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giovedì, Marzo 28, 2024

Arnaldo, campione di sfiducia. Da sindaco è stato sempre mandato a casa

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Ida Trofa | Non capita spesso che un politico strumentalizzi il dramma della sua gente, si appropri del marchio e della podestà di rappresentarne una fetta per mettere alla voce “Comitato Terremoto” e poi, grazie a quella strumentalizzazione, tenti la scalata al potere, forte di accordi trasversali di potere. Complici le Europee di Giosi Ferrandino, la minaccia Arnaldo Ferrandino con il suo comitato di affari incombe ancora su Casamicciola Terme.
Non è mai capitato che un uomo, che si pone come primo cittadino, si faccia scudo del dramma, dei bisogni della gente – vere o presunte – per vincere avendo come unico obbiettivo quello di farsi le leggi, anche quelle morali, da se e per se, non disdegnando la creazione di coalizione di governo politicamente vergognose.
Politicamente è una mela marcia, il male peggiore: instabile, volubile, incapace di fare politica e di tenere rapporti inter istituzionali. Lui sostiene, le sue cortigiane e i suoi cortigiani favoriti eseguono, e tutti gli altri devono solo obbedire, quando ci riesce. Per la restante parte del tempo, non riesce neppure a tenere a bada le sue opinioni e i programmi, restando alla mercè e alla deriva della prima fissazione che gli fanno venire in mente. E’ questa la sintesi politica di un personaggio che ha attraversato quasi mezzo secolo di politica a Casamicciola collezionando gravi fallimenti politici e, a portarne la croce è il paese.

Arnaldo Campione di sfiducia
Arnaldo Ferrandino si ricandida alla fascia di sindaco per la quinta volta. E’ stato eletto come sindaco nel 1997, sei mesi e andò a casa, per un suo improvvido ricorso alla lista avversaria.
In pratica si mandò a casa da solo nell’improvvido tentativo di silurare il candidato sindaco di Democrazia Europea, Alberto Barbieri. Una follia.
In quell’occasione, proprio quando Arnaldo preparava il ricorso in sede mandamentale, insieme e con il conforto legale di un suo candidato, Francesco Capezza (guarda caso, oggi, di nuovo in lista insieme), l’avvocato Gino Di Meglio tentò di farlo desistere dal suo intento, sottolineando la rischiosità della situazione e di quel ricorso. Di Meglio consigliò Arnaldo di lasciare che la popolazione votasse regolarmente e, magari, dopo, ad elezioni avvenute, regolarsi di conseguenza, magari contro un solo consigliere e non su tutti i membri della lista antagonista. Lui non volle sentire ragioni, sostenne di essere in grado di prendersi tutto, maggioranza e opposizione, volle stravincere e, così, dopo sei mesi il TAR lo rispedì a casa.
Di nuovo eletto nel 2001 ha terminato, anche in questo caso, anzitempo il suo mandato. Provate a chiedere a Roberto Monti cosa sono i siluri in diretta TV. Anche all’epoca il tempo di un consiglio comunale e gli vennero tolti la poltrona e lo scettro proprio da Roberto Monti. Oggi candidato insieme con Arnaldo.
Ferrandino, eletto nel 2012 quale esponente del Caularone tra Giosi Ferrandino e Domenico De Siano, è durato appena un anno e mezzo prima che Loredana Cimmino, Ignazio Barbieri, Riccardo Cioffi e Giosi Ferrandino lo rispedissero al mittente, fuori dal Municipio per la terza volta di fila.
Pensate un po’…
Un po’ come oggi non ha voluto far accordi con i rappresentanti della lista di Luigi Mennella, lasciare campo, magari, a forse nuove, perché convinto che Loredana Cimmino, Giosi, Ignazio Barbieri, Francesco Capezza e Roberto Monti che lo sfiduciarono nel 2001 lo eleggeranno sindaco fantoccio per l’ennesima molta. Insomma campioni di provata fede a sfiducia.
C’è da riflettere seriamente sulle capacità di discernimento di certi soggetti che si propongono e si ostinano a voler mettere le mani sul governo del paese a tutti i costi. Ci vuole una buona dose di faccia tosta, presunzione e soprattutto un pesante disprezzo per la comunità, ridotta a mero esercizio dei propri tentavi, del gioco a voler fare il sindaco a tutti i costi benché manifesta ne sia l’incapacità.
C’è da riflettere sul rischio che Arnaldo Ferrandino continui all’allegro chirurgo delle sindacatura.
Cinque anni fa, nel 2014, fu un miracolo che consentì alla popolazione di scartare la mela marcia, eleggendo GiBi, uno statista in confronto che, con un solo mandato, è stato in grado di governare più anni di quanti ne abbia falliti Arnaldo con ben 5 tentativi.
Ci vuole coraggio nell’affrontare con onore le sconfitte, lo stesso coraggio che ha dimostrato Castagna allontanando chi ha provato a giocare con due mazzi di carte, si è dimostrato più attaccato al potere che al paese e alla sua necessaria pace sociale. Ci vuole coraggio come ne ha avuto Luigi Mennella che ha già vinto riuscendo a presentare una lista senza sponsor, senza soldi, senza grandi poteri economici, politici e trasversali, contro ogni preconcetto, contro ogni pregiudizio.
Ci vuole coraggio a sfidare un sistema come quello di Casamicciola come quello di Caterina Iacono.
Solo uno come Arnaldo Ferrandino, invece, si allea con i suoi carnefici nel tentativo di ottenere la vittoria a tutti i costi. Sintomo che gli interessi da preservare (i suoi e di chi gli sta simpatico) sono troppi per accettare il bene comune.
E’ per quinta volta, invece, che l’instabile Arnaldo partecipa per riprendersi la fascia tricolore. Una fascia che, evidentemente, non è capace di indossare.
Se venisse eletto Casamicciola rischierebbe il quanto mandato di un sindaco zoppo con la presunzione di voler fare il primo cittadino solo per se e le “sue” aziende, persuaso che il suo è l’unico verbo quando nei fatti è il primo solo in sfiduce.

