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giovedì, Aprile 18, 2024

Buon compleanno, Sindaco!

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Caro Sindaco, Tu sai che se da sempre Ti chiamo così, pubblicamente e privatamente, è innanzitutto perché Ti voglio bene; e ho imparato a volerTene quando, nel 2002, dopo aver costruito insieme un percorso di preparazione politica ben studiato e durato due anni pieni, abbiamo vinto un’elezione meravigliosa contro tutto e tutti.

Ma oggi, mentre Tu festeggi le Tue settantotto primavere, diciannove anni dopo l’inizio di quel percorso e a distanza di quasi tredici da quando i noti irresponsabili decisero di mandarci a casa in pieno agosto (e tra quelli ci fu anche l’allora principe degli ingrati, cioè l’attuale Tuo discutibile, secondo successore), credo che quel titolo Ti tocchi ancor più di diritto, in quanto lo status ascritto di cui Ti ho sempre parlato e che Ti appartiene da sempre, oggi viene fortemente avvalorato dall’aurea mediocritas che ci circonda, politicamente parlando, e che in barba ad Orazio tende fortemente al peggio.
Nei quattro anni in cui abbiamo amministrato il Comune di Ischia, al di là delle chiacchiere dei soliti noti e dei detrattori di turno (molti dei quali oggi hanno imparato a rimpiangerci, ma in silenzio, altrimenti le prendono di santa ragione) volate via col vento dei fatti, siamo stati un esempio virtuoso di come la politica possa coniugare valori, cultura, efficacia, efficienza ed economicità: il tutto, senza considerare che ancora oggi, dopo tanti anni, non c’è stato un solo atto (e ne abbiamo firmati tantissimi, molti anche particolarmente impegnativi sotto l’aspetto economico-finanziario) finito sotto la lente d’ingrandimento della Magistratura. Non so quanti altri possano vantare questo tipo di merito!
Al Comune di Ischia, al di là di qualche vecchio amico che proprio non riesce a scollarsi dal palazzo e che comunque vanta indiscutibili competenze e un po’ meno di coerenza politica, sono approdati nel tempo tantissimi personaggi in cerca d’autore, ma soprattutto molti aspiranti o pseudo-figli d’arte ai quali, ai nostri tempi, era concesso solo per semplice dovere civile accedere al Municipio negli orari aperti al pubblico e in sala consiliare durante le sedute, ma che adesso rivestono addirittura posti-chiave dell’amministrazione in carica, svolgendo attività di “bassa cucina” ben lontane da quel “bene del Paese”, che è andato abbondantemente a farsi benedire.
Non sto qui ad elencare le autentiche assurdità che sono sotto gli occhi –sempre più distratti- di tutti, in particolare per le opere pubbliche, che dopo l’inspiegabile “nuova” Piazza degli Eroi hanno raggiunto il top con lo scempio dei lavori al Pontile Aragonese, alla cui vista i resti mortali del povero Alfonso il Magnanimo saranno finiti in preda all’autoestinzione, e con i ritardi finora impuniti dei lavori al parcheggio della Siena. Ma le manifestazioni di pressappochismo abbondano come il riso sulla bocca degli stolti: hai letto, ad esempio, della Piazzetta del Carcere di Punta Molino intitolata a Ugo Calise? Costava molto, secondo Te, riconoscere che già noi gli avevamo intitolato il tratto di strada adiacente ‘O Rangio Fellone, magari approfittando per completare l’impianto di diffusione sonora delle sue canzoni più belle che avevamo ideato e che, sempre a causa di quello scellerato golpe di agosto, non riuscimmo a porre in opera?
Nelle partecipate siamo al collasso totale, in particolare per Ischia Ambiente (o Ischia Servizi, come pare l’abbiano ribattezzata), laddove il consiglio d’amministrazione prova a cambiare qualcosa e dal “palazzo” viene frenato, in barba agli avvisi di garanzia consegnati di recente e che meriterebbero maggiore attenzione e chiarezza da parte del socio unico. Di Ischia Risorsa Mare non c’è segnale di vita, così come dell’ottimizzazione della banchina fino al Redentore, finalmente sgombera dai gazebo delle biglietterie provvisorie ma che, invece di essere trasformata in un ampliamento approdi per mega-yacht, sta sovente ospitando la sosta notturna di aliscafi Alilauro e di qualche barca da traffico. La Genesis, poi, è terra di nessuno, anche se per poco, a quanto sembra, viste le nomine imminenti nel pieno rispetto di un manuale Cencelli tutt’altro che passato di moda (vero, Pasqualino?).
Non parliamo, poi, della programmazione turistica (che non c’è) e della gestione degli eventi, a cominciare dalla Festa di Sant’Anna, laddove la voglia di innovazione a tutti i costi ha finito per svilire i contenuti e la tradizione dell’appuntamento clou di tutta l’estate ischitana. Ricordi che bel calendario di eventi producemmo a suo tempo? Evidentemente, o siamo passati di moda, o sono loro che, anche in questo settore, non sanno quel che fanno (o che NON fanno).
Ma soprattutto, caro Sindaco, il rimpianto diventa ancor più grande quando, dopo aver vissuto gomito a gomito con Te la nostra meravigliosa esperienza amministrativa, facendo tesoro di esempi come la puntualità (sei sempre stato maniacale in questo), il rispetto degli impegni, la capacità di mediazione e di relazione con enti sovracomunali di colore politico diverso dal nostro (da cui ottenere finanziamenti mai visti nella storia del nostro Comune) e, più d’ogni altra cosa, il senso delle istituzioni e la solidarietà verso chi faceva parte della squadra, difendendolo ad ogni costo, oggi assistiamo alle gesta di una classe –sedicente- politica secondo il cui agire è vero tutto e il contrario di tutto, pur di restare incollati ad una poltrona ormai lisa dal clientelismo, dall’incompetenza e dall’improvvisazione e sorretta, ahimé, da un elettorato divenuto ormai passivo perché cloroformizzato e asservito ai cazzetti di ciascuno da pietire all’eletto di turno.
Sono felice, Sindaco mio, di essere fuori da questa “mazzamma” ormai da ben sette anni. Ma soprattutto, mi rallegro e mi onoro di essere diverso da loro, politicamente e umanamente. E questo, sinceramente, lo devo molto anche a Te.
Cient ‘e sti iuorne, Sindaco Brandi! Ovviamente… cu chist ‘a for.

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