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giovedì, Aprile 18, 2024

Chi si aspetta per eliminare la situazione estremamente pericolosa sul tetto del “Rizzoli”?

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Gianni Vuoso | La lettera che segue è stata redatta dal Cudas. La pubblichiamo e cominciamo il conteggio dei giorni che “dovranno” trascorrere prima di vedere realizzato lo smantellamento di opere che gravano pericolosamente sul tetto del “Rizzoli”. La vergogna dei dirigenti dell’ASL e della Regione è già abbondantemente sotto gli occhi di tutti. Vorremmo richiamare ove ce ne fosse bisogno, l’attenzione di tutti su un episodio. Era la fine di novembre. Il megadirettore dell’ASL Antonio d’Amore sbarcò ad Ischia e partecipò al convegno sulla ristorazione, promosso dai dirigenti sanitari locali, presso il cinema Excelsior.

Il CUDAS lo accolse con un sit-in dinanzi al cinema. Ad un certo punto, un gruppo di manifestanti, fra i quali chi scrive, entrò in sala e l’attraversò esponendo lo striscione del CUDAS che protestava contro i tagli e chiedeva il rispetto dei diritti alla salute.

Solo allora, con aria baldanzosa, il direttore d’Amore, dopo aver manifestato profondo fastidio per l’iniziativa, spalleggiato dall’allora sindaco di Barano, Paolino Buono e dal dr. Vincenzo Carraturo, comunicò a tutti che aveva appena ricevuto una telefonata dalla regione e quindi dal governatore De Luca, con la quale poteva rassicurare tutti, alla faccia di chi manifestava e disturbava, che “martedì prossimo” la giunta regionale avrebbe deliberato finalmente, Ischia “zona disagiata”!

Applausi e ovazione per l’annuncio che sembrava provenisse dal balcone di Palazzo Venezia.

Da quel 30 novembre e da quel martedì successivo, sono trascorsi 10 mesi!

L’altro giorno, lo stesso d’Amore, durante un incontro della 3 commissione, presente anche l’on.le Maria Grazia Di Scala, è intervenuto ed ha auspicato che Ischia venga riconosciuta come zona disagiata! Incredibile. Ci chiediamo perché d’Amore non vada dal suo amico governatore a rinfrescargli la memoria di quel 30 novembre. O forse, allora, fu una trovata di d’Amore? Sarebbe interessante mettere a confronto i due personaggi per scoprire chi bluffa di più.

A questo punto potremmo abbozzare un calendario di appuntamenti:

30 novembre 2016 la boutade di d’Amore;

21 agosto 2017 terremoto di Casamicciola e nulla si muove ancora;

12 settembre 2017 il CUDAS chiede la rimozione dei serbatoi pericolosamente sistemati sul tetto dell’Ospedale.

Proponete pure altre scadenze ed altri appuntamenti per dimostrare quanto siano inutili le nostre istituzioni, quanto sia enorme il fallimento di chi dovrebbe tutelare la vita, la salute, il lavoro, il diritto alla casa, di tutti noi.

Ed ecco la lettera datata Ischia, 12 settembre 2017

“OGGETTO: Interventi urgenti di salvaguardia dell’edificio del presidio  “A. Rizzoli”

Ormai più di un anno fa, in occasione dell’incontro con il Direttore generale presso l’allora sede dell’Asl Na2 Nord a Monteruscello, individuammo come Cudas, venti questioni prioritarie su cui chiedemmo l’intervento risolutore dell’Azienda. Tra le questioni evidenziate, vi era anche l’”ammodernamento e ampliamento dell’Ospedale e suo adeguamento antisismico”. E’ evidente che se fino a qualche settimana fa qualche attenzione era stata dedicata solo ai primi due aspetti, dopo il 21 agosto è diventata ben più fondamentale l’esigenza di programmare e realizzare nell’edificio costruito alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso appropriati interventi di adeguamento antisismico.

In particolare, richiamiamo la Vostra attenzione sui serbatoi dell’acqua e sugli impianti che sono attualmente allocati sul lastrico solare dell’edificio. Quelle apparecchiature gravano sulla struttura con il loro notevole peso, che in caso di emergenza sismica rappresenta un obiettivo e ulteriore fattore di rischio per la tenuta del solaio interessato e dei piani sottostanti.

Al fine di eliminare questo rischio potenziale, in una logica di prevenzione antisismica che va necessariamente e imprescindibilmente perseguita nella zona in cui sorge l’ospedale isolano, sollecitiamo le Ss. Vv., ciascuna per le competenze e le responsabilità che le appartengono, a provvedere con la massima urgenza alla rimozione e allo spostamento altrove dei cassoni per l’acqua e delle altre apparecchiature  che  appesantiscono il tetto del “Rizzoli”. Si tratta di un intervento che non richiede passaggi burocratici complessi e gravosi né costi particolarmente onerosi, dunque può essere messo in cantiere in tempi brevissimi. Come confidiamo che sarà fatto, quale primo passo di un più ampio programma di messa in sicurezza dell’ospedale, indispensabile per garantire la piena funzionalità e il più elevato livello di resistenza nel caso di altri eventi sismici di un edificio pubblico di vitale importanza per tutta la comunità isolana.

Confidando in una pronta risposta concreta alla nostra istanza, porgiamo distinti saluti”.

Noi continueremo fino ad ottenere ciò che ci spetta, della serie “gutta cavat lapidem” o in termini nostrani “dammi tiempo che ti sportoso”. Insisteremo a ricordare date ed appuntamenti.

E’ una sfida che dobbiamo vincere.

 

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