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giovedì, Aprile 18, 2024

#CrolloCapricho. Dalle sbarre di Arnaldo al “tutto fumo” di Castagna

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Questione personale di Gaetano Di Meglio

Casamicciola può gridare al miracolo? Direi proprio di si. L’ex Capricho crolla e nessuno si fa male: una cosa da tenere bene a mente.
Tutti quelli che arrivano, oggi, a fare discorsi attorno alla funzionalità del Capricho, alla sua centralità e alle sue potenzialità dopo lo sfratto – e credo giusto – di Calise, deve mettersi in fila e capire che chi scrive ne ha dettato i tempi in anni non sospetti.
Sono stato il primo a mettere al centro di dibattito l’edificio a Piazza Marina. Con il primo dibattito pubblico di tre sindaci, poi, con il nostro “Comizio” e, ancora, con l’aver organizzato e pensato il primo vero evento che rendesse omaggio alla Piazza e all’ex sala ristorante con il “Forum del Terzo Settore”. I sindaci che si scontrarono erano Peppe Silvitelli, Arnaldo Ferrandino e Antimo De Crescenzo. Poi parlarono Salvatore Sirabella, Stani Senese, Leonardo Miragliuolo, Maurizio Pirulli e poi tutti gli altri. E ancora, quella domenica mattina tenemmo un convegno sul terzo settore all’interno del Capricho e la Fiera del Terzo Settore in Piazza con stand, balli e canti.
Ok, il Capricho deve tornare ad essere parte integrante dell’economia di Casamicciola. Peppino Mazzella lo dirà con meglio nel suo intervento, ma quel che oggi deve renderci responsabili e deve consentire di focalizzarci e l’assoluta incapacità di chi amministra Casamicciola Terme.
Arnaldo Ferrandino, sindaco del non fare, della piazza al buio e della depressione comunale lo chiuse. Fece realizzare delle sbarre di ferro e ne evitò la frequentazione. Sbagliato? Fatto bene? Dopo i fatti di oggi direi bene!
In una delle sue prime uscite demagogiche Giovan Battista Castagna e tutta la sua ciurma di politici appena eletti, si misero in bella mostra con ramazza e pennelli e riaprirono il Capricho. Lo pulirono, lo tinteggiarono e si atteggiarono, proprio come dei casamicciuoli tra fanatismo e fessismo, che erano intervenuti presso il cespite di cui non si è capito ancora chi è il proprietario.
Così, con la sfacciataggine di chi se ne fotte, questa amministrazione ha pensato bene di farlo diventare centro attivo. Incontri, consigli comunali, feste, festicciole, convegni, convention e chi più ne ha più ne metta. E la sicurezza? Ah, quella è un optional. Ieri mattina, segno dei tempi, la cupola del Capricho è crollata. Macerie scese sull’atrio non occupato da bambini intenti a giocare o da persone intente a partecipare ad eventi. Libero dal senza tetto di turno che fa finta di fare il custode.
E’ questa la responsabilità grave di Giovan Battista Castagna: l’aver messo a rischio chissà quante persone. Dagli eventi estivi a quelli natalizi, il Capricho, pronto a crollare, ha ospitato centinaia di persone. E se questa non è una motivazione da dimissioni, cosa si deve aspettare ancora? Il prossimo ferito? Il prossimo morto?
La chiusura, che credo arriverà presto, è solo un atto dovuto. Nulla di importante. Il crollo di ieri mattina è un fatto più grave di quanto si possa pensare. Il secondo in tre mesi. Che il Capricho torni ad essere al centro dell’economia di Casamicciola, ma che non uccida nessuno. Nel frattempo.
@gadmeischia

1 COMMENT

  1. Un’immagine ancora impressa nelle menti, quella del Chiattone che stende con la pennellessa.. fumo negli occhi!!!

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