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mercoledì, Aprile 24, 2024

«Archeotour», come i comuni fanno gli interessi del privato

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Giacomo Pascale, Cecilia Prota, Paolino Buono e Carmen Criscuolo diventano la faccia pubblica e istituzionale di un’iniziativa privata. Il tutto in nome del privato. E della cultura. Una cosa che nasce da Lacco Ameno e che non fa meraviglia. Villa Arbusto e il suo museo affidato al business del validissimo Giuseppe Di Meglio che, riesce a trovare un’ottima occasione per valorizzare i “suoi” Nitrodi e fare azienda.
Una manovra che arriva dopo la polemica nazionale contro la privatizzazione del Museo (che di fatto si inizia a realizzare con Archeotour) e dopo la pubblicazione della manifestazione di interesse del comune di Lacco Ameno per la “gestione”, appunto, di Villa Arbusto. Un progetto, quello di Archeotour che viene concluso con uno dei partecipanti alla manifestazione di interesse.
Cose lacchesi. Che lasciano senza parole.
Purtroppo, con una overdose di ipocrisia e strumentalizzando anche la Soprintendenza (che non la smette di prestare il fianco a questo o a quel privato!) ci vorrebbero far credere che “Ischia mette in rete bellezza e cultura” e non ci dicono che con 45 euro si escludono ristoranti, tassisti, commercianti.
L’unica cosa che Archeotour mette in rete sono gli interessi e il business.
Pensare che tre amministrazioni: Ischia, Lacco Ameno e Barano diano il loro ok ad un tour che “rapisce” l’ospite e lo guida dalle 10.15 alle 18.00 in un circolo chiuso. Il comune, l’ente che completa il pacchetto “tutto compreso” e diamo un altro colpo di grazia a quanti, purtroppo, aspettano clienti di qualità.
Immaginando che il target di Acheotour non sia l’ospite da lowcost, ma uno che abbia una disponibilità di acquisto maggiore (prezzo unico euro 45) e che l’iniziativa abbia successo, questo cliente è escluso dal sistema Ischia. Pascale, Giosi e Paolino hanno deciso che questa ricchezza debba essere solo di “Nitrodi”.
Facciamo chiarezza. Giuseppe Di Meglio si dimostra imprenditore capace, dalla vista lunga e dal piglio che porta al successo. Non ci sono dubbi. L’iniziativa di Nitrodi è perfetta. Da replicare e, se Giuseppe Di Meglio, riesce a “chiudere” lo stesso pacchetto con altre realtà, compie l’ennesima buona iniziativa. Il problema, il marcio è la parte pubblica.
Non si può non protestare contro un comune consente ad un privato (chiunque esso sia!) di poter sfruttare il bene pubblico per fare cassa.
«Così, pubblico e privato – si legge nel comunicato stampa ufficiale – si tendono una mano nella convinzione che raccontare Ischia, aprendola ai suoi turisti, sia una missione a cui nessuno debba sottrarsi: in questo caso, sotto la spinta propulsiva dell’assessorato alla Cultura del Comune di Lacco Ameno, già protagonista in passato di un fortunato protocollo tra Museo di Pithecusae e Giardini La Mortella, è risultata decisiva per mettere attorno a un tavolo una serie di realtà d’eccellenza del territorio, da Marina di Sant’Anna e Navigando verso Aenaria alla fonte delle Ninfe Nitrodi e Ischia Spaeh, con i Comuni di Lacco Ameno, Barano d’Ischia e Ischia che hanno guardato con intelligente attenzione a un’operazione che, per la prima volta, mette a sistema punti d’interesse dislocati in tre realtà amministrative differenti. Una sorta di Comune unico della cultura che, ad oggi, costituisce una rotta chiara per il futuro imminente, in linea con l’idea che la piena valorizzazione delle risorse di un territorio così ricco richieda uno sforzo collettivo».
Quale sforzo collettivo intendono gli organizzatori pubblici? Quello di blindare il turista, di sottrarlo al sistema economico dei tre comuni e favorire il singolo privato? Qual’è questo sforzo collettivo a cui si ispira Giosi Ferrandino quando arriveranno i turisti culturali (quelli con qualche soldino in più) e non vedranno il Museo del Mare ad Ischia Ponte, e poi andare via a “Buonopane” dove mangeranno e di rilasseranno? Quale lo sforzo collettivo vede protagonista il sindaco di Barano? E quello di Lacco Ameno? Quale sistema con l’archeologia viene alimentato da Archeotour?
Giuseppe Di Meglio, l’amministratore di Nitrodi, ha fatto benissimo ad organizzarsi così. Un’intuizione di primo piano e che merita il nostro plauso.
“La nostra idea – è la dichiarazione diffusa da Giuseppe Di Meglio, amministratore delegato della Fonte delle Ninfe Nitrodi – è quella di agevolare il più possibile il turista nella fruizione del territorio e di creare anche sull’isola una proposta/offerta di turismo culturale più ampia ed in linea con la richiesta dei mercati. Mi auguro che l’iniziativa possa aiutare anche tutti noi ischitani, operatori del turismo e non, per non perdere la memoria” del grande patrimonio storico archeologico che siamo chiamati a custodire”.
Purtroppo, quello che non riescono a comprendere i nostri sindaci e la nostra classe dirigente (acefala in quanto a interessi pubblici e vittima delle sue stesse lotte interne!) è che “fruizione del territorio” per Giuseppe Di Meglio ha un significato che è totalmente diverso da quello che deve essere per Giosi, Paolino e Giacomino.
E vi spiego anche perché.
Pensare che un’iniziativa pubblica debba coinvolgere l’intero territorio è premessa di un ragionamento complessivo che si deve sviluppare sulla base del paese. E’ impensabile, che l’assessore alla cultura o al turismo possa pensare di coinvolgere i tassisti (ad esempio) perché, oltre a non dare visibilità al collega assessore, si ha la paura di entrare in conflitto con la delega dell’altro assessore. E’ questa la vostra piccolezza. Degli assessori, o consiglieri delegati che siano, che puntano la loro politica proprio sui compartimenti stagni a costruire e sui bastoni tra le ruote a demolire (vero Ottorino Mattera?)

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