Arnaldo l’instabile marionetta del solito Richelieu
Ma no solo come sindaco, Ferrandino è noto alle cronache politiche per essere il politico più sfiduciato unitamente al suo Richelieu Abramo Ciro, du Rione e Copp, De Siano. Arnaldo fu eletto nel 1985 sempre con Abramo De Siano, poi nel 90 ancora con Abramo, il politico più vecchio attualmente in carica. L’instabilità amministrativa del commercialista di La Rita deriva dal fatto che in realtà è una persona che non sa tenere gli equilibri. E’ chiaro che Arnaldo non ha dimostrato delle buone e opportune qualità da un punto di vista di gestione della compagine amministrativa. Inoltre ha, secondo un’opinione condivisa, la pessima abitudine di accompagnarsi ad Abramo De Siano (ultimamente sodale e mentore del minuscolo Carmine Monti). Persona che tutti quanti conosciamo come un personaggio avvezzo a maneggiare nell’ambito di quello che sono le questioni amministrative.
Vittima purtroppo, per lui, di un innamoramento ultra trentennale per Abramo che, evidentemente, lo spinge solo nella direzione dell’incoerenza, del mancato rispetto di ogni benché minimo rapporto umano, dell’incoerenza politica alla base della grave instabilità che ha pervaso il paese anche a causa delle sue scelleratezze.
La storia insegna che ogni volta che è successo qualcosa di brutto a Casamicciola Terme è perché Abramo ci ha messo lo zampino. E questo, sicuramente, non gioca a favore di una compagine che si propone per portare una guida capace al territorio.

Senza un programma oltre il potere
L’ultima ammucchiata di potere dimostra l’assenza di un programma condiviso, di un progetto, di un’idea di paese che si apre all’intera comunità. Solo un guazzabuglio guarnito da vari e disparati gruppi, unitisi senza un profilo degno, puntando al potere, evidentemente, incapaci di amministrare.
Al popolo di Casamicciola Terme che in questa lunga domenica che sa più d’Europa che di paese, nel primo voto post terremoto, quella più importante della sua storia recente, vagano come sonnambuli in cerca di luce è data una sola possibilità.
Andare a votare, domenica, consapevoli che, come dice un grande sindaco, il voto è un sentimento, è una forza, è il nostro cuore.
Per cambiare Casamicciola, per renderla più forte e splendida, per testimoniare in Europa, come hanno insegnato i padri fondatori, da Spinelli a De Gasperi, da Monnet a Mitterrand, da Adenauer a Kohl.
Non per sfasciarla, come ha sempre fatto Arnaldo che oggi sogna di raderla al suolo e renderla come il ghetto di Varsavia, solo tra il civico n. 1 di via Casa Mennella e la discarica sulle Fumarole di Via Montecito.
La posta in gioco, a suo modo, l’ha indicata in questi lunghi 19 mesi di morboso attacco alla gente di Casamicciola.
In un comiziaccio al Majo, a due passi dal dramma, Capitan Sfiducia è salito a bordo della sua ruspa dell’apocalisse sismica, e ha chiamato alle armi il plotone dei suoi terremotati.
Solo suoi, però contro la ricostruzione abusiva, mentre le sue aziende continuano a fare impresa ed incassare i fondi dedicati dal Prefetto Schilardi, mentre i suoi tecnici mettono in moto i bobcat e le molazze in via Serrato, per costruire uno stabile ex novo ai piedi della palazzina crollata sull’inerme Marilena Romani, morta di malapolitica e disinteresse.
Il voto è un sentimento, ma anche uno strumento importantissimo, ci vuole cuore e raziocino, stabilità in ogni senso. E Arnaldo Ferrandino non ha, né l’uno né l’altro. non ha un cuore, ma un bidone della spazzatura, per dirla come un famoso portiere di Serie A. Non ha stabilità, ma solo interessi personali da preservare.

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