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venerdì, Marzo 29, 2024

Decreto, tutti contro Ischia! (ma è solo tutta colpa nostra!)

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Ida Trofa | Verso una maggiore definizione dei poteri in deroga del commissario straordinario e una rimodulazione della norma su tributi contributi e defiscalizzazione è la direzione in cui spingono i sindaci. Sono proprio queste alcune delle novità che dovranno arrivare dalla conversione in legge del Decreto Urgenze, riguardante Genova ma anche la sicurezza delle infrastrutture, il terremoto di Ischia e del Centro Italia.
A quanto si apprende nel merito e dunque anche riguardo ai poteri del commissario, sarebbe in corso una interlocuzione tra Governo, il commissario stesso e i sindaci del cratere.
L’intenzione è quella di recepire alcuni dei rilievi sollevati nel corso delle audizioni sia dall’Anac sia dall’Antitrust, andando nella direzione di circoscrivere meglio i poteri straordinari, sempre in un ottica di velocità delle procedure e di garanzie giudiziarie sull’operato del commissario. La questione parte da Genova e, come sempre, investe anche Ischia e le altre urgenze contenute nel “decretino”.
Insomma si discute ancora. E anche molto!
E mentre i sindaci, come richiesto dai presidenti delle commissioni VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) e IX (Trasporti, Poste e telecomunicazioni) della Camera dei Deputati, gli on. Alessandro Manuel Benvenuto e Alessandro Morelli inviano le memorie scritte, sui media e in Italia impazza la polemica. Dura. La polemica contro i 21 articoli riservati a Ischia e, in particolare, sulla questione condoni. Siamo ridotti a questo: a un condono.
«Comunichiamo che gli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle due commissioni, hanno convenuto sulla opportunità di richiedere loro, sulla base delle indicazioni dei gruppi, la redazione di una memoria scritta al fine di acquisire utili elementi di conoscenza e di valutazione in relazione al decreto legge n. 109/ 2018 sulle “Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze” scrivono dalla segreteria della commissione ambiente. Le memorie dovevano essere inviate in commissione entro mercoledì 10 ottobre 2018. I comuni del Cratere hanno richiesto la “moltiplicazione delle assunzioni”, le integrazioni agli articoli 25 e 21 su condoni e danni, la modifica degli articoli 29, 30 e 32 e un nuovo articolo, il 32 bis, tutto dedicato alle assunzioni e al loro incremento! Questo è clientelismo sismico, altro che gestione dell’emergenza: 21 dipendenti a Casamicciola, 11 a Lacco Ameno e 2 a Forio.
Ma da nord a sud dello Stivale, il dibattito ci mette nell’angolo: abusivi dediti all’abusivismo premiati ed indennizzati alla voce terremoto. Il governo Gialloverde incide la dove neppure Berlusconi ha inciso.

