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venerdì, Aprile 19, 2024

Alveo Cuccufriddu, finalmente iniziano i lavori

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Ida Trofa | Alveo Cuccufriddu, arriva il via ai lavori. Il via alla tanto attesa somma urgenza. Ormai solo un nome sugli atti burocratici. Ci sono voluti mesi prima che fosse attivata! Lavori di regimentazione e messa in sicurezza giunti dopo decenni di incuria e disattenzione, veicolati attraverso l’emergenza sisma e per la oggettiva pericolosità di un tratto di particolare interesse a ridosso della zona rossa. I lavori sono cominciati ieri, coincidenze, in occasione di uno degli anniversari più tristi della nostra storia: l’alluvione del 2009. Un importantissimo finanziamento per la messa in sicurezza ed il recupero del tratto franato per la cui consegna dei lavori in via Epomeo, non hanno voluto mancare, il sindaco Giovan Battista Castagna, l’assessore Angela Di Iorio e il capo del’UTC Michele Maria Baldino  . La pratica vagliata è predisposta dal funzionario Responsabile del Genio Civile  Ennio Ciervo su sollecitazione del commissario per l’emergenza sisma Giuseppe Grimaldi. La firma per lo stanziamento, ben 55mila € pagati dalla Regione, porta anche lo zampino del Funzionario Massimo Pinto. Ciervo ha dato il la al Comune di Casamicciola , nella sua qualità di responsabile difesa suolo del Genio Civile di Napoli segnalando lo smottamento del costone dell’alveo  con l’ Autorizzazione alla spese di complessivi 55 mila € per la disostruzione sgombero e trasporto a rifiuto del materiale franato.

Il comune nominato Ente attuatore: Saco accende il bob cat della somma urgenza. Ente attuatore, sarà questa poteva sembrare forse l’unica nota dolete di una procedura, il comune di Casamicciola Terme che non ha perso l’occasione dell’urgenza per affidarsi al buon “Purpaiuolo“ Federico De Angelis con la sua Saco Costruzioni.Una procedura che attesa l’urgenza ed il rischio andava finalizzata al più presto e che il 10 novembre ha preso il via. Saranno rimossi i depositi e il materiale depositatosi sul greto del sistema torrentizio di un’ampiezza massima stimata di circa 3 metri per una lunghezza di 55 metri fino ad una profondità di quasi 3 metri in modo da riportare in luce il vecchio impianto di canali e di salti che consentano di regolamentare nuovamente la portata dell’alveo, mitigando la potenza dei flussi di acqua anche nei momenti di piena massima in occasione di forti precipitazioni. Il tratto che si ricollega all’alvo Arenella e La Rita (oggetto di altri interventi provinciale on ancora iniziato per problemi legati all’emergenza sisma) è stato tra l’altro oggetto di un importante crollo. Il crollo che ha interessato il letto del torrente in località Montecito, ai confine della zona rossa, si è registrato in occasione delle copiose piogge dello scorso febbraio, il sisma aveva già minato la stabilità degli argini. Un mix di venti ed incuria decennale hanno innescato i processi franosi. A franare il cortile con il muro di contenimento della proprietà Senese Nel 1910 proprio in questa tratto furono diversi i morti per un evento alluvionale causato da condizioni analoghe, un tappo ad ostruire il canale del corso d’acqua poi straripato sul vecchio “ponte di Rocco“ dove porto tragedia e distruzione.

Angela Di Iorio: “I soldi non basteranno, chiederemo nuovi stanziamenti” Un tratto ad alto rischio idrogeologico che meritava e merita  di essere opportunamente a cui Ciervo, benchè il tratto si dai competenza provinciale, ha destinato tutte le attenzioni ed i fondi possibili che ora dovrà essere il comune di Casamicciola Terme a saper mettere a frutto. Un auspicio che certamente nella fattispecie potrà avversari anche per la felice concomitanza di fatti: la particolare sensibilità al sito dell’architetto ed assessore Angela Di Iorio (la residenza di Zio Natale Di Iorio proprio nel tratto di via Epomeo oggetto di opere è solo un dettaglio) cosi come le sollecitazioni di Parisio Iacono per fermare il progressivo crollo del terrapieno di casa e le pressanti richieste della comunità a Ciervo e Grimaldi affinchè si rimuovesse la situazione di rischio prima di piangere l’ennesima tragedia.Ma questa è un’altra storia.   “55mila euro stanziati per la pulizia dell’alveo e la riparazione di un muro crollato. Anche se ad occhio i soldi sono insufficienti. Inizieremo a vedere quel che si riesce a fare sicuramente ci saranno richieste di ulteriori stanziamenti. Scaveremo per trattare le briglie e credo si dovrà scavare moltissimo almeno un metro e mezzo” ci ha dichiarato l’assessore Angela Di Iorio.

