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giovedì, Marzo 28, 2024

Donne e katane: una storia recente

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Storia e mito

La guerra, le battaglie e i combattimenti sono stati sempre, da secoli, anzi da millenni, appannaggio degli uomini (termine inteso nell’accezione di maschi, contrapposta a quella di femmine).

Non a caso si parla di sesso forte e di sesso debole.

Tutti i miti, da quelli della creazione della terra a quelli successivi e più “recenti” non hanno fatto, ovviamente, che confermare questa visione del mondo: d’altro canto, il mito altro non è che l’interpretazione e la visione del mondo naturale, sociale, politico forgiato dall’uomo (in questo caso, in senso ampio, di maschi e femmine). Ed è, quindi, ovvio che il mito riproduca quello che accade/accadeva nella vita di tutti i giorni: gli uomini a caccia e alla guerra, le donne a casa, al focolare e con i più piccoli.

Le prime armi

Una delle prime armi utilizzate dall’uomo è stata la spada: prima nella rudimentale forma della clava, del bastone, poi, a partire dall’Era del Ferro, sotto l’aspetto che tutti, ancora oggi, le conosciamo.

La spada ha accompagnato la storia dell’uomo nel corso dei secoli, sia nella cultura occidentale, sia in quella orientale, dove le katane dei samurai e dei praticanti delle arti marziali esercitano un fascino non indifferente.

Al punto che anche le arti visuali (cinema, fumetti – manga e cartoni animati –anime) le ripropongono in maniera quasi ossessiva: i film e le altre produzioni pullulano di esempi di armi bianche protagoniste, molto spesso al punto da levare il ruolo principale all’attore o al personaggio principale.

Non solo uomini: le donne alla guerra!

Ma gli ultimi decenni hanno visto, questo è risaputo, l’emancipazione del cosiddetto sesso debole: l’allontanamento dai fornelli e l’uscita di casa delle donne è stato visto da diversi registi e mangaka come un’occasione unica per prendere in mano le katane e porsi, sul campo di battaglia, accanto agli uomini, anzi di fronte e contro gli uomini stessi.

Ecco, quindi, che sulle pagine dei più famosi fumetti di origine nipponica spuntano delle affascinanti quanto invincibili spadaccine. Kisara Tendo (Black Bullet) difende il genere umano dagli orribili Gastrea; Tohka Yatogam (Date a live) è uno spirito superiore, ma è convinta di doversi difendere con la sua spada da tutti gli esseri umani.

E poi, vi sono le molto più note Beatrix Kiddo e Michonne, protagoniste al cinema e in tv.

La prima, nota anche come “la sposa” (rimasta brutalmente vedova poco prima delle nozze) deve vendicarsi degli assassini del fidanzato e del bambino che lei portava ancora dentro di sé: Bill e tutte le altre donne del clan di cui lei stessa faceva parte devono morire. Per portare a termine la sua missione avrà bisogno di una katana invincibile e l’andrà a recuperare appositamente in Giappone, presso un noto forgiatore di katane.

E di un’altra spada letale avrà bisogno Michonne, per farsi spazio tra orde di zombie, in una terra dove l’umanità è stata devastata da un virus e dove pochi sopravvissuti tentano di ricostruirsi una vita il più possibile normale.

L’esercizio del potere con la spada

Chissà cosa avrebbe detto Freud?

Se la simbologia della spada come prolungamento falliforme nelle mani di un uomo non lascia scampo a dubbi interpretativi, la stessa arma in mano ad una donna cosa rappresenta? Data la differente morfologia dei due corpi, di certo non si tratta della manifestazione di un senso di inferiorità!

Forse, invece, le varie katane di Bea, di Michonne e di tutte le altre “sorelle in armi” stanno a simboleggiare la presa di potere, la conquista di quella posizione predominante, che per secoli, millenni è stata loro negata.

Certo, il cinema e le arti grafiche utilizzano la simbologia per esprimere concetti, idee, impressioni, sensazioni, … Se quindi in film come Il diavolo veste Prada o in serie più recenti come Dietland (disponibile sulla piattaforma Amazon Prime), Miranda Priestley alias Meryl Streep e Kitty Montgomery alias Julianna Margulies manifestano e gestiscono il potere grazie ad influenza, arrivismo e combattività, nei più “fisici” The Walking Dead e Kill Bill le katane di Michonne e di Bea sono l’inevitabile strumento di imposizione sugli avversari / nemici: viventi o non morti, uomini o donne che siano.

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