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giovedì, Aprile 18, 2024

Borrelli: “Il Sisma di Ischia non si capisce come è stato gestito”

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Ida Trofa | Credo che sia fondamentale per il nostro Paese avere una legge quadro sulla ricostruzione, una serie di norme da utilizzare in tutte le circostanze e avere una struttura di riferimento, penso alla direzione generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per evitare che ad ogni evento eccezionale si ricominci da capo” sono queste le parole del capo della protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, intervenendo ad un convegno sulla ricostruzione e sulla esperienza legata al terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. “C’e’ il modello Aquila, quello Emilia Romagna, c’e’ quello del Centro Italia, poi c’è il sisma di Ischia, che non si capisce come è stato gestito, anche se si sta cercando di dare una risposta anche per questo caso da parte del Governo, visto che per un periodo ad Ischia sono stati totalmente abbandonati”.
Insomma il capo della protezione civile alla vigilia del decennale del sisma che ha sconvolto l’Aquila torna a parlare di Ischia, del suo terremoto, di un terremoto che, soprattutto, sarebbe dovuto essere lui, Angelo Borrelli, a dover sovraintendere e gestire.
Sicuramente il buon Borrelli si riferisce alla fase della ricostruzione. O forse, come fece Matteo Salvini mesi fa, è bravo a dire che qualcosa su Ischia non ha funzionato in questo anno, ma non sa dire cosa e non sa dare soluzioni concrete e risolutive. La verità è che finora, l’Italia dei commissari ha fallito, e la burocrazia, la gestione del post emergenza risultano una vera palude dove la gente muore. Come stiamo morendo noi anche grazie ai molti teatranti locali.
Nessun rispetto per questa comunità, solo squallido gioco politico a tutti i livelli, squallidi palcoscenici locali, squallido scontro sul condono di scambio a livello nazionale. Va da se, ugualmente, che sul caso Ischia per tutti, anche chi dovrebbe rappresentarci e difenderci come Borrelli, si è detto e si sta dicendo di tutto e forse eccessivamente di più proprio mettere ha inizio , a quaranta giorni dalla prima approvazione in Consiglio dei ministri, il cammino che farà diventare legge il Decreto Urgenze, quello che ingloba anche Ischia. Non sarà brevissimo, di acqua sotto i ponti e di macerie dovremo ancora raccoglierne fino ad allora. L’esame del testo alla Camera è previsto tra mercoledì e giovedì. Poi, la settimana successiva passerà al Senato.Non osiamo immaginare quale valanga di fango ci attende oltre. Siamo solo alla terza versione del testo. E rispetto a quanto scritto nella prima versione è stato completamente stravolto, sulla scia di 600 emendamenti.E Ischia sul teatrino e l’onda mediatica del palcoscenico nazionale non ha saputo esprimersi, mal rappresentata.
“C’è bisogno di un maggior monitoraggio. Non esiste solo il dio denaro, deve esserci una giusta misura tra esigenze del profitto e sicurezza della collettività”- sostiene giustamente il capo dipartimento della Protezione civile, a margine del convegno “Convergenze sostenibili dei saperi – Una nuova visione per il territorio dell’Aquila”, tenutosi all’Aquila all’Auditorium del Parco del Castello.
Pur non entrando nella disputa in corso in questi giorni, Borrelli ha ricordato che, al di là del contenzioso, “il primo scopo è quello dell’incolumità dei cittadini. Non posso che rimettermi alle valutazioni tecniche che si stanno facendo, la linea di intervento è definita e tracciata e mi auguro che ci si possa muovere il prima possibile”.
Il capo dipartimento della Protezione civile ha dichiarato che nel decreto urgenze sono contenute delle norme con le quali si avvierà “un sistema di monitoraggio più strutturato, codificato e condiviso delle infrastrutture, soprattutto grazie all’identificativo che avranno le opere pubbliche, una sorta di codice fiscale che servirà a seguirne costantemente l’andamento, la reazione rispetto agli agenti atmosferici, al tempo, alle sollecitazioni provenienti da fenomeni come frane e terremoti eccetera. Si sta pensando anche di fare anche un monitoraggio satellitare, attraverso Cosmo SkyMed e altri satelitti”.
“Bisogna fare più prevenzione” ha concluso Borrelli “avere un territorio più resiliente e una popolazione più informata. Coniugare resilienza del territorio e consapevolezza del rischio riduce l’effetto dei danni e rende più agevole il nostro lavoro”. E se da un lato le feriscono e lasciano esterrefatte le parole vomitateci addosso, abbiamo una sola strada ed è quella di essere riduciosi nella stesura finale del testo, fiduciosi che finalmente si plachi il fuoco di fila sul terremoto di Ischia del quale si sta dando una immagine completamente distorta. L’auspico è che dopo tanto vociare si sia trovato un buon equilibrio anche nella gestione delle risorse sul territorio, nelle regole che lo dovranno riguardare per restituirci un paese, per consentirci di tornare a casa in sicurezza . Poi è evidente che il lavoro parlamentare farà il suo corso oltre i detti ed in non detti.

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1 COMMENT

  1. Se non lo sai tu che ci stai in mezzo figuriamoci noi comuni cittadini se sappiamo cosa state creando …..
    Comunque a parte l ironia se le cose funzionassero a dovere in italia e si rispettassero le norme in vigore “la protezione civile non avrebbe senso di esistere. Parliamo di un paese al contrario è figuriamoci solo al sisma che in altri paesi è un evento normale in italia e sopratutto ad ischia diventa una calamità naturale.
    Ovvio che in un paese che non investe in prevenzione anche se 1000 cani fanno tutti assieme la pipì nello stesso momento e luogo si verifica un alluvione. Ed ecco intervenire la protezione civile pagata fior di euro (sappiamo come funzionano i rimborsi) che si prodiga come paladina della legge e rispettosa di ogni norma che affida a ditte esterne, senza dover rispettare il codice degli appalti pubblici, ogni sorta di lavorazione.
    Le emergenze sono un business per come la vedo io e tutte queste emergenze a mio parere sono volute

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