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giovedì, Marzo 28, 2024

Assoluzione Giosi. Montuori: “Questo processo, forse, non avrebbe dovuto mai iniziare”

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Raffaele Montuori | Prenderò spunto da un post di Gino Di Meglio che del già Sindaco di ISCHIA non è mai stato un estimatore politico, avendolo pubblicamente avversato più di una volta alle elezioni.
E non è un caso che parta da un post di Gino, a commento dell’assoluzione del già Sindaco e del già Dirigente Tecnico del Comune di ISCHIA.
Il suo post mi ha colpito più di altri perché, da uomo di diritto quale è, Gino scrive di un articolo del Codice di Procedura Penale, il 358 u.p. che fa obbligo al Pubblico Ministero di svolgere << accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini>>.
Ebbene, lavorando nella pubblica amministrazione oramai da oltre 15 anni, incaricato per la prima volta dal Sindaco Peppe Brandi , posso dire senza timore di smentita, che questo articolo del codice di Procedura Penale -al quale dedicai la mia tesi di Laurea assegnatami da Giuseppe Riccio poi eletto al CSM e della quale fu relatore, per un caso, Alfonso Furgiuele poi difensore di Giosi Ferrandino in questo processo- è una delle norme più vilipese, ignorate e neglette dell’ordinamento giuridico italiano. Ciò perché l’ufficio del Pubblico Ministero in questo paese ipocrita, è rimasto inquisitorio al di là dei proclami su un processo accusatorio ad armi pari.
Inquisitorio il metodo, l’uso della polizia giudiziaria, della custodia cautelare, del modo di condurre le indagini. Inquisitoria l’indole e l’abito mentale di tanti che conducono le indagini.
Considero- a scanso di equivoci- un grave errore, sul piano dell’opportunità, qualsiasi rapporto di natura economica fra una società esecutrice di lavori per conto di enti pubblici e la famiglia di un qualsiasi amministratore o funzionario pubblico.
Ma ciò che puó non essere opportuno secondo il giudizio comune, non diventa -per ciò solo- un reato. Proprio no.
E questo processo che oggi si chiude in primo grado, forse, non avrebbe dovuto mai iniziare. Mai.
Perché non c’era e non c’è atto amministrativo negli ultimi 15 anni del Comune di ISCHIA che abbia rappresentato né direttamente né indirettamente un favore alla società dalla quale è partita e poi si è sviluppata l’indagine.
Il resto conta poco o nulla.
Questa certezza, al di là della vicenda umana di un Sindaco e di un Dirigente Pubblico che sono comunque anche persone, dell’eco mediatica immeritatamente ricevuta, delle notizie forse arrivate ai giornali nazionali addirittura prima che fossero eseguite le misure cautelari, è un dato che allarma e sinceramente mi inquieta.
Perché può toccare a chiunque.
Ci pensavo da molto prima che accadesse a loro. Svegliandomi di notte. Ci penso ancora di più adesso.
Quindi oggi non posso dire di essere felice. Ma più preoccupato.
Mi consola solo un po’ l’idea di poter tranquillizzare -almeno per adesso- gli amici che quasi tre anni fa mi scrissero da tutta Italia ma anche da Londra, da Parigi, da Melbourne e da Los Angeles chiedendomi notizie di ciò che stava succedendo.
Lavoro in un bel posto, quello in cui sono nato, circondato per lo più da persone per bene. Alcune molto per bene. Altre meno. Fino ad ora posso dire di non aver conosciuto né corrotti e nemmeno corruttori.
Fino ad ora.
Poi…speriamo che me la cavo

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