mattera Giacinto non è riuscito nemmeno a scendere dalla macchina…».
A dimostrazione che l’indagato in quella circostanza si sarebbe dimostrato determinato ad innestare un’azione violenta al fine di ottenere una “punizione” in uno stato d’ira. La difesa, comunque, è determinata a presentare ricorso al tribunale del riesame alla luce della misura applicata al Monti, che l’avv. Regine ritiene punitiva ed ingiustificata sotto diversi profili.

2 COMMENTS

  1. Dovrebbe essere esiliato la persona che ha disegnato e progetato una piazza del genere! Non sembra piu una piazza di ischia ma un piazziale del centro direzionale di Napoli! Benvenuti a Napoli.

  2. dovrebbero far chiudere tutti………………………………sono solo incompetenti……stanno distruggendo il turismo

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos