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venerdì, Aprile 19, 2024

Baby calciatori senza controllo, scoppia la rissa sulla Caremar

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Gaetano Di Meglio | Non possiamo pretendere che i nostri figli facciano diversamente da quello che gli mostriamo. E cosi, senza tanta meraviglia, dopo aver raccontato quello che è accaduto al Rispoli nelle settimana appena conclusa, ecco la testimonianza – diretta – di un passeggero indignato che non ha perso a contattarci.
Eccola.
Caro Direttore,
ti trovi a fare una traversata alle 8.20 del mattino di venerdì 8 dicembre e con te navigano tanti bambini di una scuola calcio, accompagnati dai genitori e addetti della società sportiva. I bambini si sa, se non li tieni a freno, fanno baldoria, ma se contenuti, suscitano perfino simpatia.
Di prima mattina, si sprecano le buste di patatine, ma non bastano a tenerli tranquilli, quindi si comincia a correre a destra e a manca, finché il barista non alza la voce e tutto è riportato alla normalità. Per disavventura, ti ritrovi a prendere il traghetto della Caremar delle 18.55 da Pozzuoli.
Ma guarda un po’, i bambini della scuola calcio, genitori ed addetti della società sono a bordo come al mattino. Con loro anche altri passeggeri, tra i quali anche una famiglia di settentrionali, moglie marito e due figli. I bambini della scuola calcio hanno l’argento vivo addosso.
Cominciano a rincorrersi, a gridare, a strattonarsi, a fare comunque chiasso. In effetti hanno deciso che devono giocare al vecchio classico gioco del trentuno, un classico del nasconderello. Si sa, si comincia con moderazione ma si finisce con l’esagerare.
I bambini saltano sui sedili, strisciano per terra, si intrufolano fra le gambe dei passeggeri. I genitori intanto fanno salotto fra di loro e non si preoccupano più di tanto.
Qualcuno dell’equipaggio passa nel salone, vede la situazione e decide di non intervenire, sparendo immediatamente, forse sperando che la traversata finisca presto.
Questo dura fino a Procida, evidentemente la pazienza reggeva ancora e la misura non era colma.
Una volta partiti da Procida, si esagera veramente. I bambini sono irrefrenabili e accaldati tolgono anche la giubba della tuta. Una signora ischitana vedendosi un bambino fra i piedi, protesta ad alta voce, il marito le fa segno di evitare, è chiaro che non vuole discussioni con chicchessia. Una signora del nord, evidentemente non ce la fa più a trattenersi e scatta in piedi e ad alta voce, tipo comizio, urla: “ma dove sono i genitori di questi bambini, vorrei chiedere loro se hanno fittato la nave solo per loro e se noi a bordo siamo solo intrusi. Li portate a fare sport, ma insegnate loro l’educazione.”
Le sue parole, evidentemente colgono nel segno e punta nel vivo, una giovane mamma di uno di questi ragazzini, certo non con modi garbati, ne molto educati, invece di fare mea culpa, si scaglia contro la signora, agitandole la mano sul viso, sostiene che sono bambini e che vanno sopportati.
Condendo il tutto col dire “tu nun staje bbone ca cape”.
La provocazione è evidente, la concitazione è al suo ultimo strato. La signora del nord, sempre gridando sostiene che i bambini sono stati lasciati come cani sciolti. La frase non piace alla signora ischitana che di rimando dice : “cagna sarai tu”.
I termini sono pesanti, interviene il marito della signora settentrionale che di rimando dice: “cagna sarà lei”.
A questo punto si alzano anche i mariti delle signore ischitane e si lanciano per fare a botte. Siamo alla rissa. Chi cerca di mantenere, chi cerca di menare. Per fortuna, ma molto colpevolmente in ritardo, arrivano anche i membri dell’equipaggio e il comandante della nave.
Servono braccia forti per dividere, ma la paura a bordo prende chi è neutrale e l’imbarazzo è palpabile. Solo qualche colpo parte, perché i membri dell’equipaggio riescono ad evitare il peggio mentre si sta per entrare nel porto d’Ischia. Qualcuno sostiene che la colpa è dell’equipaggio che non aveva mantenuto la tranquillità sulla nave e lo fa presente al comandante, sostenendo che la responsabilità è sua.
Il comandante a sua volta sostiene che loro hanno altro da fare, che dovevano preoccuparsi di ben altro per la sicurezza della nave nel cattivo tempo, salvo costatare che il mare era una tavola. Fatto sta che nel salone non si erano mia visti tanti membri dell’equipaggio come in quel momento, mentre fino ad un attimo prima erano introvabili.
Il comandante, fra il serio ed il faceto sostiene che loro a bordo non possono fare i baby sytter dei ragazzini. Per fortuna la nave entra nel porto d’Ischia, la voglia di scendere a terra fa sbollire rabbia e risentimenti e si evita una rissa furibonda, ci si guarda in cagnesco, aspettando una semplice scintilla per farla pagare a quei settentrionali che hanno osato protestare.
Na non si è riusciti ad evitare una figuraccia megagalattica con chi forse pensava di arrivare ad Ischia, ritenendola isola civile ed abitata da persone ospitali.
www.ildispari.it

5 COMMENTS

  1. Incivili,si.non c e’ nessuno dubbio.Ho anch’io visto dei branchi di giovani salire sul bus eave serate estive per scendere alla farmacia sant’anna,per poi non pagare biglietto Ed inoltre con un grid are e spingente senza riguardodi altri passeggeri.purtroppo questa e la societa’,non c e’ fra
    Come si puo’ aspettarsi meglio quando una madre si offende ad una verita’ cosi’
    evidente?Dico propio che le cose per Ischia non vanno bene.

  2. Ci vogliamo lamentare del continuo diminuire di presenze a Ischia? Tra trasportatori e trasportati c’è un bel campionario di responsabili di questo continuo calo, non c’è che dire.
    Complimenti!

  3. Vanno educati prima i genitori e poi i figli…. Qui nord o sud non conta… È un fenomeno generalizzato. La maggior parte dei genitori dai 45-50 anni in giù è strafottente e incapace di educare i propri figli al rispetto del prossimo

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