Tutti contro Ischia. “Decreto Ischia“ parola di Architetti
L’ordine degli architetti ci accusa, proprio mentre sono in corso le sue elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Ordine: “Ciò che ci succede intorno, non può non interessarci, nel nostro “Manifesto” è scritto a chiare lettere: recuperare l’estinta autorevolezza dell’ordine degli architetti di Napoli e Provincia è prioritario per la dignità ed il decoro della professione, si prospetta una maggiore presenza e protagonismo del Consiglio sulle problematiche di attualità della Città, dell’area Metropolitana e della Regione. Il Decreto Legge varato per Genova, riguarda anche in piccolissima parte la nostra Regione, anzi la nostra Provincia; il Decreto nell’articolo 25, ormai detto “Decreto Ischia”, per risolvere il problema urgente di dare casa ai terremotati, lo Stato, decide di rinunciare alla tutela del paesaggio, decide di rinunciare alla tutela idrogeologica, decide di rinunciare al diritto/dovere del ripristino della legalità violata, decide di rinunciare all’obbligatoria acquisizione degli immobili abusivi al pubblico patrimonio, decide di rinunciare all’obbligatoria demolizione degli immobili realizzati in aree di tutela assoluta, decide ancora di finanziare la riparazione e la ricostruzione di quegli immobili, legittimandoli e restituendoli ai loro abusivi costruttori. Noi di AIR non possiamo accettare e tacere a tutto ciò! Una disposizione così specifica, e diretta, ingiusta rispetto alla legge, rispetto al resto dell’Isola, rispetto al resto della Regione e dell’Italia tutta ha, secondo noi, il sapore di ingiustizia e vizi di incostituzionalità”.
“Lungi da noi, l’idea di non voler aiutare o dare una mano ai terremotati – continuano gli Architetti -, in un paese come il nostro, dove sei quasi obbligato a commettere abusi, ma, leggere ciò che è previsto nel provvedimento proposto è inaccettabile. Perché questo salto nel passato fino ad arrivare al 1985, al cosiddetto condono Craxi? Perché specificare che la definizione delle istanze “trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47. 2.”, anche se presentate “ai sensi della legge 28 febbraio 1985, n. 47, della legge 23 dicembre 1994, n. 724 e del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269 convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2003, n. 326, ancora pendenti”? Questo unicamente per aggirare l’ostacolo che sta nella Legge Berlusconi del terzo condono, dove venne stabilito che: “Nelle zone soggette a vincoli idrogeologici e delle falde acquifere, del beni ambientali e paesistici, nonché dei parchi e delle aree protette nazionali, regionali e provinciali,” le opere abusive non sono comunque condonabili ove risultino “non conformi alle norme urbanistiche ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici”.
E ancora, “per il condono del 1994 e per quello del 2003 fu fissato un limite di volumetria condonabile nella misura del 30% della volumetria preesistente e, comunque, non superiore a mc. 750”, limite che non esisteva nel condono del 1985. Per cui, solo pochissime delle 6.804 istanze presentate nell’isola potrebbero essere accolte.Cosa ne pensano i Colleghi candidati nelle altre liste, e quelli indipendenti? Parliamone: noi Architetti siamo responsabili di ciò che accade nei nostri territori, cerchiamo di esserne “protagonisti”, proponiamo, discutiamo, facciamoci valere! Abbiamo meno di 60 giorni di tempo per fare pressing sulle Camere affinché si apportino le dovute e giuste modifiche all’articolo 25”.

L’allarme di Legambiente: “condono tombale”. E i grandi quotidiani nazionali le danno una mano.
«Il Condono edilizio per Ischia nel Decreto Genova è una follia» titolano. Il decreto giallo-verde dice Legambiente, «è un condono tombale». Lo stesso Silvio Berlusconi odiato dai grillini non osò né nella prima sanatoria edilizia del ‘94 né in quella del 2003 andare oltre certi limiti. Quella del 2003, per dire, conteneva dei paletti dettati dal Codice dei beni culturali. Cosa fa invece il decreto del governo giallo-verde? Nell’articolo 25 spiega che «per la definizione delle istanze di cui al presente articolo», cioè le richieste degli ischitani, «trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47». Traduzione di Legambiente: «Le sanatorie del 1994 e del 2003 pongono dei limiti molto più restrittivi rispetto a quella del 1985». Sia sulle cubature sia sulla tassativa esclusione dal condono degli immobili realizzati in aree di vincolo paesaggistico o culturale.
In più il decreto “inserito dentro quello per Genova, come le vecchie volpi DC infilarono un grande appalto stradale in un decreto sulle arance invendute in Sicilia“ scrive l’eminente editorialista Italiano Gian Antonio Stella in prima sul Corriere e sull’intera pagina 25 del quotidiano più autorevole e venduto in edicola in Italia, ci espone al pubblico ludibrio paragonando i grillini alla balena bianca e spiega che «al fine di favorire il rientro nelle unità immobiliari e il ritorno alle normali condizioni di vita e di lavoro nei Comuni interessati dagli eventi sismici» gli interessati a «interventi di immediata riparazione di carattere non strutturale» possono muoversi «anche in deroga all’articolo 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio». In deroga! Il tutto «purché le costruzioni non siano state interessate da interventi edilizi totalmente abusivi per i quali sono stati emessi i relativi ordini di demolizione, allegando o autocertificando quanto necessario ad assicurare il rispetto delle vigenti disposizioni».
Stella mette in dubbio persino che quelle autocertificazioni siano oneste. E ci fermiamo qui nel sottolineare la considerazione che il mondo intero ha di noi “furbetti abusivi ischitani“.
Sulla Sanatoria, accusa Legambiente, «se la norma verrà approvata si destineranno rilevanti risorse pubbliche per la ricostruzione di edifici abusivi che diventano sanabili solo in forza del condono del 1985, nonostante siano posti in aree a rischio idrogeologico e sismico rimanendo in condizioni di rischio». Passerà così com’è in Parlamento questa sanatoria «neo-craxiana»? Vedremo.
Tra i grillini stessi, però, ci sono molti mal di pancia come noi de Il Dispari abbiamo avuto modo di anticiparvi dieci giorni fa riportando le accuse al nostro “decreto“ della senatrice pentastellata Paola Nugnes.
Legambiente denuncia che «Non si era mai arrivati così vicini a un nuovo condono edilizio per l’Isola di Ischia, questa volta collegata alla ricostruzione post sisma del 2017»

