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giovedì, Marzo 28, 2024

Al Giudice di Pace non si pubblicano sentenze da mesi, avvocati in agitazione

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Paolo Mosè | Da mesi e mesi non si pubblica più una sentenza al Giudice di Pace. Un periodo così lungo che si sono persi i conti. Una interruzione dettata dall’assenza di un cancelliere che firmi gli atti dovuti. E quelle sentenze emesse dai giudici di pace hanno ormai intasato la “cassaforte” dove sono ammassate le decisioni. Ma tutto questo non sconvolge più nessuno. Della grave disfunzione ne sono a conoscenza il presidente del tribunale quale massimo organo di governo dell’ufficio del Giudice di Pace ed il presidente della Corte di Appello quale responsabile dei dipendenti.

Gli avvocati del Foro ischitano sono stanchi di attese e promesse che immancabilmente non si manifestano in soluzioni. Qualche tentativo è stato fatto, ma è stato tutto vanificato dalla mancanza di “trasferimenti” di quei cancellieri nominati. La presidenza della Corte di Appello aveva di fatto stabilito di nominare sei cancellieri che a turno, per un intero arco di mesi, si sarebbero dovuti alternare trasferendosi una volta a settimana sull’isola. Ma il primo della lista ha declinato l’invito adducendo problemi di salute. Così come il secondo, che ha ravvisato altri impedimenti.

A fronte di questa situazione l’avvocatura ischitana ha risposto preannunciando una giornata di astensione da tutte le udienze e convocare un’assemblea affinché si discuta su ciò che accade in questo delicato ufficio giudiziario, che interessa parzialmente e non provoca grossi disguidi o contraccolpi, ma che nella sostanza va ad incidere sulle istanze dei cittadini che si rivolgono al Giudice di Pace. E gli stessi avvocati si ritrovano in una situazione non certamente felice, in quanto per ogni processo a ruolo bisogna pagare anticipatamente i diritti che la parte soccombente dovrà restituire. Ma tutto è congelato e le sentenze giacciono in un armadio “blindato”.

Una iniziativa di astensione che tende a smuovere le acque stagnanti che sono diventate non più navigabili da qualche anno a questa parte. Nel passato si è avuto qualche palliativo, delle presenze fugaci di cancellieri disponibili al “sacrificio” di spostarsi dalla terraferma per raggiungere il venerdì la sezione distaccata. Ma tutto per tempi assai ristretti, perché è accaduto che improvvisi impegni inderogabili di salute, legati a incombenze familiari o quant’altro hanno reso tutto più problematico. E la soluzione non si è mai intravista all’orizzonte. Qualche anno fa c’è stato un cancelliere che pur mostrando una particolare volontà a raggiungere l’isola, una volta arrivato al Beverello si è sentito improvvisamente male, tanto da dover ricorrere alle cure dell’ospedale napoletano più vicino. Sembra una interruzione di servizio pubblico che non allerta più di tanto l’ufficio inquirente. Anche per capire come mai questa epidemia di malanni di ogni genere ogni qualvolta bisogna prestare servizio sull’isola.

Su questo e di più gli avvocati intendono confrontarsi e intendono farlo subito dopo la festività della Befana. Che porterà carbone a chi non è in grado di far funzionare l’ufficio giudiziario. Una struttura che ha un carico di lavoro smisurato, di migliaia di processi soprattutto civili e penali che attendono una sentenza. E quelle che sono state emanate, restano nel dimenticatoio di un armadio. Una situazione insostenibile che è stata affrontata con diversi incontri, confronti, con delle soluzioni che poi non si sono mai materializzate in qualcosa che conducesse alla normalità di un pezzo del servizio giustizia.

Questa mattina è prevista una nuova riunione, un tentativo di ennesimo confronto tra avvocati e chi governa e ha la responsabilità del Giudice di Pace. Ma anche i vertici della magistratura in qualche modo non hanno fino in fondo quel potere per imporre ad un cancelliere di trasferirsi per quattro volte al mese sull’isola d’Ischia. C’è da trattare anche con i sindacati, che non sono affatto disposti a cedere di fronte a delle “rimostranze”, a sottovalutare esigenze logistiche dei propri iscritti che si ritrovano a dover eseguire un ordine impartito nientemeno che dal presidente della Corte di Appello. Che ha giurisdizione per quasi tutta la regione Campania esclusa Salerno e provincia. E chi era il sesto della lista dei cancellieri nominati, non si è fatto trovare impreparato al momento del suo turno. Qualche ostacolo insormontabile si è frapposto, impedendogli di eseguire alla lettera l’ordine del suo presidente. Con motivazioni verso le quali appare difficile controbattere. Anche se per coloro che hanno appalesato problemi di salute è sempre possibile predisporre una visita collegiale per capire fino in fondo se la patologia sofferta e sottoscritta dal medico curante possa incidere o meno sull’attività lavorativa. Perché non è possibile che un dipendente del Ministero della Giustizia possa essere in grado di lavorare in un ufficio giudiziario della terraferma e diventare poco dopo inabile o impossibilitato a fare le stesse cose una volta a settimana per raggiungere Ischia.

E di questo e di più si parlerà questa mattina con il presidente del tribunale e possibilmente della Corte di Appello, salvo impegni improrogabili. Ma di sicuro la soluzione non sarà immediata. Ulteriori e ponderate verifiche dovranno essere fatte nei prossimi giorni e l’avv. Francesco Cellammare, presidente dell’Assoforense, spera di ottenere qualcosa di concreto prima della nascita di Gesù Bambino.

 

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