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giovedì, Marzo 28, 2024

A “Roma Tre” discussa una tesi di laurea sui dialetti d’Ischia

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Ro.Sta. | Il 5 marzo scorso presso la facoltà di Lettere dell’Università Roma Tre, Giulia Bianco, brillante studentessa, per metà romana e per metà ischitana, al termine del suo percorso universitario triennale, ha discusso una tesi in dialettologia italiana incentrata sulla raccolta “I Cento Canti del popolo di Serrara d’Ischia” di Gaetano Amalfi, conseguendo la laurea breve in Dialettologia italiana. Relatrice è stata la chiarissima Prof.ssa Ilde Consales, docente di Linguistica Italiana.
Con la tesi dal titolo “Indagine sui dialetti ischitani. Cento Canti del popolo di Serrara d’Ischia”, la ventiduenne Giulia Bianco si è prefissata lo scopo di analizzare l’isola sotto il profilo linguistico e ancor meglio dialettologico, al fine di far emergere la vera identità linguistica di un’isola, il cui dialetto si differenzia da quello napoletano, contrariamente a quanto si afferma generalmente. All’interno del suo elaborato la neo dottoressa ha cercato di evidenziare come l’isola pur essendo una realtà poco estesa, vanti la presenza di ben sette dialetti che si diversificano tra loro per sottili varianti linguistiche.
Il lavoro si è concentrato prevalentemente sul dialetto di Serrara Fontana, analizzato all’interno della raccolta di Gaetano Amalfi, noto avvocato e appassionato di tradizioni folkloristiche che compose questi cento canti in età giovanile. Le tematiche proposte sono svariate: si parla di canti d’amore, di gelosia, di lontananza, di odio, di lamento, per poi giungere a quei componimenti che riportano in vita i mestieri e le antiche tradizioni di un tempo.
“L’opera di Amalfi si contraddistingue per essere il primo lavoro che si focalizza su un’area che non era mai stata oggetto di analisi – ha scritto Giulia Bianco nella sua tesi di laurea -. Il merito dell’autore è stato, dunque, quello di aver salvato dall’oblio questi canti permettendo in tal modo di risalire a quelle che sono le usanze, le tradizioni e le origini linguistiche di questo antichissimo comune.”
L’analisi linguistica effettuata dalla neo laureata ha preso in esame venti componimenti che sono stati analizzati secondo uno schema ben preciso che appare suddiviso in grafia, fonologia, morfologia, lessico, sintassi ed eventuali figure retoriche al fine di riportare alla luce i fenomeni e le varianti tipiche di questo dialetto. Rilevante è anche la variegata gamma linguistica che presenta il dialetto dell’isola d’Ischia, ricco di termini di diversa provenienza che popolano il lessico.
“Questo lavoro è stato realizzato con l’auspicio che il dialetto ischitano possa essere approfondito maggiormente a livello linguistico, – ha ricordato la dott.ssa Bianco durante la discussione della sua tesi – poiché offre un ventaglio di fenomeni su cui vale la pena soffermarsi e riflettere ed anche perché Ischia non merita di essere conosciuta solo per le sue perle paesaggistiche, ma anche e soprattutto, per la componente linguistica senza dubbio, degna di nota.”
Alla ottima riuscita del suo lavoro hanno contribuito i preziosi suggerimenti e consigli di un grande conoscitore dei dialetti isclani e studioso della “’ndrezzata”, nonché raffinato poeta, il Prof. Pasquale Balestriere di Buonopane. Anche Filippo Florio, Presidente della Scuola del Folklore e grande esperto di tradizioni locali, ha fornito un notevole contributo nella traduzione di diversi canti e la Dott.ssa Lucia Annicelli – Direttrice della Biblioteca Antoniana di Ischia – con grande professionalità e dedizione, si è mostrata disponibile nel fornire il materiale linguistico locale, poi ampiamente consultato e adoperato. L’ ”ischitana” Giulia Bianco continuerà, ovviamente, il suo percorso universitario con l’obiettivo di conseguire, anche stavolta brillantemente, la laurea magistrale in Italianistica.

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