Tutto il paese parla del terremoto e delle misure per Ischia solo come l’ennesima sanatoria tombale inserita negli interventi da attuare a seguito del terremoto. 20 articoli su Ischia, quasi il doppio di quelli per il capoluogo ligure. Secondo il Cigno Verde si tratta di una «Scelta grave e inaccettabile, perché consentirebbe di sanare edifici posti in aree a rischio in un Isola che, dal terribile terremoto del 1883 ad oggi, ha visto alternarsi tragedie per crolli legati alle scosse sismiche e per quelli dovuti alle frane.
L’altra cosa assurda è che questi edifici beneficerebbero del contributo al 100% della ricostruzione post sisma. Il segnale per chi ha speculato costruendo abusivamente sull’Isola e vuole continuare a farlo sarebbe un via libera anche per il futuro e già arrivano segnalazioni di cantieri che si stanno aprendo da parte di chi vuole approfittare del condono. Senza contare che l’articolo 23 dà la possibilità di avviare i lavori per danni lievi escludendo solo le costruzioni interessate da ordini di demolizioni, quindi potranno avviare i lavori anche gli edifici con abusi parziali a cui non si fa cenno nel testo».
Legambiente ha presentato delle proposte di modifica del Decreto. In particolare, si dovrebbero affidare al Commissario straordinario strumenti e risorse per aiutare i Comuni a smaltire le pratiche di sanatoria relative ai tre condoni, da valutare secondo le norme in vigore al momento della presentazione, ma anche responsabilità e poteri per eseguire le ordinanze di demolizioni pendenti nei comuni dell’Isola.
Legambiente propone che al Commissario venga affidato anche «il compito di aggiornare la situazione urbanistica dell’isola e di quella relativa al rischio sismico e idrogeologico in modo da dare ai Comuni strumenti aggiornati di valutazione delle situazioni di pericolo. La struttura commissariale dovrebbe avere proprio il compito di sostenere i comuni e i cittadini nel portare avanti gli interventi di adeguamento sismico e efficientamento energetico del patrimonio esistente legale attraverso una campagna informativa sugli strumenti del sisma bonus e dell’ecobonus e della possibilità di cessione del credito«.
Tra le proposte Legambiente c’è anche la richiesta dell’istituzione di un Osservatorio Civico per accompagnare la gestione commissariale e che tra i compiti del Commissario deve essere previsto la stesura di un Piano di gestione delle macerie da redigere in collaborazione con la Regione Campania. Infine l’associazione ambientalista propone la modifica dell’articolo 23 del decreto chiedendo che «possano accedere alle procedure accelerate per gli interventi di immediata esecuzione solo e soltanto gli edifici considerati legali, e non già con abusi totali e parziali».

www.ildispari.it

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