Un piccolo pugno di terra in un territorio fragile che ha bisogno di essere tutelato e manutenuto. L’intervento che è solo la punta dell’iceberg attenuerà una situazione di rischio è necessaria programmazione sul territorio particolarmente esposto proprio per la sua caratteristica conformazione e l’esistenza di un sistema complesso di canali ed alvei di fatto abbandonati. Il territorio in tal senso  necessità di opere poderose, tra l’altro già destinate al recupero degli alvei, questo in particolare di competenza della Città Metropolitana, altri di pertinenza regionale. E’ chiaro che non si potrà trattare, stando all’entità del danno di un’intervento in somma urgenza. L’alveo risulta compromesso per circa una 30ina di metri in lunghezza per circa sei metri di altezza. La regione ha fatto il suo, ora la palla passa all’amministrazione Castagna che ha azionato i Bobcats di De Angelis (rimozione depositi rimossi stimabile tra i 495 e 500 metri cubi di arenarie e detriti fangosi oltre i rifiuti che saranno rinvenuti). Appare in ogni caso quanto mai opportuno che anche gli uomini di De Magistris comincino a portare la loro attenzione in queste aree particolarmente a rischio(i muretti delle strade provinciali da rifare finanziati dal Terremoto attendono la cantierizzazione da aprile 2018). Nel merito il dottor Ciervo ha relazionato opportunamente perchè lo stato disastroso del canale non sia il volano e purtroppo il punto di partenza della prossima sciagura.  Lo stesso funzionario invita a segnalare al genio civile altri casi sull’intera rete isolana che si potrebbero risolvere. Atteso nei prossimi giorni un ulteriore sopralluogo regionale. Il comune terremotato sarà ente attuatore mentre  il Genio Civile di Napoli eserciterà le funzioni di alta sorveglianza, predisponendo il decreto di impegno della spesa, imputando la stessa sul bilancio regionale. Il tempo stimato per la conclusione dei lavori e di circa un paio di settimane volendo essere ottimisti.

Piccole gocce e in un mare di guai, in un serio e pericoloso permanere  del rischio idrogeologico. Questioni e potenziali catastrofi che si muovono sulla testa dei Casamicciolesi per la cui risoluzione il comune non ha competenze tecniche, non basta un architetto a capo del’UTC servono professionalità qualificate, serve oculatezza nell’intervento serve il Genio Civile. L’auspico e che dopo gli stanziamenti intervenga davvero la Regione con il suo genio Civile e le sue competenze  in maniera diretta e concreta prima che al terremoto 2017, al dramma  2009 si aggiunga un’altra emergenza. Il rischio è nei nostri alvei abbandonati e deturpati.

E’ sempre più evidente a nostro giudizio la necessità di creare un’agenzia di tutela del territorio e di protezione civile. Non è più pensabile che l’isola crolli, o affoghi ad ogni perturbazione. I comuni annaspano e troppo spesso affogano nella palese incapacità di affrontare con metodo a fragilità intrinseca e la governace del territorio. Anche la regione del Governatore Vincenzo De Luca dovrebbe prendere atto del dramma, prima che le conseguenze e gli effetti della nostra fragilità, della scarsità di mezzi e e metodi per intervenire si ripercuoteranno ancora sull’economia e sull’immagine dell’intera isola. Non si comprende cosa debba accadere ancora, forse una ecatombe, perché lo Sceriffo (ormai su Ischia fossilizzatosi sulla mera polemica) ne prenda finalmente atto. Lui che ha praticamente creato Agenzie per tutto, le Universiadi, la Casa, rafforzato quella della mobilità su Ischia sembra destinato solo a voler scrivere il libro dei sogni irrealizzabili, la ricostruzione, il PUR. Il dissesto idrogeologico è figlio dell’incuria e della cattiva gestione del territorio e ora più che mai potrebbe rivelarsi una catastrofe. I costi ambientali, sociali ed economici sono elevatissimi, ma gli interventi per la messa in sicurezza sono spesso bloccati dall’inerzia della politica e dalle lungaggini burocratiche.

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